Appello di un gruppo di pediatri di famiglia – Curiamo le persone, non i tamponi

By 31 Gennaio 2022Coronavirus

Siamo un gruppo di pediatri di famiglia che, pur vivendo e lavorando in diverse parti di Italia, ci confrontiamo abitualmente su questioni lavorative e non, aiutandoci a giudicarle e ad affrontarle, cercando sempre di partire da quello che succede.

Come tutti sappiamo, prima della riapertura delle scuole dopo la pausa natalizia, per fronteggiare questa fase della pandemia, sono state introdotte nuove regole che, pur nella bontà dell’intenzione, stanno creando numerose difficoltà ai medici, alle scuole, alle famiglie, ai lavoratori in genere.

Riteniamo che tali provvedimenti siano assolutamente da correggere sentendo la responsabilità, oltre che di condividere questi giudizi tra tutti noi colleghi, anche di far giungere le nostre puntuali osservazioni a chi è preposto a dettare e rivedere le normative (Ats, Regione, ministero della Salute).

In particolare prendiamo in considerazione due provvedimenti:

Nessuna differenza tra vaccinati e non, tra guariti e non:

Nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria TUTTI i bambini vanno in quarantena per 10 giorni rispettivamente con 1 o 2 casi di positivi in classe.

Le indicazioni del ministero riportano comportamenti diversificati in base allo stato di vaccinazione delle persone, bambini compresi.

Quindi un minore tra i 5 e gli 11 anni che risulti contatto stretto di un positivo, se ha completato il ciclo vaccinale da più di 14 giorni e meno di 120 giorni, o se guarito da meno di 120 giorni, è in autosorveglianza per 5 giorni, deve indossare una mascherina FFP2 per 10 giorni e NON deve effettuare alcun tampone.

Lo stesso bambino, se ha un contatto stretto in ambito scolastico, deve andare in quarantena per 10 giorni come un minore non vaccinato o guarito da Covid da più di 120 giorni, o che non ha mai avuto il virus. Perché?

Come possiamo promuovere la vaccinazione tra i bambini se poi l’essere vaccinati non comporta alcun beneficio?

Esecuzione tamponi ai tempi T0 e T5

Nella scuola primaria, nell’eventualità di un caso positivo nella classe, tutti i bambini devono eseguire due tamponi, il primo appena possibile, entro 48 ore dall’ultimo contatto con il positivo, e il secondo dopo 5 giorni.

Considerando l’attuale diffusione della variante Omicron, nella nostra esperienza succede sempre che, all’esecuzione del primo tampone, al T0, almeno un altro compagno risulti positivo, e che quindi tutta la classe vada in quarantena per 10 giorni.

Attenzione: stiamo parlando quasi sempre di bambini COMPLETAMENTE ASINTOMATICI!

Conseguenze?

Cerchiamo di darvi l’idea (anche se molti lo avranno provato sulla loro pelle) con un esempio concreto:

13 gennaio, ore 12.45, Ats Brianza: dopo 4 giorni di riapertura delle scuole Monza e Brianza in seguito alle vacanze di Natale, sono già arrivate oltre 7.000 segnalazioni di casi POSITIVI.

Eventi a cascata:

– Centinaia di genitori con figli alla scuola primaria, che sicuramente rappresentano una parte di questi 7.000 casi, ricevono la mail della scuola che avvisa dell’inizio della sorveglianza attiva; a questo punto, qualsiasi sia l’ora, cercano di lasciare il posto di lavoro il prima possibile per portare il figlio ASINTOMATICO ad eseguire il tampone T0 (caccia alla prima farmacia disponibile che lo possa fare gratuitamente come detto dalla Regione o prenotazione nei centri privati).

– Bambini in completo benessere si ritrovano chiusi in casa con due lockdown alle spalle; quindi stop alla scuola, stop all’attività sportiva, stop all’incontro con gli amici, stop al catechismo (se a qualcuno interessa ancora, a noi sì), e, attenzione, stop al percorso terapeutico per tutti quei bambini, non pochi, affetti da patologie inerenti alla neuropsichiatria infantile (autismo, ritardo dello sviluppo in età evolutiva, ritardo del linguaggio, iperattività e deficit dell’attenzione) e per tutti i pre-adolescenti e adolescenti con disagi psicologici emersi proprio in questa pandemia.

– Centinaia di genitori, anche se vaccinati, danno inizio ad un’assenza lavorativa di incerta durata perché non hanno chi si possa prendere cura dei loro figli a casa in Dad.

– Centinaia di classi finiscono in quarantena.

– Centinaia di insegnanti comunicano ai loro presidi che domani non saranno a scuola perché anche essi genitori o contatti.

– Centinaia di presidi con il loro personale di segreteria iniziano ad occuparsi di burocrazia Covid-related e continuano 7 giorni su 7, h24, attendendo con trepidazione la fine della pandemia per ritornare a far crescere i loro studenti.

Per non parlare dell’onere economico che gravita intorno all’esecuzione di questi tamponi, costo del materiale, di chi lo esegue, di chi li processa e così via.

Cosa chiediamo:

– Applicazione delle regole sulla quarantena e isolamento per i bambini tra i 5 e gli 11 anni anche in ambito scolastico (quindi distinguere i vaccinati e non, i guariti da Covid e non).

– Stop alla strategia di tracciamento basata sulla determinazione a T0 e T5. Tale normativa serve solo a produrre un uso fuori controllo dei tamponi e ad evidenziare portatori sani con tutte le conseguenze del caso che abbiamo sopra analizzato. È proprio necessario inseguire questi asintomatici?

– Stop ai tamponi di fine isolamento e quarantena, come già accade in altri paesi (ad esempio negli Stati Uniti).

– Stop alle quarantene lunghe 21 giorni che non hanno nessun supporto scientifico; da tempo, infatti, la comunità scientifica ha provato che, dopo un certo numero di giorni (meno di 10), nessuno, che pur rimanga positivo al tampone molecolare, è in grado di contagiare.

Siamo centinaia di pediatri di famiglia che hanno dimostrato alle istituzioni e alle famiglie di essere presenti sul territorio e di gestire tutte le necessità sanitarie e burocratiche che ogni giorno scaturiscono dalla epidemia in corso. Chiediamo di poter essere noi a decidere chi inviare a tampone e chi no. Smettiamo di cercare positivi tra gli asintomatici.

Non è a tema la remunerazione o la volontarietà delle nostre prestazioni, ma chiediamo la modifica della normativa attuale, noi che siamo i terminali ultimi della loro applicazione e ne vediamo le incongruenze e i danni.

Occorrono scelte che sicuramente sono politiche e che saranno dolorose, coraggiose e difficili, ma dobbiamo smettere di curare i tamponi, curiamo invece le persone.

Maria Pia Battilana

Angela Biolchini

Daniela Corbetta

Giuseppe Elio

Romina Fabbrici

Monica Mantegazza

Romano Manzotti

Lorena Martignoni

Roberto Mattei

Laura Mauri

Marco Mazzi

Elisabetta Mazzucchi

Maria Gabriella Metta

Annalisa Monolo

Mario Narducci

Elena Puricelli

Teresa Sciascia