“RISCOPRIAMO” NELL’ESTATE IL “VANGELO”

IL VANGELO

Nel corso dell’estate la maggioranza di noi si prenderà un periodo di vacanza. Durante la vacanza avremo del “tempo libero” che magari dedicheremo anche alla lettura; ecco quindi il mio invito: “riscopriamo il Vangelo” che è un pregevole capolavoro letterario e contemporaneamente la massima guida spirituale del cristiano. E sopratutto, fermiamoci a riflettere e ripensare alla figura del Signore Gesù, poichè tutti i giorni dobbiamo fare i conti con Lui ammirando le bellezze artistiche presenti in una chiesa, sentendo il suono delle campane, leggendo il nome di una piazza o di una via dedicata ad un santo o a un personaggio religioso, seguendo il calendario ma soprattutto perché i valori del cristianesimo sono costitutivi del nostro patrimonio culturale. Di conseguenza, è impossibile conoscere la storia, la letteratura, la filosofia, l’arte… tralasciando Gesù Cristo. Quell’uomo, che per i cristiani è anche Dio, che visse per 33 anni nel ristretto territorio della Palestina e modificò la storia e, dopo duemila anni, un miliardo e mezzo di persone in tutto il mondo lo reputano una bussola di riferimento e un’ancora di speranza.

Il Suo Messaggio è racchiuso in quell’opera reputata tra i maggiori capolavori della letteratura mondiale:  i Vangeli. Un testo di una elevatezza morale e spirituale condivisibile anche da chi è “lontano” dalla Chiesa, ma lo giudica divinamente ispirato.

Alcune osservazioni sui Vangeli.

Il vocabolo “vangelo” deriva dalla parola greca “ευ-αγγέλιον” (eu anghélion), che intersecandosi con il termine latino “evangelium”, significa letteralmente “lieto annunzio” o “buona notizia“. Il Vangelo è la reale ed autentica “buona notizia” della per la nostra vita!

I Vangeli tramandatici sono quattro, ricordati con i nomi di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. I primi tre sono qualificati “sinottici” cioè con una medesima struttura, un identico sguardo d’insieme ed un analogo piano narrativo che consente di leggerli parallelamente. Quello di Giovanni possiede invece una struttura propria. Ogni evangelista lo propone ad una particolare comunità cristiana, perciò lo caratterizza per le questioni e i quesiti presenti in quel contesto.

Un interrogativo essenziale riguarda la storicità. Gli autori sono gli evangelisti o i loro collaboratori: Matteo e Giovanni erano presenti alla predicazione di Gesù; Marco e Luca, pur non avendolo conosciuto personalmente, hanno vissuto nella prima comunità cristiana di Gerusalemme fin dalla sua fondazione. Marco era l’interprete di Pietro e Luca il medico di Paolo; entrambi li accompagnarono nelle tappe della predicazione iniziale. Vari storici, anche a seguito della scoperta di alcuni papiri a Qumran, una località presso il Mar Morto, ritengono che i Vangeli siano stati scritti dopo la morte e risurrezione di Gesù e precisamente quello di Matteo nel 56 d.C., quelli di Marco e Luca tra il 60 e il 70, quello di Giovanni verso l’80. La giustificazione dell’argomentazione che i Vangeli furono scritti dopo la morte del Cristo lo notiamo anche da alcune affermazioni. Ad esempio, questi testi, presentano il Signore Gesù, fin dal momento della sua nascita, come il Salvatore. Ma per cogliere questa caratteristica occorre osservare il Cristo dall’angolatura prospettica della Pasqua, cioè della sua risurrezione.

Accanto ai Vangeli definiti “canonici” troviamo quelli “apocrifi” che si differenziano sostanzialmente dai primi (il Vangelo greco degli Egiziani, il Vangelo di Mattia, il vangelo di Maria Maddalena, l’Apocrifo di Giovanni, la Sophia di Gesù, il vangelo di Tommaso-copto, il vangelo di Pietro…). Tra le molte diversità da quelli canonici ne evidenziamo due: la data di composizione e lo stile. Quelli apocrifi sono stati scritti nel II° secolo dopo Cristo; parecchie decine di anni dopo la morte di Gesù. Anche lo stile è profondamente diverso; quelli canonici sono sobri e moderati anche nel descrivere eventi miracolosi; quelli apocrifi appaiono, per alcuni episodi incredibili, più una favola o un racconto. Ad esempio, riteniamo ridicola e inattendibile la narrazione che ci mostra il bambino Gesù che fulmina all’istante l’amichetto colpevole di avergli distrutto un gioco, oppure che per vendicarsi, trasforma dei compagni in capretti. E, di episodi simili, i testi apocrifi, ne sono zeppi.

E ora passiamo alla lettura.

Il testo proposto è: B. Maggioni, Il racconto di Matteo, Cittadella editrice, Assisi 1981. L’autore, eminente biblista, riporta i brani di Vangelo oltre dei commenti per comprendere le varie pagine a volte un po’ complesse.

Il metodo proposto: quello insegnatoci dal cardinale C. M. Martini, per oltre vent’anni arcivescovo di Milano, che ha frequentemente insistito sull’importanza per il cristiano della conoscenza del Vangelo. Il cardinale ci indica di fronte ad ogni capitolo quattro tappe: leggere, meditare, pregare, contemplare.

Leggere: leggendo attentamente e con tranquillità il brano potremmo scoprire elementi che ad una lettura veloce potrebbero sfuggire. Leggere con in mano una matita per sottolineare parole o frasi di rilievo o magari oscure.

Meditare: cioè riflettere sulle parole, sugli atteggiamenti e sulle azioni presenti nel testo per poi confrontarli con la propria vita.

Pregare: poiché dalla meditazione intuiamo che quelle parole del Signore Gesù sono un invito personale a ciascuno di noi. Preghiamo perciò, chiedendo al Cristo, di essere coerente con le indicazioni proposteci

Contemplare: cioè guardimo a Cristo per lasciarsi raggiungere dal suo mistero ed accogliere la sua misericordia e il suo amore.

“Allora la lettura dei Vangeli, con i suoi quattro momenti che essa comporta diventa una scuola di vita. Perché l’aver sperimentato personalmente Gesù come il Salvatore e il liberatore cambia inevitabilmente la mia vita, i miei giudizi, i miei criteri, e diventa la confessione pratica, vissuta nelle mie scelte quotidiane, che lui é il Signore della mia storia e della storia di tutti gli uomini, che é lui il Signore del mondo” (http://www.fwz.altervista.org/larezza/2010/12/16/insegniamo-a-leggere-i-vangeli-con-la-lectio-divina/).

 “Se il mondo occidentale non ritornerà alla lettura assidua e all’ascolto della parola di Dio attraverso la lectio divina non c’è speranza per il terzo millennio dell’era cristiana in Europa” (C. M. Martini, Dio educa il suo popolo, Centro Ambrosiano, Milano 1987, pg. 61).

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