L’IMPORTANZA DELLE PAROLE – Lettera aperta al Presidente del Consiglio

Caro Renzi

Da quanto sei entrato in politica, e mi permetto di darti del tu avendo alcuni anni in più, mi ha ottimamente impressionato il tuo entusiasmo, la tua fermezza e la tua chiarezza d’idee.

Ma con il passare del tempo, ben convinto che tu non possa compiere miracoli di fronte alle situazioni tragiche che hai ereditato, le tue dichiarazioni iniziano a infastidirmi un po’, e forse non solo me, ma anche vari italiani che potrebbero voltarti le spalle.

Mi spiego: più volte hai elogiato l’impegno e la forza d’animo presente negli italiani, stai portando avanti delle riforme che non ho la capacità di valutare essendo assai tecniche ma mi auguro positive, ma non stai 1prestando nessuna attenzione al rapporto tra istituzioni e cittadini basato su una burocrazia, che più volte ho definito, un “tumore in metastasi” che sta distruggendo, giorno dopo giorno, la società. Ne sono un chiaro esempio anche gli ultimi casi di corruzione scoperti a Roma poiché maggiore è la burocrazia più alta è la corruzione e con tasse elevate  più alto sarà il tasso di evasione. Di fronte alla diminuzione di entrate, alle continue perdite di posti di lavoro e al rischio povertà ognuno tenta di arrangiarsi come può.  A questo riguardo sono interessanti due indicazioni di papa Pio XII: “Astenetevi da queste misure (fiscali) che, a dispetto della loro elaboratezza tecnica, urtano e feriscono nel popolo il senso del giusto e dell’ingiusto, o che rilegano la sua forza vitale, la sua legittima ambizione di raccogliere il frutto del suo lavoro, la sua cura della sicurezza familiare: tutte considerazioni, queste, che meritano di occupare nell’animo del legislatore, il primo posto anziché l’ultimo” (Discorso del 2 ottobre 1948)  e “Lo Stato non può esagerare all’eccesso i carichi tributari che giungano ad esaurire i leciti benefici della proprietà privata” (Discorso del 9 novembre 1957). Ma anche La Pira, tuo predecessore a Firenze e ben conosciuto avendolo studiato, ammoniva: “Il pane, e quindi il lavoro, è sacro; la casa è sacra, non si tocca impunemente né l’uno né l’altra: questo non è marxismo, è Vangelo”.

E a far lievitare i costi dello Stato contribuisce in modo determinante il mantenimento della stratosferica  burocrazia  del nostro Paese.

Quindi, il mio consiglio, è di curare al più presto questo cancro, snellendo la burocrazia, che rischia di far svanire anche le migliori intenzioni dei cittadini onesti.

Un secondo problema riguarda il rapporto burocrato-cittadino.

Chi opera, dietro uno sportello, dovrebbe esercitare questa professione come “servizio alla società” essendo pagato dalla stessa  e non come un potere assoluto ed esclusivo, oserei dire quasi tirannico e minaccioso. E anche qui, la società civile, non solo è stanca ma esasperata da chi, perché 1dipendente pubblico, si reputa un “padre eterno” con il potere di vita e di morte, infatti alcuni cittadini dopo contatti con l’amministrazione pubblica si sono suicidati. E la responsabilità morale dello Stato è alta. Ogni colloqui burocrato-cittadino dovrebbe essere un dialogo da persona a persona, oltre ogni ruolo; un rapporto tra due soggetti di pari dignità; un incontro tra due volti che si guardano negli occhi per trovare delle soluzioni.

Ma questa mia  lettera nasce da un fatto ben preciso, estremamente piccolo di fronte ai drammi di molti, capitatomi la scorsa settimana e di cui potrebbero essere vittime anche centinaia di italiani poveri e fragili.

Ricevo una lettera di Equitalia che mi avvisa che gli devo 746 euro come Irpef d’indennità di fine rapporto per un TFR avuto nel 2007. Al di là del fatto che già nel 2012 pagai circa 800 euro risultanti dal conteggio conclusivo dell’Agenzia delle Entrate, quello che mi ha indignato è stato il tono della lettera che in PDF.  Lettera Equitalia

La lettera inizia e termina con una chiara minaccia di azioni cautelari ed esecutive (fermo amministrativo dell’auto o pignoramento),  ma il problema principale è che io nel 2007 e inseguito non ricevetti nessun avviso di pagamento come avvenne per gli 800 euro citati in precedenza, e così il debito che era di 501 euro è lievitato a 758 euro.

Ma c’è di più, e questa è una questione prevalentemente di buon senso; l’autore della lettera non ha avuto il coraggio di firmarsi con il suo nome e cognome ma semplicemente con “L’agente della riscossione”, quasi vergognandosi del lavoro che svolge.

E tutto questo, comprenderai, non va bene.

Caro Renzi vanno rivisti i rapporti burocrati-cittadini, le modalità di approccio alle persone, i toni e le parole che si utilizzano poiché ci accompagnano come il respiro, rimanendo una lettera o un colloquio Abstract speaker silhouette with letterssempre una sfida: si possono pronunciare parole giuste o sbagliate, quelle che aprono delle ferite o quelle che aiutano a guarire, quelle che possono  costruire o quelle che distruggono, che creano unione o che aprono divisioni, quelle che infondono timore o quelle che emanano la pace, parole di vita o di morte. La lettera che ho ricevuto possiede una tonalità indegna di una Nazione civile.

Da oltre vent’anni opero nella sanità, e un termine spesso citato è quello di “umanizzazione”, un vocabolo presente nell’ambito socio-assistenziale 1da mezzo secolo, da quando la prassi medica e l’efficienza tecnico-scientifica presero il sopravvento rispetto ai bisogni globali del sofferente. E così nell’ospedale, che in origine fu concepito unicamente per la cura dell’ammalato e il lato umano era “naturale”, cioè ovvio, si rese necessario riscoprire e ripresentare l’indispensabilità della preoccupazione caritatevole verso il prossimo sia sul piano individuale che istituzionale. L’umanizzazione non è sentimentalismo ma il sentimento da porre accanto all’ intelligenza e alla volontà nell’esercizio dell’arte sanitaria.

1Quanto necessiterebbe l’ambito burocratico di essere avvolto dall’umanizzazione per interessarsi realmente e con il massimo impegno della singola persona che con un volto e una storia personale chiede chiarimenti e consigli.

Utopia? Dire di no. L’episodio avvenuto qualche anno fa alla regione Umbra conclusosi con l’uccisione di due funzionari non va sottovalutato, anzi dovrebbe farti riflettere velocemente e soprattutto agire con celerità.

Cordialmente.

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