PROVITA&FAMIGLIA – Pantene e lo spot pro Lgbt che celebra la transessualità

By 28 Marzo 2021Gender

Una nuova festa nel “calendario” Lgbt, è in arrivo e, manco a dirlo, già costituisce una ghiotta occasione, per varie multinazionali, per darsi lustro, con la solita marchetta gayfriendly che, si sa, in termini economici e di visibilità, sul mercato, rende!

La nuova coloratissima ricorrenza è l ‘International Transgender Day of Visibility (31 marzo) e, per l’occasione, si è fatta avanti Pantene che ha realizzato uno spot ad hoc. La protagonista è una bambina trans, insieme alle sue due madri lesbiche.

Lo spot si chiama Sawyer & Ashley sul potere della visibilità, in cui una bambina transessuale di nome Sawyer racconta la sua storia insieme alle madri lesbiche Ellie e Ashley.

Non ci sembra un dettaglio che la transessualità di Sawyer abbia come contesto di sviluppo una famiglia omosessuale, per di più, le sue due madri sono anche delle attiviste. Perché diciamo questo? Evidentemente l’educazione di Sawyer non sarà stata certo “neutrale” riguardo certi argomenti e ci chiediamo, anzi, che peso avrà avuto in tutto ciò sulla sua identità sessuale e perché far passare questa scelta, come una sorta di “evoluzione naturale”.

Infatti una delle due mamme, nello spot si affretta a sottolineare “Dico sempre a Sawyer di non nascondere mai chi sia veramente, di non avere mai paura di uscire ed esistere come la persona che è […]. Ricordo la prima volta dopo aver fatto coming out, indossava gli abiti che voleva, i suoi capelli. Era più o meno sé stessa, quello è stato il primo giorno in cui l’ho vista. È sempre stata super creativa, i capelli sono stati una parte importante della sua transizione. Una volta che ci ha detto che si identificava come una bambina, ha subito voluto farsi crescere i capelli, perché l’importante nella propria diversità è ribadire il legame con uno shampoo.”

Francamente ci sfugge il profondo legame tra l’identità della persona e il banale shampoo che in genere fa riferimento ai soliti tre tipi di capelli e che, in realtà, nella sua composizione chimica non è legato al genere di chi lo usa. È solo per una banale operazione di marketing che gli shampoo vengono rivestiti di un packaging studiato come accattivante (in termini di consumo) per uomini o per donne, ma la sostanza non cambia.

Di conseguenza anche il tema dei “diritti” delle persone LGBT ci sfugge in che modo venga promosso con questa iniziativa. E allora, che dire? Non siamo di fronte ad un’operazione rivoluzionaria ma ad una banale operazione di mercato?

28/03/2021

Manuela Antonacci

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