QUESITO – Norlevo e EllaOne: uccidono un ovulo fecondato

By 10 Novembre 2018Pillole di saggezza

 

Leggendo alcuni forum in internet, frequentati soprattutto da ragazze, sono rimasta stupita nel constatare come sia pieno di giovani che assumono la «pillola del giorno dopo» come se fosse una caramella. Ho letto di una che l’ha presa già per la seconda volta in tre mesi. Io resto senza parole… Grandi per fare sesso, ma con il cervello piccolo piccolo… Innanzitutto perchè non usano le precauzioni, secondo perchè assumono farmaci senza pensare a quello che comporta per il loro corpo, e terzo perchè se sono incinte allora esce la storia «Ma sono troppo giovane…», e non si assumono le loro responsabilità. Mentre lo facevi non eri troppo giovane? Io non giudico nessuno, ma secondo me c’è qualcosa che non va nei ragazzi di oggi (non che abbia chissà che età). Io prima di avere rapporti mi sono sempre tutelata per non trovarmi in certe situazioni! Prima la testa e poi il resto…! Se non si vuole rischiare, se quella sera non puoi, non muore nessuno. Anch’io ho fatto il mio percorso, mi sono laureata, ma se fosse arrivato un bambino mi sarei assunta le mie responsabilità. Abortire ti distrugge psicologicamente, e se hai un pò di buon senso capisci che ci vogliono anni per riprendersi. E giungo alle domande: il Norlevo è un contraccettivo o un farmaco abortivo? Cos’è la pillola dei «5 giorni»? Beatrice.

Ringrazio Beatrice per la sua riflessione, e condivido con lei la mancanza totale, purtroppo, in molti adolescenti e giovani, della responsabilità nell’ambito sessuale. Alcuni argomenti evidenziati li tratterrò rispondendo ad altri quesiti, perciò mi limiterò ad approfondire il Norlevo e l’ ElleOne (Pillola dei 5 giorni).

La pillola del giorno dopo, il Norlevo, fu presentata ed è commercializzata come un «contraccettivo d’emergenza», da assumere entro e non oltre 72 ore a seguito di un rapporto sessuale ritenuto presumibilmente fecondante, per bloccare l’inizio di una gravidanza. Nel bugiardino sul farmaco si legge: «la contraccezione d’emergenza è un metodo di emergenza che ha lo scopo di prevenire la gravidanza in caso di rapporto sessuale non protetto (…). Non c’è alcuna componente ormonale estrogenica (…). Il farmaco possiede una sostanza appartenente ad un gruppo di farmaci chiamati progestinici». Affermazioni volutamente ambigue essendo differente la realtà scientifica. La pillola, contiene pro­dotti chimici ormonali costituiti sia da estrogeni che da estro­progestinici, che rendono irrealizzabile l’annidamento dell’em­brione nella parete uterina, cioè il proseguo della fecondazione, dato che il farmaco interviene a fecondazione avvenuta. Convinto, come già affermato, che la gravidanza inizi con la fecondazione, e non con l’impianto della blastocisti nella parete uterina, risulta chiaro che l’azione antinidatoria della pillola è un evidente aborto provocato chimicamente. Di conse­guenza, è improprio, presentarla come un contraccettivo. Eticamente, l’uso del preparato, assume la stessa gravità morale dell’aborto, essendo questa una pratica abortiva anche se compiuta omettendo le procedure tradizionali; quindi in aperto contrasto con la corretta applicazione della legge 194/78. Inoltre, e questo è poco sottolineato, la «pillola del giorno dopo», potrebbe procurare gravi conseguenze al fisico della donna: dalla nausea all’emicrania, da lancinanti dolori alla pancia alla mancanza di appetito, fino ad un disordine nel ciclo mestruale.

Il 26 settembre 2000 il Ministro della Sanità, professor U. Ve­ronesi, firmò il Decreto per la commercializzazione del Norlevo, disinteressandosi della natura abortiva; anzi, comunicò che il Norlevo «non svolge alcuna funzione abortiva nell’impedire l’impianto dell’ovulo fecondato o nel blocco dell’ovulazione» (Comunicato Stampa 231 del 29 settembre 2000). Secondo Veronesi, il far­maco opera precedentemente all’instaurarsi della gestazione perciò, a suo giudizio, è scorretto parlare d’abor­to dove non è mai sussistita una gravidanza. La Pontificia Accademia per la Vita espresse nel «Comunicato sulla cosiddetta pillola del giorno dopo» (31 ottobre 2000) un parere opposto. Nella comunicazione si evidenziò che il Norlevo non è un farmaco contraccettivo ma  abortivo; il contraccettivo rimanda alle tecniche che impossibilitano il concepimento, mentre l’abortivo a quelle che bloccano con mezzi chimici il prosieguo di una gravidanza. Dunque, il Norlevo, sopprime l’embrione nel suo sviluppo, prima che la donna possa accorgersi della sua presenza dall’assenza del ciclo mestruale.

Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration (FDA), autorizzò nel 2008 la commercializzazione di un nuovo «abortivo di emergenza» a lunga durata di azione, a base di ulipristal acetato (Ella). «Questo farmaco non è un contraccettivo d’emergenza, è un abortivo», spiega R. Puccetti uno dei venti medici firmatari di un documento su questo tema. «È in grado di modificare l’endometrio per rendere più difficile l’annidamento dell’ovulo fecondato. Ma se a livello scientifico è ancora dibattuto l’effetto antinidatorio della pillola del giorno dopo, la potenzialità abortiva di EllaOne è certa» (Avvenire, 1 marzo 2012, 1). In Europa il farmaco fu approvato nel maggio 2009 dall’Agenzia Europea per i Farmaci (EMEA) che lo commercializzò con il nome di EllaOne (HRA Pharma).

In Italia la registrazione presso l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) terminò l’8 novembre 2011 e il farmaco fu posto in commercio nell’aprile 2012. Per l’acquisto di questo contraccettivo d’emergenza (secondo l’AIFA) si dovranno seguite quattro indicazioni. La non ripetibilità della ricetta; l’obbligatorietà della presentazione di un test di gravidanza negativo basato sul dosaggio dell’Hcg beta; l’attivazione da parte della ditta produttrice di un registro delle eventuali gravidanze occorse durante l’assunzione del medicinale; l’inserimento nell’elenco dei farmaci sottoposti a monitoraggio intensivo per le sospette reazioni avverse.

ElleOne, la pillola dei cinque giorni, va assunta entro 120 ore da un rapporto sessuale ritenuto presumibilmente fecondante, per bloccare il prosieguo della gravidanza. Per questo farmaco, già venduto in Europa in 400mila confezioni (dato novembre 2011), valgono, sia a livello scientifico che etico, le stesse osservazioni proposte in precedenza per il Norlevo essendosi modificato unicamente il nome del prodotto. L’ex sottosegretario alla Salute E. Roccella amaramente commentò: «Essere in Europa è anche questo. Tutto quello che si poteva fare era agire in un ristretto margine di autonomia per regolare alcune modalità dell’immissione sul mercato. Ed è stato fatto».

L’acquisto della pillola del giorno dopo è in costante crescita. Secondo i dati del Ministero della Salute, le vendite sono aumentate negli ultimi cinque anni del 59% attestandosi a 356mila confezioni annuali. Il 55% delle acquirenti hanno un’età compresa tra i 14 e 20 anni, e vi ricorrono con la convinzione di assumere un innocuo farmaco. L’unica percorso per interrompere questo crinale pericoloso sta nell’intervento delle famiglie, che dovrebbero, con serietà, educare i figli nel comprendere come vivere le relazioni con l’altro sesso.

don Gian Maria Comolli