IL FOGLIO “L’Italia nella trappola perfetta di pandemia e denatalità”

By 20 Marzo 2021Attualità

Per il presidente dell’Istat Blangiardo, “si sta spegnendo il motore della società”. Mai così poche nascite dall’Unità d’Italia 

“Non è solo che molte più persone muoiono a causa della pandemia. In molti paesi ne nascono molto meno”.
L’Italia fa peggio di tutti ed è “in una trappola demografica”, come l’ ha definita sul Figaro la demografa Maria Carella. Ieri sono usciti i dati dell’Istat. Nel 2020 nuovo minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia e massimo storico di decessi dalla Seconda guerra mondiale. 16 mila nascite in meno rispetto al 2019. 404.104 bambini in un anno. Quasi il venti per cento in più i decessi, 112 mila in più rispetto

Così ha ben sintetizzato qualche giorno fa il Financial Times. In Francia c’è un calo di 53.900 nascite in meno in un mese. Meno 20 per cento a dicembre e gennaio rispetto agli stessi mesi dell’anno precedente in Spagna. 23.266 nascite in meno in un mese, mai così male dal 1941. Teresa Castro, demografa del Consiglio nazionale delle ricerche spagnolo, dice che “non è un fenomeno transitorio e quando usciremo dal Covid ci sarà da raccogliere le macerie”. Come spiega El Paìs, “il problema è che piove sul bagnato”. Sono anni che la Spagna è in picchiata, tanto che Francisco José Contreras, professore di Filosofia del diritto all’Università di Siviglia, ha detto che “ci si preoccupa per l’estinzione della lince iberica, ma non per quella dell’homo hispanicus”. Il governo spagnolo destinerà dieci miliardi per combattere lo spopolamento causato dall’invecchiamento della popolazione nell’“España vaciada” (Spagna svuotata). Molte regioni delle 23 province di Castilla y León, Aragón, Castilla-La Mancha, Extremadura, Galizia, Andalusia e La Rioja (il grosso della Spagna spopolata), hanno perso la metà del proprio valore demografico, secondo un recente rapporto del think tank Funcas.

L’Italia fa peggio di tutti ed è “in una trappola demografica”, come l’ ha definita sul Figaro la demografa Maria Carella. Ieri sono usciti i dati dell’Istat. Nel 2020 nuovo minimo storico di nascite dall’Unità d’Italia e massimo storico di decessi dalla Seconda guerra mondiale. 16 mila nascite in meno rispetto al 2019. 404.104 bambini in un anno. Quasi il venti per cento in più i decessi, 112 mila in più rispetto al 2019. Nel 2020 sono scomparse dall’anagrafe 746.146 persone, come se fosse svanita una città come Firenze. La pandemia sta amplificando la tendenza al declino della popolazione.

Il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, lunedì parteciperà a un seminario organizzato dalla Luiss e dall’ambasciata giapponese. “In Italia la natalità, già bassa, si riduce ancora perché aumenta l’incertezza sul futuro” dirà Blangiardo. “Gli stop obbligati a scuole e università acuiscono le disuguaglianze fra generazioni. Fra i giovani cresce il gap coi coetanei europei su formazione e lavoro. O la situazione demografica torna prioritaria nel dibattito pubblico, o rischiamo di spegnere il ‘motore della società’”. E ancora: “La natalità in calo, la mortalità tra i nostri anziani in aumento, l’invecchiamento medio che procede inesorabile. Senza consapevolezza diffusa e azioni adeguate, la pandemia rischia di diventare la ‘tempesta perfetta’ per la demografia italiana”.

Siamo cresciuti in un paese dove non era raro incontrare uomini di nome “Decimo”. Il decimo nato di una famiglia. Oggi siamo il paese dei figli unici, quando va bene.

Giulio Meotti

Il Foglio

27 Marzo 2021