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“Il disagio è diffuso ad ogni livello. Insegnanti demotivati e declassati a “proletariato intellettuale”, studenti frustrati, personale addetto alla scuola pubblica insoddisfatto, distacco crescente tra docenti e studenti. E’ un segno dei tempi, oltre che il frutto di una devastante ideologia statalista e di conseguenti scelte politiche sbagliate. La scuola come siamo stati abituati a pensarla sta tramontando. S’intravvede all’orizzonte la destatalizzazione delle istituzioni educative e il loro scioglimento nelle nuove reti educative-cognitive. Da ciò deriva la necessità di restituire ai genitori degli alunni e agli studenti il loro diritto di scegliere dove e come soddisfare la loro domanda di servizi educativi.

E’ questa la tesi di fondo dell’interessante volume.  Definire il costo-standard per alunno e trasformarlo in bonus, che le famiglie hanno diritto di spendere nella scuola che scelgono: pubblico-statale, pubblico-paritaria, privata. Questa è la strada più virtuosa secondo l’autore, che tuttavia mette lucidamente in evidenza i persistenti grumi ideologici in campo educativo destinati a rendere più difficoltoso il percorso. In particolare gli enormi interessi neocorporativi che ruotano attorno ai sindacati dei dipendenti della scuola pubblica statale e i retaggi culturali dell’anti-aziendalizzazione, dell’egualitarismo burocratico e pauperistico e dell’assemblearismo.

Ma Cominelli non si ferma alla pars destruens. Per quanto riguarda l’Italia, l’architettura del sistema di istruzione ed educazione deve poggiare su quattro pilastri: il sapere curriculare, l’ordinamento, l’assetto istituzionale e amministrativo, il personale. In sintesi, nella visione di Cominelli ci sono molte novità: non più percorsi formativi uguali per tutti e basati su classi d’età, ma piani di studio personalizzati e fondati sui gruppi di livello; non più rigida ripartizione degli indirizzi delle scuole superiori ma maggiore flessibilità in funzione dell’accesso alle professioni; autonomia didattica per spezzare la parcellizzazione fordista delle discipline e dei tempi; abolizione del collegio docenti e introduzione di dipartimenti-laboratori e di un Consiglio d’amministrazione che prende le decisioni fondamentali e assume il dirigente e gli insegnanti; definizione di un sillabo delle competenze-chiave del docente e di uno stato giuridico del docente suddiviso in tre livelli di carriera (iniziale, ordinario, esperto); nuove forme di assunzione per docenti e dirigenti. Solo così sarà possibile, secondo l’autore, salvare la scuola italiana dall’incalzante sciagurata deriva” (Ruben Razzante in Nuova Bussola Quotidiana 24 marzo 2017). (La Nuova Bussola Quotidiana,   pg. 105, €.10)

31 marzo 2017

G. Cominelli – SCUOLA: ROMPERE IL MURO TRA AULA E VITA

“Il disagio è diffuso ad ogni livello. Insegnanti demotivati e declassati a “proletariato intellettuale”, studenti frustrati, personale addetto alla scuola pubblica insoddisfatto, distacco crescente tra docenti […]
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BULLISMO

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L’attetantato terroristico in Gran Bretagna

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