TESTIMONI – Giorgio La Pira verso gli altari. Il “processo” a una svolta

Firenze. Giorgio la Pira verso gli altari. Il «processo» a una svolta

Consegnata la positio. Domani il 40°della morte. Il vicepostulatore Certini e Primicerio presidente della Fondazione intitolata al «sindaco santo» hanno fatto il punto sulla causa di beatificazione.

Un’immagine di Giorgio La Pira Sullo sfondo Firenze di cui è stato sindaco Nel 40° della morte che ricorre domani, sono tante le iniziative In Italia ma non solo. Intanto con la consegna della positio, la causa di beatificazione vive un momento molto importante

«Sarebbe bello che il processo di beatificazione di Giorgio La Pira si concludesse fino a che è ancora viva la memoria. Significherebbe indicarlo come esempio di come un cristiano può vivere la politica». È l’auspicio di Mario Primicerio, presidente della Fondazione La Pira, che presentando le iniziative in programma per il quarantesimo anniversario della morte di quello che i fiorentini chiamavano il “sindaco santo”, ha fatto il punto sulla causa di beatificazione. Che sembra essere giunta a un punto decisivo: è stata consegnata infatti la positio, sulla cui base la Congregazione delle cause dei santi potrebbe decidere di sottoporre al Papa il riconoscimento delle ‘virtù eroiche’ di Giorgio La Pira e quindi il conferimento del titolo di venerabile.

A quel punto, servirebbe il riconoscimento di un miracolo attribuito all’intercessione di La Pira per proclamarlo beato. Il processo – ha spiegato il vicepostulatore della causa, Maurizio Certini – aperto nel 1986 dall’arcidiocesi di Firenze, ha comportato l’esame di una mole enorme di scritti, editi e inediti (libri, lettere, diari…) e l’audizione di oltre 200 testimoni, con rogatorie internazionali che si sono svolte anche a Mosca, a Gerusalemme, in Marocco, in Egitto e in molte altre città. «Ci farebbe particolarmente piacere – ha aggiunto Primicerio – che il decreto che riconosce La Pira venerabile fosse firmato da papa Francesco, in cui vediamo una particolare consonanza con il messaggio lapiriano».

La Fondazione ha fatto avere a Francesco alcuni testi di La Pira in spagnolo. «Ma non escluderei – ha affermato Primicerio – che li conoscesse già, visto che il maggior numero di traduzioni dei testi di La Pira è stato fatto in Argentina». Un sindaco rimasto impresso nella memoria di Firenze, un politico che ha dato un contributo importante alla stesura della Costituzione italiana. Ma anche un personaggio che, con i suoi appelli alla pace e all’unità dei popoli, si è fatto conoscere in molti Paesi: «Lettere e messaggi per chiedere novità sulla beatificazione di La Pira ci arrivano da ogni parte del mondo, a testimonianza di quanto questa figura sia internazionale.

Ci sono arrivate anche richieste di reliquie, alle quali dobbiamo rispondere che si tratterebbe di un culto improprio. Ma sappiamo che molti pregano chiedendo la sua intercessione, e lo testimoniano anche i messaggi lasciati sul quaderno accanto alla sua tomba, nella basilica di San Marco».

Riccardo Bigi

Avvenire.it 4 novembre 2017

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