La “pandemia” e il mondo che verrà in due parole

By 21 Aprile 2021Coronavirus

Se mai un giorno si tenterà una ricostruzione lucida e obbiettiva dell’era “pandemica” le due parole chiave per decifrarla saranno: “negazione” e “somministrazione”. La prima descrive compiutamente il processo mistificatorio messo in atto dalle autorità di governo e dai media di regime per usare il Covid a fini politici. La seconda sintetizza perfettamente il nuovo modello di relazioni sociali che, grazie al Covid, le autorità di governo e i media di regime ci imporranno.

La negazione è stata declinata in due modi: negando parzialmente la verità sulle vittime (quasi) esclusive del morbo: e cioè gli ultraottantenni pluripatologici; e negando l’esistenza di valide ed efficaci cure  domiciliari. La strategia negazionista ha consentito di raggiungere i seguenti obbiettivi: in primo luogo, imporre una narrazione in cui il Covid “sembrava” un morbo letale per “tutta” la popolazione, e per “ogni” fascia d’età.

Questo ci hanno fatto credere per mesi, e su questo si è basata ogni successiva misura: dal lockdown alle zone rosse, dalle scuole chiuse al vaccino per i minorenni, quando arriverà; ciò ha permesso altresì –  in mancanza di un giusto protocollo terapeutico – di mantenere il sistema sanitario costantemente, e sufficientemente, sotto pressione. Così da gestire il “manometro” della crisi con un pilota automatico di millimetrica efficacia: fatto di indici RT, di percentuali di ospedalizzati, di algoritmi predittivi.

Bastava, e basta ancora, una cifra e l’intera società civile precipita agli arresti domiciliari. Non protestando, ma addirittura plaudendo, perché è “a fin di bene”. Nessuna dittatura novecentesca ci era arrivata. O forse non ci aveva nemmeno pensato: non servono i carri armati e neppure le camicie nere, o brune, o rosse per mantenere l’ordine. Bastano i camici bianchi.

Veniamo ora alla “somministrazione”. La somministrazione è la cifra stessa della civiltà a venire, del mondo post-pandemico, del famoso grande reset. Grazie all’uso sapiente – e negazionista nel senso anzidetto – del Covid-19, si sta procedendo allo sterminio selettivo di una ben precisa categoria di persone: la classe “piccola” dei lavoratori “indipendenti”. Tutti coloro i quali, proprio in quanto non dipendenti, non hanno il pane garantito, ma troppa libertà di sussistenza. Nota bene: la loro programmata estinzione non ha come obbiettivo la loro fine fisica. Essi saranno “riconvertiti” o in salariati o in mantenuti. Cioè, o in lavoratori letteralmente “subordinati”, o in percettori di un reddito statale di “dignità”.

Una volta portato a termine il progetto sul piano economico, l’intera società vivrà in un regime di “somministrazione” permanente. Sarà somministrato il lavoro nelle due forme testè illustrate. Sarà somministrato, quindi, il salario per sopravvivere. E poi, saranno somministrati ogni anno (Draghi dixit) i vaccini per “camminare”. Sarà somministrata la verità, attraverso una gestione monopolistica dell’informazione ufficiale e la censura “legale” di quella alternativa.

Sarà somministrata la libertà di muoversi, ma anche di riunirsi, di associarsi, di discutere, di protestare, tramite le zone rosse e microscopici gadget digitali. Sarà somministrato il denaro con l’abolizione del contante. Sarà infine somministrata la vita attraverso protocolli  eutanasici per impedire la sofferenza e agevolare una morte “dignitosa”. Ma cosa significa, poi, somministrare? “Dare, distribuire ad altri nell’esercizio delle proprie funzioni”. Insomma, ci sarà data la vita intera, se lo meritiamo. Altrimenti ci sarà tolta a pezzetti. O del tutto.

di Francesco Carraro.

12 aprile 2021

La “pandemia” e il mondo che verrà in due parole