Avvenire.it, 11 ottobre 2017

Simboli religiosi. Lidl e il caso della cancellazione delle croci dalle chiese

l1

Il sindaco di Dolceacqua protesta per la foto ritoccata appesa al supermercato di Camporosso: “falsifica la realtà”. Lidl Italia: è stata una svista, non una strategia di marketing.

La grande fotografia appesa dietro le casse del Lidl di Camporosso (Imperia) dove le croci delle chiese sono state cancellate, grazie al fotoritocco

l2

Proteste e polemiche sul web, e non solo, per una fotografia di una campagna pubblicitaria, promossa dalla Lidl nella quale le croci delle chiese che si vedono sullo sfondo sono state cancellate per non urtare la sensibilità dei clienti di fede non cristiana. La notizia è stata riportata dal quotidiano La Stampa, secondo cui la cancellazione dei simboli religiosi farebbe parte della strategia di marketing messa in atto da Lidl: la maxi foto in questione – appesa nel supermercato di Camporosso, in provincia di Imperia, sulla parete di fronte alle casse -, raffigura il borgo di Dolceacqua e sullo sfondo sono “sparite” – a colpi di fotoritocco – le croci sulla facciata e sul campanile della chiesa di Sant’Antonio Abate.

Sempre nell’articolo pubblicato anche sull’edizione del Secolo XIX si legge che il sindaco di Dolceacqua, Fulvio Gazzola, ha scritto una lettera di protesta ai vertici della Lidl, proprio per la rappresentazione falsata di una delle “cartoline” più popolari del suo paese, il borgo di Dolceacqua, annunciando il ricorso a un’azione legale nei confronti di Lidl, qualora la foto non venga al più presto ripristinata secondo la vista originale.

Il Comune di Dolceacqua vuole capire come mai le croci sono state cancellate: «Possono certamente utilizzare la foto di Dolceacqua e ci fa anche piacere, è un simbolo della zona e un luogo molto conosciuto – ha scritto il sindaco Gazzola nella lettera inviata alla sede di Lidl Italia -. Ma se vogliono farlo, devono rispettare la realtà dei fatti: sulla chiesa ci sono le croci, simbolo di tradizione prima che di religiosità». «Il Comune si riserva di adire le vie legali – si legge nella lettera inviata al colosso del settore alimentare dall’amministrazione di Dolceacqua – a tutela della propria immagine e del proprio territorio».

Le scuse della Lidl: la nostra non è una strategia di marketing, ma è stata una svista

Contattato da Avvenire l’ufficio stampa di Lidl Italia ha fornito un’altra versione dei fatti: “Abbiamo scelto di esporre nei nostri supermercati foto evocative degli scorci più belli che il nostro Paese offre, come appunto il meraviglioso borgo di Dolceacqua. Nello specifico, l’immagine di Dolceacqua è stata acquistata da un database fotografico, stampata e affissa in punto vendita. Non ci siamo accorti che l’immagine acquistata non presentava le croci. Nessuna strategia di marketing quindi, ma una semplice svista di cui ci scusiamo sia con i nostri clienti che con gli abitanti di Dolceacqua“.

“Come già comunicato al sindaco – conclude la nota della Lidl -, l’immagine verrà rimossa e sostituita immediatamente”.

l3

L’altra pubblicità che aveva creato polemiche: erano state rimosse le croci delle chiese dell’isola greca di Santorini

Le croci rimosse dalle chiese di Santorini: ecco cosa era successo a settembre.

Va ricordato che non è la prima volta che Lidl utilizza fotografie nelle quali sono stati cancellati simboli religiosi. A settembre nel mirino dei consumatori attenti era finita la campagna pubblicitaria della Lidl riguardante i prodotti greci, dalla feta, allo yoghurt e alla moussaka, della linea Eridanous e in particolare una foto photoshoppata delle chiese dell’isola greca di Santorini, prive delle croci sulle cupole. Il paesaggio immortalato nell’immagine è quello consueto, spettacolare, con il mare sullo sfondo e le famose case bianche. Unico accorgimento: la rimozione dei simboli religiosi.

Dal Belgio un consumatore aveva scritto alla Lidl chiedendo spiegazioni e si era sentito rispondere che si trattava di una scelta «politically correct», per non urtare nessuno. In particolare lo scorso 31 agosto un portavoce della catena di supermercati aveva spiegato al sito di informazione belga Rtl.be che «evitiamo l’utilizzo di simboli religiosi perché non vogliamo escludere alcuna credenza religiosa». Secondo lui, Lidl è «un’impresa che rispetta la diversità, e questo spiega perché l’imballaggio è stato concepito così». Dopo un’onda d’indignazione, il gruppo tedesco ha comunque presentato le sue scuse: “La nostra intenzione non è mai stata quella di scioccare. Evitiamo l’utilizzo dei simboli religiosi sui nostri imballaggi per mantenere la neutralità in tutte le religioni”.

I.Sol

Avvenire.it, 12 ottobre 2017

Lidl. Le croci rimosse dalla logica di mercato

Il pensiero al servizio del mercato ‘politicamente corretto’ ora cancella le croci dalla sommità delle chiese. È il caso che tocca un colosso della grande distribuzione, la Lidl. Una gigantografia grande come una parete con una bella immagine di Dolceacqua, storico borgo ligure del Ponente, è esposta dietro alle casse del supermercato di Camporosso, in provincia di Imperia. Le case, la chiesa parrocchiale, il campanile, tutto in ordine, tranne che per un particolare: mancano le croci, sulla facciata e sul campanile della parrocchiale.

La polemica è scoppiata perché il sindaco di Dolceacqua ha scritto alla Lidl, chiedendo che la immagine del paese fosse riportata alla sua originalità. L’azienda ha promesso, poi non ha fatto niente, e allora il sindaco ha minacciato il ricorso alle vie legali. Quando la storia è uscita sui media la Lidl si è affrettata a giustificarsi: si è trattato, semplicemente, di una svista. L’immagine, volta a sottolineare la bellezza dei luoghi della regione, era stata acquistata da un database fotografico, e non ci si era accorti della mancanza delle croci. Nulla a che fare, dunque, con una politica di marketing a supporto di supermercati frequentati da una clientela multietnica e diversamente (o per nulla) religiosa.

Leggi ciò che afferma l’azienda e la perplessità rimane. Perché, intanto, nelle immagini di un generico database fotografico dovrebbero essere state cancellate le croci delle chiese? E poi la Lidl non è nuova a simili incidenti. Recentemente nei suoi supermercati di diversi Paesi europei i prodotti alimentari di un’azienda greca erano comparsi con una foto dell’isola di Santorini stampata sulla confezione: ma anche lì, sulle chiesette candide non c’erano più le croci. Scoppiata la polemica, l’azienda aveva dichiarato a un sito d’informazione belga di evitare «i simboli religiosi perché non vogliamo escludere alcuna credenza».Verrebbe da dire: eccola la pistola fumante, la prova del photoshop mirato… Ci sono, eccome, strategie d’immagine algidamente politically correct alla Lidl, colta per due volte di seguito nell’atto di sopprimere quei simboli. Cancellati con la scusa di non essersene accorti o, ancora più paradossalmente, esclusi in omaggio al programma di non escludere niente e nessuno.

Possibile che gli strateghi del marketing della grande catena commerciale non si siano posti il problema dell’effetto che fa vedere la foto di un borgo italiano ‘censurata’? Che non si siano chiesti se ai clienti di fede cristiana non urta quel ‘nulla’ inventato sulla vetta di un campanile? E se agli altri, magari diversamente credenti, non urta a loro volta vedersi usati per giustificare un falso? Quasi che fossero tutti parenti del califfo nero di Raqqa, il jihadista che in nome di un islam feroce cancella le croci, perseguita e marchia i cristiani e gli yazidi e brucia i musulmani che non sono come lui… Forse alla Lidl hanno fatto i loro conti, e hanno pensato che non ci si sarebbe fatto tanto caso. In realtà, un sindaco questa volta è insorto semplicemente perché vedeva alterata l’immagine del suo paese. Ma quelle croci non sono una decorazione, le croci che svettano sui nostri mille e mille campanili, sono un simbolo, un segno che rimanda alla Croce di Cristo. Al suo essere morto e risorto, per la salvezza degli uomini. In quelle piccole croci alte sui tetti di città e paesi, esposte al sole e alle intemperie, c’è un distillato di ciò in cui crediamo; c’è, in quelle croci, tramandata, ereditata, la ragione stessa della nostra speranza e il senso più alto di ogni donata sofferenza.

Disinvoltamente una grande azienda rimuove delle piccole croci in una foto. E se la cosa passa liscia, se nessuno si scuote e dice ‘no, così non si fa’, si continua a cancellare. Quelle antiche croci che vegliano sui nostri paesi, stonano fra gli scaffali del mercato globale e senz’anima. Come in un lifting che adegui a una neutra, ‘corretta’ modernità. Senza croci, del resto, quel paesaggio ligure è sempre incantevole. Perfettamente mutilato. Ancora più funzionale al vendere di più – il vero intoccabile credo, che ci vuole dominare.

Marina Corradi

 

 

Comments are closed.