“Quello che è successo in piazza Duomo” a Capodanno “non è una cosa che possiamo far finta di non vedere o sottovalutare. È una cosa di una gravità assoluta”. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.
Una ragazza belga, Laura Barbier, ha dichiarato in tre diverse interviste di aver subito con le sue amiche pesanti molestie durante i festeggiamenti di Capodanno a Milano.
Passano i giorni ma il sindaco Beppe Sala ancora non parla. Stranamente, il primo cittadino di Milano sembra non aver nulla da dire sui gravissimi episodi di violenza che si sono consumati nella principale piazza della sua città la notte di Capodanno, con decine di giovani stranieri che – immortalati da video purtroppo inequivocabili – urlavano a squarciagola insulti all’Italia e alle forze di polizia; non solo, per fugare ogni dubbio diversi di loro esibivano, orgogliosi, bandiere di Paesi esteri.
L’Italia dovrebbe finalmente fare i conti con il “caso Fallaci”. È stato rimosso da tempo, ma la realtà si incarica periodicamente di farcene sentire la ferita sempre più dolorosa.
L’Europa vuole continuare la guerra e preme per un allargamento vincolato all’accettazione dei “nuovi diritti”. Una linea pericolosa.
Ogni inizio ha una fine, ogni dritto si accompagna a un rovescio, ogni storia nasce da una pagina bianca. Pensiamo che il nuovo cancelli il vecchio ma è solo un’illusione, perché il filo dei giorni li tiene uno incollato all’altro e, se lo tagli, potresti dover riannodare il gomitolo da capo.
Per il nuovo anno in tanti desiderano tranquillità, salute e lavoro. Per i più giovani le cose sono diverse.
Dalle Olimpiadi di Parigi alle persecuzioni sotto il comunismo in Nicaragua e Cina, dalle denunce dei vescovi africani alla grande minaccia del gender. La Bussola intervista l’arcivescovo Cordileone, che sfata il mito di un’opposizione tra scienza e fede: «Sono complementari ed essenziali nella ricerca della verità. Il vero divario è tra scienza e politica».
Prima di iniziare a leggere questo articolo, fatevi la domanda: siamo ancora liberi di pensare e di dire il cavolo che ci pare? La risposta è: no, non lo siamo A imbavagliarci sta provvedendo ormai da tempo quel maledetto virus liberticida che prende il nome di wokismo, un multiforme e disorganico campo di attivismo politico tradottosi fin da subito in cieca ideologia.
Il rapporto della fondazione Cooperazione e Sviluppo analizza i dati di altri istituti: in Ucraina si contano tre morti ogni nuovo nato, a Gaza il numero più alto di vittime civili.