Il 24 marzo si è celebrata in tutta la Chiesa la “Giornata di preghiera in memoria dei Missionari Martiri“. Fu istituita dal beato Giovanni Paolo II nel 1992, nel giorno in cui in Salvador venne ucciso mons. Oscar Arnulfo Romero, che si era opposto con forza e decisione al governo militare che massacrava i più poveri e calpestava i loro diritti.

Celebrarla significa fare memoria di coloro che anche oggi muoiono a causa del Vangelo e nel 2013 sono stati uccisi 22 operatori pastorali (19 sacerdoti, 1 religiosa 2 laici); ne ricordiamo i nomi:

1Don Josè Francisco Velez Echeverri, di 55 anni, Colombiano, ucciso il 16 gennaio 2013.

Don Luis Alfredo Suarez Salazar, di 84 anni, Colombiano, ucciso il 2 febbraio 2013.

Don Josè Ancizar Palomino, di 80 anni, Colombiano, ucciso il 2 febbraio 2013.

Don Josè Florez Preciado, di 52 anni, Messicano, ucciso il 5 febbraio 2013.

Don Evarist Mushi, di 55 anni della Tanzania, ucciso il 17 febbraio 2013.

Don Josè Ramon Mendoza, di 44 anni, Venezuelano, ucciso il 17 febbraio 2013.

Dexter Condez, di 26 anni, laico appartenente alla Società di San Vincenzo De’ Paoli, Filippino, ucciso il 22 febbraio 2013.

Don Michele Di Stefano, di 79 anni, ucciso il 25 febbraio 2013 a Fulgatore (Trapani).

Suor Marie Emmanuel Helesbeux, di origine francese, uccisa nel nord-est del Madagascar il 1 marzo 2013.

Don Kochupuryl J. Thomas, di 65 anni, Indiano, ucciso il 31 marzo 2013.

Padre Richar E. Joyal, di 62 anni, di origine canadese, ucciso a Port au Prince (Haiti) il 24 aprile 2013.

Don Josè Antonio Bayona Valle, di 48 anni, Colombiano, ucciso il 6 maggio 2013.

Padre Francois Murad, di 49 anni, Siriano, ucciso il 23 giugno 2013.

Don Nestor Dario Buendia Martinez, di 35 anni, Colombiano, ucciso il 26 giugno 2013.

Padre Elvis Marcelino De Lima, di 47 anni, Brasiliano, ucciso il 13 luglio 2013.

Don Ignacio Cortez Alvarez, di 57 anni, Messicano, ucciso il 22 luglio 2013.

Don Luis Bernardo Echeverri, di 71 anni , Colombiano, ucciso il 27 settembre 2013.

Don Hector Fabio Cabrera, di 33 anni, Colombiano, ucciso il 27 settembre 2013.

Afra Martinelli, di 78 anni, Italiana, uccisa in Nigeria il 9 ottobre 2013.

Don Anibal Gomez, di 67 anno, Spagnola, uccisa a Panama il 30 ottobre 2013.

Don Hipolito Villalobos Lima, di 48 anni, Messicano, ucciso il 29 novembre 2013.

Don Nicolas De la Cruz Martinez, di 52 anni, Messicano, ucciso il 29 novembre 2013.

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Questi 22 martiri del 2013 dimostrano che anche oggi credere, seguire, annunciare il Signore Gesù può costare la vita.

Celebrarla significa anche far memoria che i soprusi, da duemila anni, accompagnano i discepoli di Cristo, ma con modalità diverse.

Nei primi secoli tentarono di eliminare il cristianesimo con la violenza fisica, in altre epoche i cristiani furono umiliati nei diritti più elementari, oggi, la lotta che i nemici del Signore Gesù stanno attuando, è più subdola. A volte uccidono, come abbiamo visto in precedenza, ma prevalentemente disorientano i fedeli, orchestrando squallide campagne massmediatiche per minare la fede dei singoli e la credibilità della Chiesa. Si attacca il cristianesimo con argomentazioni false e calunniose ma che, a volte, convincono il grande pubblico, oppure con ironia demenziale, si irride i valori religiosi. Affermò, il cardinale G. Biffi con la chiarezza che lo contraddistingue: “Mai a mia memoria c’è stato un accanimento così forte contro Cristo, la Chiesa e il Papa”.

 E una delle armi più usate è la diffusione di quella che papa Benedetto XVI definiva la “dittatura del relativismo”.

Cosa afferma la dittatura del relativismo? Che non esiste, sullo stesso argomento, una “verità unica” ma tante verità. Quindi, nessuno, deve avere l’ardire di parlare di “verità unica”, neanche Cristo! I cristiani, al massimo, possono parlare di “verità private” valide unicamente per una cerchia di persone.

Le conseguenze sono drammatiche; facciamo qualche esempio. Perché dobbiamo difendere l’embrione? Perché dobbiamo impedire l’aborto? Perché ognuno non può decidere quando terminare la vita con l’eutanasia? Perché il matrimonio deve essere celebrato unicamente da un uomo e una donna? Perché rifiutare l’ideologia del gender? Potremmo continuare con altri esempi che purtroppo fanno parte della quotidianità.

Un altro pericolo collegato con il relativismo è il “falso buonismo” che potrebbe, in nome delle buone cause, monopolizza le coscienze facendoci rinunciare ai nostri valori e alle nostre tradizioni.

Questa è la situazione odierna; che cosa possiamo fare?

Prendere atto del violento attacco nei confronti del cristianesimo riconoscendo le menzogne che sono comunicate, a volte travestite da sentimenti di bontà. Di conseguenza, dobbiamo testimoniare il Signore Gesù e i suoi insegnamenti, ricordandoci, come ammoniva il cardinale G. Biffi che “nessun doveroso rispetto delle credenze altrui, nessun volenteroso impegno di dialogo interreligioso, può velare ai nostri occhi e censurare sulle nostre labbra la nostra impareggiabile fortuna: la fortuna di essere cristiani-cattolici; vale a dire di aver ottenuto misericordia e di essere stati raggiunti, trasformati, radunati in una realtà nuova ed eterna da quel bambino che contempliamo nato a Betlemme” (Omelia della Notte di Natale 2001).

E tutto, senza paura, perché Cristo è un “avvenimento” che nessuno riuscirà mai a estirpare; ci tentano da duemila anni ma con risultati scarsi!

 

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