BIOETICA – Caro Saviano, l’eutanasia è sconfitta

Caro Saviano, l’eutanasia resta una scelta di morte, un’amara sconfitta umana e sociale

Lo scrittore osanna il libro “La casa blu”, di Massimiliano Governi che affronta il tema dell’eutanasia come “una preghiera e un inno alla vita”. E lo candida al Premio Strega. No, essa è e rimane un gesto di capitolazione interiore e, talvolta, un’oscura scelta politico-economica che non teme di strumentalizzare, fino alla sua “terminazione”, la vita umana degradata dalla malattia o considerata ormai inutile

No, caro Roberto Saviano. Questa volta non ci hai proprio convinto. Neanche un impegnato giornalista e fine narratore, quale tu sei, può pensare di capovolgere la realtà, edulcorandola a suon di parole suadenti.
La triste scelta dell’eutanasia, narrata nel libro “La casa blu”, di Massimiliano Governi, – da te recensito di recente – difficilmente può essere definita, come suggerisci, “una preghiera e un inno alla vita”. No, essa è e rimane una scelta di morte, un’amara sconfitta umana e sociale, un gesto di capitolazione interiore e, talvolta, un’oscura scelta politico-economica che non teme di strumentalizzare, fino alla sua “terminazione”, la vita umana degradata dalla malattia o considerata ormai inutile.

Non stiamo certo tirando conclusioni sulla responsabilità personale di chi la chiede per sé, non avremmo né il diritto né gli strumenti per farlo. Ci riferiamo piuttosto all’eventualità dell’avallo sociale (ed eventualmente giuridico) di questa infelice prospettiva, che per altro avrebbe la pretesa di essere la via giusta per poter “morire con dignità”, o per citare ancora le tue parole, “per vivere dignitosamente fino all’ultimo respiro”. LEGGI

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