Papa Leone XIV e le guerre

By 29 Settembre 2025Attualità

In questi giorni Papa Leone XVI è accusato di tacere su Gaza. Quando domenica ho letto l’articolo di Riccardo Belardini: “Non sento la voce di Prevost su Gaza” pubblicato sul quotidiano il Fatto Quotidiano con il quale accusava il pontefice di non far nulla per la pace nella Striscia di Gaza sono rimasto allibito. Tutto il pensiero di Belardini è riassunto nelle prime quattro righe: “Leone quattordicesimo si comporta come Ponzio Pilato. Per me se ne lava le mani con nonchalance. Ecco il restauratore. Robert Francis Prevost, presunta antitesi di Trump, eppure sembra perfettamente allineato al dittatore americano. Il Vaticano infatti non si pronuncia su quanto sta accadendo a Gaza. Non si pronuncia. Avete capito bene. Non sentiamo dunque la voce del Signore su quest’inferno in terra”.

Due osservazioni.

Prima. In questi mesi più volte sia al termine delle Udienze Generali del Mercoledì che negli Angelus della domenica il Papa ha rivolto condanne e forti preoccupazioni sulla situazione in Israele; basta rileggere i suoi discorsi ma per intero sul sito della Santa Sede . Riporto un passaggio come esempio: “Con voi e con i Pastori delle Chiese in Terra Santa ripeto: non c’è futuro basato sulla violenza, sull’esilio forzato, sulla vendetta. I popoli hanno bisogno di pace: chi li ama veramente, lavora per la pace” (21.9.2025). Inoltre papa Prevost fin dall’inizio del suo pontificato ha offerto la piena collaborazione della Santa Sede come mediatrice per la pace. Quindi, caro Belardini, papa Francesco non si sta rivoltando, come dice lei, nella tomba poiché l’attuale pontefice è molto chiaro anche se usa modalità mediatiche diverse dalle sue.

Seconda. Papa Prevost sta puntando molto sulla diplomazia che esige per avere risultati “il silenzio”. E allora viene alla mia mente il maggiore diplomatico vaticano del XX secolo: il cardinale Agostino che ho avuto la fortuna di conoscere e impostare su di lui la mia tesi di laurea in sociologia. Casaroli con Giovanni Paolo II e R. Reagan fu uno degli artefici della caduta del Muro di Berlino e quindi della fine del comunismo. Leggendo i suoi scritti e studiando la sua vita, mi sono accorto della sua grande pazienza avendo dialogato intensamente con i regimi comunisti dei Paesi dell’Est europeo che perseguitavano la Chiesa dal maggio 1962 al novembre 1989. Le sue egrege capacità diplomatiche e il suo ostinato silenzio alla fine hanno portato un notevole risultato. E, per quanto riguarda le guerre in corso, ritengo che papa Leone stia seguendo la stessa metodologia.

Perciò le affermazioni di Belardini le ritengo profondamente ingiuste e ingiustificate.

Gian Maria Comolli