La vera prosperità dell’Occidente e dell’Oriente è nel ricordo e nel rinnovamento delle rispettive radici culturali senza formalismi e senza associazioni nazionalistiche o strumentalizzazioni confessionali, è una apertura all’universale, senza radicalismi e senza sradicamenti. Il commento dell’imam Yahya Pallavicini, presidente Eulema, European muslim leaders council, invitato dal Parlamento Europeo per una riunione informale con i rappresentanti delle religioni nel quadro dei principi dell’articolo 17 presieduto dalla vice presidente del Parlamento Europeo, Antonella Sberna.
Le nuove tariffe doganali non sono solo una misura economica, ma anche un modo per esercitare pressione sui partner. Trump le usa infatti come strumento di negoziazione. Ed è proprio una negoziazione quella a cui dovrebbe mirare l’Europa. Conversazione con Valbona Zeneli, senior fellow presso Europe Center e la Transatlantic Security Initiative dell’Atlantic Council.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica ci dice: «Il settimo comandamento proibisce di prendere o di tenere ingiustamente i beni del prossimo e di arrecare danno al prossimo nei suoi beni in qualsiasi modo…». In qualsiasi modo. Si ruba in tanti modi: di nascosto, ingannando, approfittando, negando, falsificando, sprecando, offendendo, calunniando. Si può rubare la vita, la pace, la dignità, la fiducia, la speranza, si può rubare il futuro.
L’ex premier israeliano analizza la situazione israeliana, stigmatizzando il governo del premier Netanyahu, e i suoi alleati della destra nazionalista religiosa, all’origine, a suo giudizio, della polarizzazione che vive il suo Paese. Sulla situazione a Gaza ribadisce che non c’è “alternativa credibile ai due Stati”.
Nel dibattito sulla guerra in Ucraina e per il riarmo delle nazioni europee accade che ai cattolici (e al Papa) viene sostanzialmente dato dei pacifisti e/o degli inutili neutralisti. Non va giù in certe redazioni dei giornaloni e in certe segreterie politiche che i cattolici si mettano a predicare l’assoluta necessità del dialogo per un negoziato. Si viene spesso arruolati come cripto filo-putinisti. Malcelati calabraghe di fronte all’aggressore. Indiretti sostenitori del ciuffo pazzo di Trump a scapito de “Leuropa”, il continente dei fratelli.
«Devi abituarti a fallire». In una delle scene più toccanti del documentario-premio Oscar “No other land”, il palestinese Basel Adra spiega così all’amico israeliano Yuval Abraham il significato del suo attivismo nonviolento.
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La democrazia nell’era digitale4 aprile 2025/ 2 commenti
di: Giuseppe Boschini
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La democrazia liberale, per come la conosciamo storicamente, può sopravvivere nell’era digitale? La domanda, tragica e forse eccessiva, non è però oziosa.
In democrazia la buona politica dipende da diversi elementi, ma due sono senz’altro cruciali: affrontare per tempo le questioni importanti, anche quando sono spinose e complesse e la possibilità di partecipazione dell’opinione pubblica sia reale.
In questo parallelismo tra 2025 e 1937 c’è come una corrispondenza tra le preoccupazioni del pontefice e quelle della filosofa. L’invito è di eliminare i termini “armati”. Liberando la vita politica e sociale, i giornali e i social da enfasi guerresche per far spazio a fatti di pace.
La recente esortazione di Papa Francesco a “disarmare la Terra” pone tutti i popoli di antica tradizione cristiana di fronte alla necessità improrogabile di impegnarsi a costruire una cultura di pace, rispondendo alla violenza con il dialogo e la solidarietà.