I METODI NATURALI DELLA FERTILITA': questi sconosciuti

 I METODI NATURALI DELLA FERTILITA’

Premessa

Il ricorso ai metodi fondati sui ‘ritmi naturali di fecondità’ (Humanae vitae 11) andrà incoraggiato. Si metterà in luce che ‘questi metodi rispettano il corpo degli sposi, incoraggiano la tenerezza fra di loro e favoriscono l’educazione di una libertà autentica” (Papa Francesco, Amoris laetitia, n. 222).

I metodi naturali non sono mezzi contraccettivi, ma metodi di conoscenza della fertilità e, come tali, non sono rivolti fondamentalmente ad evitare il concepimento” (A. Saporosi, endocrinologa del Centro Studi e Ricerche dell’Università Cattolica in La Nuova Bussola Quotidiana, 30 maggio 2016).

La “Pillola della saggezza” di questa settimana la dedicheremo ai “Metodi Naturali della procreazione”’ o della fertilità poiché anche se poco conosciuti, sono ritenuti da molti inaffidabili e, soprattutto, limitativi della libertà e della spontaneità. Noi, vogliamo invece  dimostrare il contrario, all’inizio del XIV corso “Regolazione naturale della fertilità” che si aperto presso l’Universita Cattolica di Roma, coordinato dalla dott.ssa A. Saporosi. Afferma la specialista: “Il nostro servizio si occupa da tempo di promuovere nei giovani e nelle coppie, attraverso l’insegnamento dei moderni metodi naturali per la conoscenza della propria fertilità, in particolare il metodo dell’Ovulazione Billings,  un atteggiamento di responsabilità nei confronti della trasmissione della vita.  I metodi naturali possono essere utilizzati da adolescenti e giovani per una corretta conoscenza di sé in un percorso di educazione all’amore, e dalle coppie per ricercare o distanziare la gravidanza, nel rispetto dei valori che sono in gioco in questo campo, quali il rispetto della persona, l’amore coniugale, il valore della vita nascente e la tutela della salute procreativa” (Cfr. webprd.rm.unicatt.it/pls/unicatt_rm/consultazione)

I Metodi Naturali della procreazione “sono metodi che si basano sulla conoscenza dei processi biologici per cui una gravidanza può essere ricercata o evitata grazie all’osservazione dei segni e dei sintomi della fase fertile del ciclo mestruale. Quando si vuole evitare una gravidanza ci si deve astenere dai rapporti sessuali durante la fase fertile del ciclo, quando la si ricerca si possono utilizzare con precisione i giorni fecondi” (Definizione OMS). Dunque: “I metodi naturali consentono di individuare i momenti fertili e non fertili del ciclo della donna attraverso la rilevazione di indicatori di fertilità collegati all’andamento degli ormoni ovarici”. (dott.ssa Saporosi)

Consentono, inoltre alla donna, di scoprire e conoscere il proprio corpo e le sue leggi tramite l’osservazione e, quindi, di consumare l’atto sessuale con consapevolezza nel periodo di non fertilità, rinunciandovi in quello fertile, se non desidera un concepimento. Permettono, dunque, una corretta pianificazione famigliare e il rispetto della natura dell’atto sessuale coniugale, pur chiedendo un’astinenza periodica. Costituiscono, infine per la coppia uno strumento privilegiato per acquisire la consapevolezza del valore della fertilità e maturare, di conseguenza, scelte basate sulla condivisione, il rispetto reciproco e l’amore per la vita. Afferma la dott.ssa Saporosi: “i coniugi prendono coscienza della necessità di assumersi in prima persona la responsabilità di ogni scelta in merito alla procreazione, senza delegarla a mezzi esterni. La coppia, di conseguenza, è stimolata a condividere questa responsabilità, sviluppando una maggiore disponibilità al confronto, al dialogo, all’attenzione e al rispetto reciproco”.

Diversamente dalla pillola e dai contraccettivi chimici o ormonali, non provocano effetti collaterali o negativi sulla salute della donna consentendo di salvaguardare intatto il ciclo ovulatorio. Di conseguenza, il desiderio di conoscenza dei metodi naturali, dovrebbero oltrepassare gli orientamenti etici-religiosi abbracciando quelli psico-pedagogici, sanitari ed ecologici. Alcune donne testimoniano di piacevoli sorprese avendo previsto la propria fertilità ed osservato gli eventi del proprio corpo, evitando il supporto di medici o di strumenti tecnologici.

Sono,  inoltre, un efficace mezzo anche contro l’infertilità e le patologie ad essa collegata. Sostine la dott.ssa Saporosi: “Il metodo Billings, in particolare, è in grado di contribuire all’identificazione precoce di diversi tipi di anomalie del ciclo della donna, collegate a patologie disendocrine e cervico-vaginali, spesso clinicamente asintomatiche, che possono comportare infertilità”.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima nel 98% l’efficacia (Cfr.  Adv. Contracept. 10, 2004,  pg. 195; Contraception 53, 2006, pp. 69-74; Advances in contraception, 15, 2009,  pp. 69-83) ma troviamo risultati più alti in studi eseguiti successivamente in India e Cina. I dati sono pubblicati anche in autorevoli studi statistici (Cfr. Studies in Family Planning, 1997; Family Planning Perspectives, 2000; Obstetrics and Gynecology, 2000; J.Trusell et al., in Am.J.Obstet.Gynecol., 2001; Statistics in Medicine, 2001), mentre la relazione del febbraio 2012 dell’ “Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro” (IARC) si conclude con un’inquietante osservazione: “I contraccettivi orali estroprogestinici aumentano il rischio di cancro al seno, alla cervice e al fegato”. Allarme non nuovo, già lanciato nel 2012 dal “Rapporto Women’s Health Initiative”, che stabilì l’aumento del rischio di cancro in donne che utilizzano da oltre cinque anni la terapia ormonale sostitutiva.

Sulla validità dei Metodi Naturali della fertilità la Chiesa Cattolica si pronunciò per la prima volta il 29 ottobre 1951 nel discorso che papa Pio XII tenne al “Congresso dell’Unione Cattolica Italiane Ostetriche”, quando affermò che questi metodi sono accettati dalla Chiesa per “seri motivi, come quelli che si hanno non di rado nella cosiddetta ‘indicazione’ medica, eugenica, economica e sociale. Se però non vi sono, secondo un giudizio ragionevole ed equo, simili gravi ragioni personali (…), la volontà di evitare abitualmente la fecondità della loro unione, pur continuando a soddisfare pienamente la loro sensualità, non può derivare che da un falso apprezzamento della vita e da motivi estranei alle rette norme etiche”. Sono presenti altri riferimenti nell’ enciclica “Humanae Vitae” del beato papa Paolo VI (parte seconda, paragrafo 16), nell’ enciclica “Evangelium vitae” di san Giovanni Paolo II (parte quarta, paragrafi  87 – 88), nel “Vademecum per i confessori su alcuni temi di morale attinenti alla vita coniugale” (parte seconda, paragrafo 6) e nella citata Esortazione Apostolica di papa Francesco “Amoris laetitia”.

Due sono i Metodi Naturali della fertilità: il Metodo Billing e il Metodo Sintotermico.

Il Metodo Billing indica in base alle caratteristiche del muco del collo dell’utero (o muco cervicale) che si modifica prima, durante e dopo l’ovulazione, il tempo fertile o infertile in ogni ciclo mestruale.

Il Metodo Sintotermico segnala, ponendo attenzione alla combinazione di vari elementi derivanti dall’ovulazione (temperatura, tempo, muco…), il periodo fertile del ciclo mestruale. Questo metodo, presenta alla donna, maggiori elementi per identificare le due fasi.

Essendo fondamentale la conoscenza di sé, l’utilizzo dei Metodi Naturali si apprende rivolgendosi a “Centri di Consulenza”.

Come si differenziano i Metodi Naturali della fertilità dalla contraccezione? “Fra i Metodi Naturali e la contraccezione esiste una differenza di natura etica. Nella contraccezione l’uomo si fa padrone della propria natura, nei metodi naturali l’uomo si limita a far uso con intelligenza della propria natura, accogliendo il nesso fra unione e procreazione così come esso è stato posto dal Creatore, senza distruggerlo artificialmente e senza stringerlo ancora di più di quanto esso di fatto non lo sia. La norma, cui l’uomo in tal modo ubbidisce, non è di natura biologica ma di natura personalistica” (R. Buttiglione, Introduzione al 4° ciclo di catechesi, in Uomo e donna lo creò, Città Nuova 1987, III).

Un settore ostico, spesso chiuso al confronto, riguarda le sperimentazioni cliniche nei confronti delle donne in età fertile. La quasi totalità dei protocolli clinici pongono come “criterio di inclusione” l’uso dei contraccettivi: “se lei è in età fertile deve usare un metodo contraccettivo sicuro per tutto il tempo della sperimentazione”. Alcuni Sponsor indicano anche le pratiche contraccettive da adottare. Imporre l’uso del contraccettivo è eticamente scorretto; oltrepassa l’aspetto terapeutico ed evidenzia la sfiducia nella responsabilità della donna. Inoltre, il contraccettivo, soprattutto ormonale, potrebbe rendere inattendibili i risultati dello studio. E’ fondamentale un’ adeguata informazione per escludere la gravidanza nel corso della sperimentazione, e a volte, per un determinato periodo anche a ricerca conclusa. Andranno chiaramente evidenziati i rischi per il feto, evitando però “il ricatto” dei contraccettivi. Sarà la responsabilità della donna a stabilire le metodologie che riterrà più opportune adottare.

Nell’intervista alla “Nuova Bussola  Quotidiana” così conclude la dott.ssa Saporosi: “Non è infrequente assistere nel tempo al cambiamento dell’atteggiamento nei confronti della vita, per cui la coppia che esclude in modo rigoroso la gravidanza, si apre poi alla vita, scegliendo consapevolmente di avere rapporti in giorni riconosciuti potenzialmente fertili. Questo non significa che il metodo sia poco efficace, ma al contrario che lascia sempre alla coppia – protagonista consapevole delle proprie scelte – la libertà di vivere la logica del dono della vita”.

 Per approfondire:

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-responsabili-e-aperti-alla-vita-con-i-metodi-naturali-16327.htm.

M. Barbato, La regolazione naturale della fertilità. Scienza, cultura, esperienza, CODIT, Milano 1993

C.A.Me.N, I metodi naturali per la regolazione della fertilità, In Dialogo, Milano 2000

P. Pezzini – S. Grandi (a cura di), Un’amore così mi piace. I metodi naturali: un’opportunità da scoprire e vivere, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2004.

 

 

 

Comments are closed.