EDITORIALE – CORONAVIRUS: COMUNICAZIONE PESSIMA

By 4 Aprile 2020Coronavirus

Sono perfettamente consapevole che gestire una situazione d’emergenza come l’attuale, da totalmente impreparati, è molto complesso. Quindi, un doveroso ringraziamento, va al presidente Conte per la nobile finalità che regge il suo operare: “salvaguardare il nostro bene più importante: la salute dei cittadini”, cioè la vita di tutti compresi, i più fragili e vulnerabili. Ciò gli fa molto onore!

Secondo vari opinionisti le strade da percorrere erano varie. Ma, di fronte ad una crisi che ora dopo ora mieteva vittime, la cosiddetta “via cinese” è stata ritenuta la migliore e la più efficace anche se sta procurando inestimabili danni in più settori. “La storia – ha affermato l’avvocato Conte – dirà se siamo all’altezza. Verranno i bilanci, oggi è tempo della responsabilità e dell’azione, non si fugge” (Discorso alla Camera 25 marzo 2020).

Se fin qui, siamo totalmente solidali con il Presidente del Consiglio, non possiamo tacere un’immensa falla che sembra s’ingigantirsi con il trascorre dei giorni: la pessima comunicazione, che potrebbe in breve tempo causare esasperazioni nei singoli ma anche enormi problematiche nella gestione dell’ordine pubblico, poiché le informazioni diffuse in queste settimane non hanno tranquillizzato il cittadino ma trasmesso ansie, incertezze e confusioni. La comunicazione, se opportunamente curata e gestita, dovrebbe porsi come un drenaggio emotivo attenuando l’aggressività, la depressione che sta prendendo molti ed accrescere la responsabilità. Ogni comunicazione può infondere speranze o aprire ferite, far crescere l’ unione o dilatare divisioni, infondere coraggio o suscitare nuovi timori. Ma, per essere positiva, deve presentarsi leale, priva di ambiguità ed equivocità, e soprattutto condivisa interamente da tutti quelli che a vario titolo esercitano ruoli di guida. Propongo alcuni esempi per comprenderci meglio. E’ assolutamente errato, come è avvenuto nella settimana che sta terminando, offrire due versioni differenti in tre giorni sullo stesso argomento. Mi riferisco all’uscita di casa dei minori. Nella Circolare del Ministero degli Interni del 31 marzo si affermava: “…è da intendersi consentito, ad un solo genitore, camminare con i propri figli minori in quanto tale attività può essere ricondotta alle attività motorie all’aperto, purché in prossimità della propria abitazione”(https://www.interno.gov.it/sites/default/files/circolare_precisazioni spostamenti  31.3.2020.pdf.). Concetto ribadito anche nel Comunicato Stampa del Viminale del 1 aprile: “In particolare, è stato specificato (riferendosi alla Circolare del giorno precedente) che la possibilità di uscire con i figli minori è consentita a un solo genitore per camminare purché questo avvenga in prossimità della propria abitazione” (https://www.interno.gov.it/it/sala-stampa/comunicati-stampa/regole-sugli-spostamenti-chiarimenti-sulla-circolare-31-marzo). Il presidente Conte, il 2 aprile, rispondendo alla domanda di un giornalista, ha espresso un’opinione contraria: “Non abbiamo affatto autorizzato l’ora del passeggio con i bambini. Abbiamo solo detto che quando un genitore va a fare la spesa si può consentire anche che l’accompagni un bambino. Ma non deve essere l’occasione di andare a spasso” (minuto 7 Conferenza Stampa). Una comunicazione contraddittoria, come è stato l’iter dell’ “Autocertificazione sugli spostamenti” modificata ben quattro volte. Da ciò nascono anche i molteplici attriti tra cittadini e forze dell’ordine come mostra ironicamente il “video della settimana” che trovate in fondo alla pagina. E che dire dell’ultima dichiarazione del dott. Borrelli (poi smentita) a “Radio anch’io” del 3 aprile affermando che il passaggio alla “Fase 2” non potrà avvenire prima del 16 maggio, dopo che Conte due giorni prima aveva parlato del 14 aprile? Cosa è cambiato in due giorni? Quale stato d’animo può aver creato nei 16 milioni di pensionati la dichiarazione, poi smentita, di Pasquale Tridico al programma “Di Martedì” del 24 marzo, quando il Presidente dell’INPS parlando dei soldi per erogare le pensioni ha detto: “Li abbiamo fino al momento in cui è stato sospeso pagamento dei contributi. Fino a maggio non c’è problema di liquidità”. E poi?

Una comunicazione equivoca e ambigua è pure quella dei vari virologi divenuti “i re” dei  talk show, che rilasciano interviste a destra e a manca, fornendo però pareri spesso difformi e opposti, quindi alimentando la confusione per le loro poche idee ben confuse. Tralasciamo l’argomento “mascherine” dove si è detto “tutto e il contrario di tutto”. E che dire delle “news” che ogni giorno vengono trasmesse il mattino e smentite la sera? Gli scienziati, che nel passato hanno prodotto importanti scoperte, sono stati prevalentemente quelli “chiusi” nei loro laboratori, che hanno saputo resistere alla tentazione di essere coinvolti nelle bagarre massmediali, non sacrificando un minuto allo studio. Non a caso, la maggioranza dei premi Nobel, erano persone sconosciute al grande pubblico.

Un ultimo esempio di pessima comunicazione è quella che sta fornendo il Ministro dell’Istruzione agli studenti nel continuo ribadire che nessuno sarà bocciato né rimandato. E’ quello che ovviamente avverrà, ma questa “certezza” comunicata con enfasi due mesi prima della conclusione dell’anno scolastico è un invito alla rilassatezza e alla svogliatezza. Tutti siamo stati ragazzi e adolescenti, quindi non servono altre parole. Moltissimi professori, con grande senso di responsabilità non essendo obbligati, come ricorda un articolo del Sole24ore si stanno impegnando per le lezioni online (M. Piras, Didattica a distanza, vademecum per docenti e studenti, 30 marzo 2020 – https://www.ilsole24ore.com/art/didattica-distanza-vademecum-docenti-e-studenti-ADJLhvG). Le irresponsabili dichiarazioni del Ministro potrebbero vanificare i risultati di questo lodevole sforzo.

Ci auguriamo che i clamorosi errori di queste settimane non siano ripetuti ma che la comunicazione fornisca ai cittadini alcune risposte che attendono con ansia. E’ vero che l’avvocato Conte o il dott. Borrelli non posseggono la “sfera di cristallo” per prevedere il futuro, quindi non pretendiamo che ci dicano con certezza l’inizio della “fase 2”: 14 aprile, 13 maggio o 31 luglio… Ma, ad alcune domande che riguardano “la loro responsabilità” ci devono rispondere. Ad esempio: come avverrà l’inizio della “fase 2”? E’ stata programmata anche nella “fase 2” un’ attenta osservazione del Coronavirus? Con quali mezzi e modalità? Nella conferenza stampa del 2 aprile, il presidente Conte ad una domanda di un giornalista che gli chiedeva il rapporto tra responsabilità politica e valutazione scientifica, ha affermato che quella scientifica è una base, ma poi spetta alla politica la decisione, che in scienza e coscienza, deve mettere insieme tutti gli interessi in gioco… Ebbene, quali sono questi interessi? Immagino quelli della salute e quelli economici, quindi sarebbe opportuno, al più presto, scendere nello specifico indicando settori, tempi, modalità, azioni… affinchè l’emergenza non sia un alibi per non pensare al dopo (cfr. Intervista al prof. F. Resta, rettore del Politecnico di Milano, in allegato). Ma, la domanda che riassume tutte le altre potrebbe essere questa: quanto può resistere il Paese con queste chiusure senza subire un danno irreparabile? Il cittadino ha il diritto di sapere tutto, poiché il peggiore dei mali è l’incertezza.

Don Gian Maria Comolli