SPOT CONTRO GESU’ E MARIA – La risposta di Sant’Agostino (e del Papa) alla giustizia europea

By 31 Gennaio 2018Libertà Religiosa

Una sentenza della Cedu ha condannato la Lituania per aver ordinato il ritiro di una campagna pubblicitaria che usava le immagini di Gesù e Maria.

Com’era quella frase di Sant’Agostino? “Inhorresco et inardesco”. Mi chiedo se userebbe queste parole e come agirebbe dinanzi a una sentenza della Corte europea dei diritti umani (Cedu) come quella che è stata emessa ieri. Riassumo: un’azienda lituana ha pubblicizzato i vestiti di sua produzione facendoli indossare a un Gesù e a una Madonna usati come testimonial a loro insaputa. Ci furono proteste. L’esito fu l’ordine di ritirare quei manifesti perché i simboli religiosi non sono res nullius, come rottami alla deriva in mare. Il loro sfruttamento commerciale è offensivo per chi crede. La ditta lituana ha fatto ricorso alla Corte del Consiglio d’Europa. La quale ha dato ragione in nome della libertà d’espressione all’industria tessile e condannato la Lituania.
Il tribunale – più precisamente – ha sentenziato che le autorità locali non hanno “raggiunto un giusto equilibrio tra la protezione della morale pubblica e i diritti delle persone religiose da una parte, il diritto alla libertà d’espressione dell’azienda dall’altra”. Le posizioni da esse espresse, ha motivato, “dimostrano che hanno dato priorità totale a proteggere i sentimenti delle persone religiose, senza prendere in considerazione in modo adeguato il diritto alla libertà d’espressione della compagnia”. Vilnius, quindi, dovrà risarcire con 580 euro l’azienda.
Questa è la massima giustizia? Inhorresco et inardesco. Non ho nessuna voglia di passare per bigotto o per fondamentalista, ma, come disse incompreso il Papa, “se insultano mia madre, ti do un pugno”. Un pugno no, neanche una parolaccia, ma una forma di resistenza civile e democratica, è un dovere persino di amore. La libertà di espressione non può equivalere a facoltà di mercificare ciò che da ogni parte in Europa dice la nostra identità profonda.
A suo tempo l’Italia riuscì, grazie alla mobilitazione delle migliori intelligenze giuridiche, tra cui quella di Joseph Weiler, a vincere in ultima istanza (la Grande Chambre) e a correggere il Tribunale di Strasburgo che vietava di esporre il crocifisso in aule di scuola e di giustizia. La ragione ci dà ragione. Impariamo a farla valere, senza arrenderci con rassegnazione da mezze porzioni…
Aggiungo un argomento poco giuridico forse, ma molto sostanziale. Madonna e Gesù Cristo non sono meri simboli religiosi, ma persone storiche, hanno discendenti, che siamo noi. E anzi vivono adesso in mezzo a noi. Guai a chi li tocca, violentando la loro volontà, rivestendosi come pupazzi.
Mi rideranno dietro. Ci saranno cattolici che diranno che il problema è un altro. D’accordo. Intanto, inhorresco et inardesco.

Renato Farina
Il Sussidiario.net, 31 gennaio 2018