LA VERITA’ – La domanda del bambino che fa cadere l’Europa di Marcello Veneziani

By 1 Agosto 2020Attualità

Ma da dove arriveranno questi benedetti soldi? Se un bambino curioso dovesse intrufolarsi nel vertice europeo farebbe cadere nel panico l’Unione Europea, gli Stati membri, i prodighi e i frugali, i pezzenti e i pidocchiosi, i popoli e i mercati, rivolgendo la più elementare delle domande. Sarebbero in tanti a menare il torrone, e tante sarebbero le spiegazioni complesse e fuorvianti, ma il quesito nella sua nuda e cruda realtà resterebbe inevaso.

Ma chi li tira fuori questi soldi visto che tutti prestano soldi a tutti, tramite questo fantoccio chiamato UE? Non c’è un forziere segreto da cui attingere, non c’è un Salvadanaio Gigante chiamato BCE, Banca centrale europea, non c’è un bottino di guerra da spartirsi. Non c’è nulla in grado di compiere questo prodigio. Stamperanno i soldi falsi come nei film di Totò? Potrebbe essere la seconda, insidiosa domanda del Bambino Importuno. No, bambino, non va così il mondo; ma poi non sapremmo dirgli come va davvero.

Non sono un economista e nemmeno un politico, il mio livello di conoscenza economico-finanziaria è di poco superiore al bambino già detto, però il pensiero è più profondo, perciò sono in grado di rispondere solo con una riflessione filosofica: dopo i debiti contratti nel passato, salveremo il presente chiedendo i soldi in prestito al futuro. Risposta difficilmente contestabile, perfino rigorosa, ma sono dolori se poi lui ci chiede di passare dai concetti ai soggetti, dalle categorie temporali agli enti specifici che erogano i soldi. Chi è il Signor Futuro che ci presta i soldi e alcuni ce li regala pure? Sarà difficile dire, per restare nel gergo puerile, che gli Stati dovranno fare una colletta tra loro e con quei soldi daranno i soldi un terzo gratis come aiuto e due terzi come prestito. Non ci regala niente nessuno. Non vige il criterio che chi sta meno inguaiato aiuta chi sta più inguaiato, non siamo tra enti di beneficenza non ci sono Stati di carità; ciascuno contribuisce al fondo in proporzione agli Stati.

Se qualcuno per sbrigarsi risponde al bambino che la storia è un po’ questa, l’Olanda e gli altri paesi frugali non vogliono scucire i loro soldi per l’Italia e altri mendicanti, dice una cosa in gran parte inesatta: non sono loro a darci i soldi, se non in piccola parte, proporzionata ai loro stati e alle loro economie, che sono piccola roba rispetto a noi stessi, alla Germania e alla Francia. Non può un topolino portare in braccio un cinghialone.

Ma anche quelli che per sbrigarsi rispondono al bambino che i soldi ce li darà la Fata dai vestiti turchini, Angela Merkel, col suo maghetto francese Macron, non dicono la verità: i soldi in questione non arrivano da loro, semmai dall’Anonima Europei, una società di Benefattori/Malfattori di cui ci sfuggono i contorni, anche se talvolta li chiamiamo con i nomi più strani, uno dei quali è la mitica, famigerata Troika. Ma i soldi ancora non si sa da dove arrivano ed escludo che possano arrivare dalla mafia. Se qualcuno vuol fare un esempio concreto ha paura a farlo perché il precedente diretto è la Grecia, che alla fine fu aiutata in un modo curioso: aveva bisogno di sangue e il sangue fu prelevato da lei stessa, e infatti la tramortirono. Finsero di aiutarla ma si dovette svenare.

Se poi devi indicare chi è il Lupo cattivo in questa storia, salta la fiaba che ci raccontano ogni giorno: perché il lupo cattivo è per l’euro-favola il Sovranista, e invece sappiamo che chi ci sta dando una mano in Europa è il Lupo Sovranista ungherese di nome Orban, e anche la Polonia sovranista non è contro di noi, e la Gran Bretagna conservatrice, da lontano, non tifa certo per l’Olanda progressista e per gli stati con cui si è duramente scontrata. Non c’è il lupo cattivo, non c’è la fata dagli occhi turchini, non c’è nessuna mucca da mungere che offra il latte gratuitamente, e dunque la domanda del bambino importuno resta ancora inevasa. Quei soldi spuntano da un gioco di prestigio che il bambino non riuscirebbe a capire e nemmeno noi: fuori il coniglio, griderebbe il pupo, facci vedere dove sta il miracolo o l’illusione. Ti rifugi ancora nelle nebbie dell’ecosofia, la branca oscura dell’economia, per dirgli che la finanza è fatta di flussi irreali, di spostamenti virtuali, non ci sono forzieri, contano perfino le suggestioni e gli annunci, che fanno alzare e abbassare la borsa come una scimmia ammaestrata. Ma hai solo sparso fumo per non mostrare la realtà, un po’ come fanno le seppie che spruzzano inchiostro per non farsi acchiappare…

E allora il gioco di prestigio alla fine si scopre: o qualcuno ci paga il debito ma poi in cambio vuole tutto quello che abbiamo di buono, e impegniamo l’Italia al monte dei pegni. Oppure quel qualcuno che alla fine salderà il debito pubblico sarà il cittadino privato e lo farà tramite il prelievo dai conti degli italiani che sono, va detto, ancora prosperosi: chiamatela come volete, ma per capirci, di riffa o di raffa, è la patrimoniale. Insomma gira e rigira, ma dopo tutto questo trambusto, chi dovrà sborsare saremo noi stessi.

Possono rassicurarci fino al giorno prima che non la faranno mai, nemmeno sotto tortura, ma poi un giorno si farà. E non è detto che risolverà tutti i problemi, anche perché magari per mediare tra i favorevoli e i contrari, i minimalisti e i massimalisti e tener buone le folle inferocite, si farà un prelievo inadeguato che sposterà solo il problema ancora di qualche tempo ma senza risolverlo. Sarà questo lo scoglio su cui s’infrangerà il governo e su cui avremo sorprese un po’ da tutti: quale governo metterà la faccia ed esporrà il suo corpo all’operazione martirio?

Il bambino è impaziente e aspetta da noi una risposta semplice ma gli arriverà una domanda secca: ma tu quanto hai nel tuo salvadanaio? Allora capirà dove vogliamo arrivare e scapperà con tutti i suoi beni, rimangiandosi la domanda.

Marcello Veneziani

La Verità

22 luglio 2020

La domanda del bambino che fa cadere l’Europa