Canada, la Corte proibisce ad un padre di salvare sua figlia dalle procedure per la riassegnazione del sesso

By 18 Febbraio 2020Gender

C’è un giudice in Canada? Ce lo chiediamo alla luce della decisione presa lo scorso anno, da un tribunale canadese della Columbia Britannica che ha stabilito che una ragazza di 14 anni che afferma di sentirsi “transgender” può passare attraverso procedure mediche invasive e pesanti per  diventare un ragazzo e tutto questo nonostante le forti proteste del padre.

Bisogna ricordare che le procedure che mirano alla riassegnazione del sesso biologico comprendono l’assunzione di particolari sostanze che bloccano la pubertà e il bombardamento a base di ormoni cross – sex ovvero che caratterizzano il sesso opposto.

Ma oltre il danno anche la beffa, perché nel consenso informato dell’ospedale che si occuperà di questa procedura alla Frankistein e che il padre della ragazza, Robert Hoogland, si è rifiutato di firmare, viene anche specificato che questi farmaci sono sperimentali e causeranno sterilità e altri effetti collaterali pericolosi, come una crescita malsana delle ossa e, soprattutto che tali nefasti effetti, sono irreversibili. Nonostante tutto, la corte ha deciso volutamente di ignorare questi gravissimi pericoli. Mentre Hoogland terrorizzato e impotente riferisce allarmato che sul volto di sua figlia comincia già a comparire della peluria, mentre il tono della sua voce sta cominciando a diventare mascolino e profondo

Per completare questa operazione di violento imbavagliamento della volontà e dell’autorità paterna, il tribunale ha severamente proibito ad Hoogland di rilasciare dichiarazioni pubbliche in questo senso e di discutere il caso con i media o con chiunque altro possa trascrivere le sue dichiarazioni. Gli è vietato menzionare il proprio nome, il nome di sua figlia o i nomi di uno qualsiasi dei medici coinvolti nelle procedure mediche, in relazione a tutto questo. Non solo, ma chiunque in Canada si azzardi a pubblicare articoli o video sulla vicenda, disobbedendo così al divieto della corte, deve necessariamente rimuoverli, pena addirittura l’arresto.

Recentemente questo padre-coraggio che sta lottando con tutto se stesso per strappare la figlia ad un destino psico-fisico rovinoso, infrangendo il divieto della corte e rischiando dunque anche il carcere, ha deciso di rilasciare un’intervista a Laura-Lynn Tyler Thompson, giornalista e attivista pro-famiglia di Vancouver, alla quale ha rivelato gli sviluppi più freschi della vicenda ovvero alcune decisione della Corte d’appello della Columbia Britannica relative alla sentenza del  10 gennaio 2020 che avrebbe attualmente concesso al padre il permesso di tentare di dissuadere sua figlia dal compiere sul suo corpo un cambiamento così grave, ma  a condizione che Hoogland si rivolga a lei con i pronomi al maschile (condizionamento non da poco su una psiche così confusa e provata).

Un altro dettaglio importante della sentenza è che è stato stabilito che non può essere il tribunale a decidere per un minore ma solo un medico. Un piccolo passo in avanti anche se siamo davvero lontani dall’esultare se si pensa quanto, in questo modo, la patria potestà venga fatta a pezzi e si affermi sempre di più una concezione dello Stato totalitaria, il grande Leviatano che nei suoi tentacoli ingloba persino i figli, strappandoli senza pietà, all’amore e al discernimento sacrosanti dei loro genitori.

di Manuela Antonacci

18/02/2020

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