MA IL FIGLIO DELL’UOMO, CIOÈ IL SIGNORE GESÙ, QUANDO VERRÀ, TROVERÀ LA FEDE SULLA TERRA? (2)

By 21 Dicembre 2022Spiritualità

Riassumendo

È questo un interrogativo che Gesù Cristo pose ai suoi interlocutori (cfr. Lc. 18,8) e attorno al quale abbiamo iniziato a riflettere la scorsa settimana preparandoci a vivere il Natale. E, la nostra risposta alla domanda del Cristo è stata positiva ma a due condizioni. Chi si reputa onorato di appellarsi “cristiano” deve conoscere sempre di più e sempre meglio Gesù di Nazaret, e “tutta la Chiesa”, deve tornare a insegnare con costanza e totale fedeltà il Vangelo, superando le tentazioni di oscurarlo in alcuni aspetti, oltre l’esibizionismo di chi si illude con le proprie stravaganze o bizzarrie di fare “meglio” del Maestro.

Da testimoni

Chi riconosce che il rapporto con il Signore Gesù offre luce e sapore alla sua esistenza, non può nascondere questa scoperta ma la deve comunicare agli altri con la testimonianza quotidiana ma pure arricchendo i famigliari, gli amici, i colleghi… con gli insegnamenti evangelici.

Come? Lo suggerisce San Pietro: “Siate sempre pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Ma questo sia fatto con dolcezza, rispetto e retta coscienza” (1 Pt. 3,15-17).

A chi lo interroga sulle motivazioni della sua fiducia nel Signore Gesù e della sua visione del mondo e delle vicende umane, il cristiano risponderà senza aggressività, reagendo pacatamente anche alle accuse, ma contemporaneamente illustrerà senza timore la sua scelta di fede e di vita, mantenendo intatta la fiducia e la serenità e conservando alta la fiaccola della speranza. L’apostolo Pietro, inoltre, suggerisce gli atteggiamenti da adottare: dolcezza, rispetto e retta coscienza.

Dolcezza.

Chi è “dolce”? Colui che accosta l’altro con la serenità e la pacatezza che sgorgano dalla bontà, dalla mitezza e dalla rettitudine.

Rispetto

Rispetto come “educazione” essendo il punto di partenza di ogni relazione. E’ l’ atteggiamento che comunica l’ amore per l’altro di fronte a qualsiasi scelta che compie, anche a quelle che non si condividono.

Retta coscienza.

I nostri discorsi, le azioni e gli atteggiamenti devono rimanere unicamente degli strumenti che conducono al Signore Gesù. In altre parole dobbiamo presentarci come cristalli totalmente trasparenti; solo così saremo credibili.

 Tutto ciò in una società pluralista.

Non obbligheremo nessuno a credere, ma non rinunceremo al nostro pensiero per apparire più amabili, più moderni, per ottenere consensi o per conformarci al “politicamente corretto”. Anche nei confronti delle altre religioni intraprenderemo certamente un dialogo ma schietto e veritiero. Infine, condanneremo, gli episodi che subdolamente intaccano il patrimonio valoriale e religioso sia del singolo che del nostro popolo.

Nel mondo ma non del mondo.

Tutto ciò è egregiamente riassunto in una lettera che Diogneto, un autore anonimo del II secolo, indirizza ai cristiani del suo tempo.

«I cristiani non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per il modo di parlare, né per la foggia dei loro vestiti. Infatti non abitano in città particolari, non usano qualche strano linguaggio, e non adottano uno speciale modo di vivere. Questa dottrina che essi seguono non l’hanno inventata loro in seguito a riflessione e ricerca di uomini che amavano le novità, né essi si appoggiano, come certuni, su un sistema filosofico umano. (…) Abitano ognuno nella propria patria, ma come fossero stranieri; rispettano e adempiono tutti i doveri dei cittadini, e si sobbarcano tutti gli oneri come fossero stranieri; ogni regione straniera è la loro patria, eppure ogni patria per essi è terra straniera. (…) Vivono nella carne, ma non secondo la carne. Vivono sulla terra, ma hanno la loro cittadinanza in cielo. Osservano le leggi stabilite ma, con il loro modo di vivere, sono al di sopra delle leggi. Amano tutti, e da tutti vengono perseguitati. Vengono disprezzati e nei disprezzi trovano la loro gloria; sono colpiti nella fama e intanto viene resa testimonianza alla loro giustizia. Sono ingiuriati, e benedicono; sono trattati in modo oltraggioso, e ricambiano con l’onore. Quando fanno dei bene vengono puniti come fossero malfattori. I Giudei muovono a loro guerra come a gente straniera, e i pagani li perseguitano; ma coloro che li odiano non sanno dire la causa del loro odio. (…) Insomma, per parlar chiaro, i cristiani rappresentano nel mondo ciò che l’anima è nel corpo».

 La formazione

Un elemento irrinunciabile in questo processo di testimonianza è la formazione, poiché la maggioranza di coloro che si definiscono “cristiani” conoscono solo minimamente il catechismo appreso nella preparazione ai sacramenti della Comunione e della Cresima. Ovviamente, ciò è insufficiente, dal momento che le varie fasi della vita aprono problematiche nuove, le conoscenze culturali si ampliano e le esperienze si moltiplicano. Di conseguenza, le risposte apprese nell’infanzia e nell’adolescenza sono oggi inadeguate. Inoltre, anche il contesto societario è in continua e rapida trasformazione e le problematiche sono sempre nuove. Si pensi a quelle riguardanti la famiglia, il sociale, la politica, la professione… Sono sempre in evoluzione anche i temi riguardanti la vita, la sua origine, la dignità della persona, il rapporto tra lo scientificamente possibile e il moralmente accettabile di fronte alle scoperte nel settore medico e genetico. Anche la religione, pur non essendosi modificata nel suo messaggio, nei suoi fondamenti e nei suoi dogmi è stata approfondita mediante un ampio sviluppo biblico-teologico-morale attualizzato continuamente dai documenti del Magistero come risposta ai nuovi e pressanti interrogativi. Da ciò si comprende, che per evitare di ritenere veritieri fatti e contenuti non corrispondenti alla Parola di Dio e, di conseguenza al messaggio cristiano, per scongiurare una religione personale rispondente ai propri desideri attingendo idee da ogni fonte, per non smarrirsi spiritualmente ma anche intellettualmente, è indispensabile la formazione.

 Quattro vie per la formazione.

1.L’approfondimento della Bibbia e del Vangelo accompagnati da testi guida per comprenderli adeguatamente.

2.La lettura del “Catechismo della Chiesa Cattolica” che racchiude gli elementi fondamentali del cristianesimo. Il volume è riassunto in un testo più breve: il “Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica”.

3.La lettura di libri di cultura cristiana.

4.La visione e l’ascolto di programmi di opinione e di approfondimento trasmessi dalle televisioni e dalle radio di ispirazione cristiana.

Di strumenti ne possediamo molti. Però, è indispensabile, la volontà di voler crescere anche in questo settore.

 La formazione, atto di squisito amore

Ammonisce san Bonaventura: «Vi sono quelli che vogliono sapere tanto per sapere, e ciò è curiosità. Altri perché si sappia che lo sanno e questo è vanità. Altri che studiano per vendere il proprio sapere per denaro, ed è cosa turpe. Altri che vogliono sapere per la propria edificazione; questi compiono un’azione prudente. E c’è chi studia per edificare gli altri; questi compiono opera di carità».