LE ASSURDE PROPOSTE DEI “CITTADINI”

OFFENDONO ED UMILIANO I CITTADINI

Tutti ci ripetono che l’Italia sta vivendo una gravissima crisi economica e moltissimi cittadini la sperimentano in prima persona perché magari licenziati (1milione nel 2012) o perché faticano ad arrivare alla terza o quarta settimana del mese e qualcuno giunge anche al disperato gesto del suicidio. La scorsa settimana abbiamo “puntato il dito” su una classe politica, vecchia e nuova, irresponsabile, incapace di comporre un Governo che sappia affrontare con la dovuta serietà e preparazione questa pesante situazione. E i nostri “cittadini” (così vogliono essere chiamati) i deputati e i senatori del Movimento Cinque Stelle, votati anch’essi e da noi pagati perché governino o facciano una seria e costruttiva opposizione, che cosa hanno inventato? Hanno presentato i loro primi tre progetti di legge riguardanti le unioni omosessuali, l’omofobia e la transfobia ritenendo che questi siamo i problemi maggiori degli italiani. Leggi assolutamente inaccettabili e ve lo dimostrerò trattando l’argomento dell’omofobia.

In Italia, a tutti i cittadini, comprese le persone omosessuali, sono garantiti accurati diritti costituzionali essendo «la legge uguale per tutti»; quindi, insultare o percuotere una persona omosessuale, ha la stessa gravità che colpire un eterosessuale, un disabile, una donna incinta o un bambino. Le normative per combattere le violenze e le discriminazioni, sono presenti nei vari Codici. E’ carente, invece, l’applicazione con rigore delle leggi e la certezza della pena.

L’idea dei “cittadini”, però, non è nuova! Nel dicembre 2009 (cfr art. 3 del Decreto Sicurezza) e nel luglio 2011, alcuni parlamentari del Centro Sinistra, proposero una legge che avrebbe punito, anche con la reclusione fino a tre anni, chi esprimeva giudizi etico-morali sull’omosessualità pur non rivestendo valenze discriminatorie. Il Disegno di Legge fu respinto per incostituzionalità. L’introduzione nel codice penale di un’ aggravante specifica a favore delle persone omosessuali avrebbe provocato gravissime discriminazioni nei riguardi di tutti, rendendo alcuni cittadini più protetti rispetto ad altri, creando disparità in sede penale nei confronti di uno stesso atto di violenza, imponendo inaccettabili limitazioni alla libertà costituzionale di espressione del proprio pensiero e alla protezione del diritto di opinione.

Cosa sarebbe accaduto, se il Disegno di Legge sul «delitto di opinione», fosse stata approvata? Immaginiamo alcune conseguenze.
Io sacerdote e tutti i miei colleghi, vescovi e cardinali compresi, avremmo rischiato sanzioni penali, e anche il carcere, se in un’omelia domenicale avessimo affermato contrarietà agli orientamenti sessuali, o al riconoscimento giuridico dei matrimoni tra persone omosessuali o alla loro richiesta di adottare dei figli. Emblematica, fu l’avventura di un pastore protestante svedese, condannato per un sermone riguardante la peccaminosità del comportamento omosessuale. E voi lettori, magari, avreste vissuto la stessa disavventura di una coppia di coniugi inglesi della contea del Lancheshire non favorevole alle adozioni per le coppie omosessuali. Per questa affermazione, furono visitati da due poliziotti, subendo per 80 minuti una severa lezione sulla loro presunta omofobia. Da notare che in quella Contea, 2 dall’introduzione della legge le aggressioni alle persone omosessuali sono aumentate del 17%. L’attacco parlamentare non si era concluso; l’onorevole A.M. Concia, come evidenziato dal quotidiano Avvenire, assicurò che avrebbe riproposto la proposta essendo una «battaglia di civiltà contro le discriminazioni e la violenza, dentro e fuori il Parlamento» (27 luglio 2011, 13), e P.L. Bersani commentò: «questo voto è una vergogna, una delle pagine più brutte e spero che non passi inosservato». E in questa settimana “i cittadini” hanno ripreso la lotta.

Questi tentativi parlamentari favoriscono alcune riflessioni.

1. I movimenti omosessualisti si presentano all’opinione pubblica come vittime di intolleranza e di violenza, mentre la loro tolleranza delle altrui idee è spesso carente come dimostrò la denuncia a G. Povia per la canzone Luca era gay (Festival di Sanremo 2009). Eloquente fu pure l’episodio riguardante il francese monsignor T. Anatrella, gesuita, psicoanalista e commentatore sul «Lexicon. Termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche» (EDB 2003) dei vocaboli «omosessualità» e «omofobia». Fu accusato di abusi sessuali da due attivisti gay; inseguito si provò la falsità delle accuse. Si colpì, esigendo il ritiro dell’opera, colui che aveva manifestato una visione discorde sull’omosessualità.

2. I massmedia, sempre attenti ad ogni atto negativo nei confronti degli omosessuali, degli immigrati, dei rom e degli islamici…, spesso ignorano gli atti che possiamo definire di cristianofobia in aumento nei Paesi europei.
Emblematico, tra i molti, fu lo spot di Sky Italia: «Sky fa miracoli» (agosto-ottobre 2011), che derise il cristianesimo per promuovere un prodotto commerciale; ferì i cattolici con un’ironia offensiva, ma nessuno lo condannò. Alla consigliera emiliana Silvia Noè, nel luglio 2011, fu negata la presidenza della Commissione «Pari Opportunità» dell’Emilia Romagna perché cattolica. Dichiarò la Noè: «Sono stata discriminata per le mie convinzioni: evidentemente l’Emilia Romagna è una regione dove i cattolici non hanno più diritto di cittadinanza. E questo è un fatto gravissimo».
E forse, pochi ricordano, che il 20 aprile 2005, il giorno seguente l’elezione di Papa Benedetto XVI, un quotidiano italiano commentò questo evento ponendo in prima pagina la foto di una cane pastore tedesco, con la scritta «il pastore tedesco».

3. Si propone il modello omosessuale come un comportamento normalizzato, e coloro che sostengono la normalità e l’armonia delle differenze sessuali, è tacciato come nemico della libertà o omofonico. Ciò è negativo nella formazione della personalità degli adolescenti e dei giovani.

4. Leggi riguardanti il campo sessuale e riproduttivo o i rapporti di amore, sono profondamente errate perché il diritto, in queste tematiche, trova il naturale fondamento nell’identità dell’uomo e della donna e nella legge naturale.

Cosa serve oggi? M. Tarquinio, direttore di Avvenire, risponde: «tanta buona educazione». «Che non è solo galateo, ma appunto un’educazione buona, cioè vera e umanamente profonda. Tesa a formare uomini e donne di autentica e civile moralità, che sentono e riconoscono come del tutto sbagliate e, dunque, da riprovare e ritenere giustamente sanzionabili brutalità e aggressivi esibizionismi, invettive e insulti, volgarità e provocazioni. Questo, e solo questo, serve a questo nostro Paese: leggi uguali per tutti» (27 luglio 2011, 1)

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