Sacerdote scagionato dalle accuse di abusi sessuali dopo 10 anni vissuti nell’ombra

Sacerdote scagionato dalle accuse di abusi sessuali dopo 10 anni vissuti nell’ombra

Il caso di monsignor Loomis, definito un punto di riferimento.

Un sacerdote dell’arcidiocesi di Los Angeles (Stati Uniti) è stato prosciolto dal Vaticano dall’accusa di aver molestato un adolescente quando era seminarista.

Monsignor Richard Loomis, 68 anni, è stato accusato in una causa del 2003 di aver abusato di un adolescente tra il 1969 e il 1971, quando insegnava alla Pater Noster High School di Los Angeles. Si è giunti a un accordo nel 2007, ma il sacerdote ha sempre rivendicato la propria innocenza. Un’altra accusa contro di lui era stata rivolta nel 1974, anni prima della sua ordinazione, ma non ha mai avuto seguito.

Visto che l’imputazione risaliva al 2003, un anno dopo che i vescovi statunitensi avevano adottato la Carta per la Protezione dei Bambini e dei Giovani e le Norme Essenziali per implementare la Carta, monsignor Loomis è stato immediatamente messo in congedo con facoltà sospese ed è stato avviato un procedimento canonico contro di lui. Il procedimento è stato inviato alla Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha assunto tutti i casi che coinvolgono abusi sessuali da parte di membri del clero.

L’accusa è stata però girata a un funzionario di alto livello di Los Angeles, visto all’epoca monsignor Loomis era vicario per il clero e gestiva egli stesso tutti i casi di abusi sessuali da parte del clero nella diocesi più grande degli Stati Uniti.

Per dieci anni non è stato detto nulla sullo stato della causa che lo vedeva coinvolto, finché l’arcidiocesi ha annunciato che, “dopo dieci anni di indagini esaustive e processo canonico, un tribunale della Santa Sede ha stabilito e decretato definitivamente che non è stata provata alcuna dichiarazione di cattiva condotta sessuale di alcun tipo contro monsignor Richard Loomis. Monsignor Loomis ha sempre professato la propria innocenza di fronte a queste accuse”.

“Ora che le accuse contro di lui si sono risolte in modo definitivo, il diritto canonico stabilisce che le restrizioni temporanee per quanto riguarda l’esercizio pubblico del sacerdozio da parte di monsignor Loomis sono venute meno”.

L’arcidiocesi di Los Angeles non ha fornito informazioni per contattare monsignor Loomis, ma il sacerdote ha affermato in una dichiarazione inviata per e-mail all’Associated Press mercoledì che il fatto di essere scagionato è stato una “giustificazione non solo per me, ma per il sacerdozio” e ha ringraziato Dio e chiunque abbia pregato per lui nell’ultimo decennio.

“Siamo spesso esortati a pregare per le vittime degli abusi. È una cosa giusta”, ha scritto. “Dovremmo dire una preghiera anche per i sacerdoti accusati falsamente di abuso. Portano un terribile peso per un crimine che non hanno commesso”.

Il 58enne presunta vittima di abusi da parte di monsignor Loomis ha detto all’Associated Press di non essere mai stato contattato mentre il Vaticano esaminava il caso.

“Non mi hanno mai contattato per niente. Mi fa infuriare”, ha detto l’uomo, che ha parlato all’AP in forma anonima.

Quello di monsignor Loomis è un caso raro, al punto che colui che guida il gruppo Opus Bono Sacerdoti (Lavoro per il bene dei sacerdoti) lo ha definito un punto di riferimento. Joe Maher è stato il cofondatore di Opus Bono nell’aprile 2002, poco dopo che il Boston Globe aveva pubblicato storie sulla copertura di abusi sessuali da parte dei sacerdoti nell’arcidiocesi di Boston; l’obiettivo è aiutare direttamente i sacerdoti con problemi personali, legali o finanziari di qualsiasi tipo. Nel 2010 il gruppo era stato contattato da 10.000 sacerdoti, circa tre al giorno. In seguito, ha detto Maher, hanno smesso di contare, anche se ritiene che stiano ricevendo più o meno lo stesso numero di contatti.

Ciò che succede in genere in casi come quello di monsignor Loomis, ha spiegato Maher, è che il sacerdote viene accusato, rimosso da qualunque incarico stia ricoprendo, le sue facoltà sono sospese e poi viene lasciato a se stesso. Se c’è una causa civile, in genere si permette che si svolga prima che venga intrapresa qualsiasi azione a livello canonico.

Secondo Maher, nel processo civile le compagnie assicurative esercitano pressioni sulle diocesi perché raggiungano un accordo, e anche se una diocesi afferma che l’accordo non è un’ammissione di colpa, è questo che pensa la gente. Una volta che si arriva al livello canonico, i sacerdoti sono in guai ancor maggiori. Maher ha dichiarato che ci sono stati e ci sono ancora molti sacerdoti che “non conoscono quali siano le accuse o i dettagli del caso” che li riguarda.

Il motivo per cui il caso di monsignor Loomis è così raro, ha osservato Maher, è che i sacerdoti che “languiscono” tanto a lungo e vengono poi dichiarati innocenti finiscono in genere per non trovare una sistemazione e trovano lavoro nel mondo secolare. Non è il diritto canonico che impedisce loro di servire, ha detto, ma la stampa e la Rete di Sopravvissuti agli Abusi da parte di Sacerdoti. Nel raro caso in cui un vescovo decida di ripristinare un sacerdote nell’esercizio delle sue funzioni pastorali dopo che è stato scagionato, la stampa e la Rete in genere si scagliano contro il presbitero e contro il vescovo. Nei rari casi in cui è accaduto, ha commentato Maher, i vescovi hanno dovuto ritirare l’assegnazione dell’incarico.

Maher non è riuscito a fornire una stima del numero di sacerdoti che si trovano in questa situazione, dicendo solo che ce ne sono “migliaia”. “Ci sono grandi sacerdoti là fuori che si girano i pollici”, ha detto.

Opus Bono offre sostegno finanziario a questi presbiteri, che otteranno la propria pensione, ma per Maher hanno bisogno soprattutto di sostenersi.

Un sacerdote in prigione malgrado si professi innocente è padre Gordon MacRae, che sta scontando la pena nel penitenziario di Stato del New Hampshire.

“La maggior parte dei cattolici non capisce quanto sia gravemente ingiusto questo processo finché non conoscono personalmente un sacerdote che è passato per questa esperienza”, ha affermato in una dichiarazione inviata per e-mail ad Aleteia. “Il fatto che monsignor Loomis sia stato scagionato di recente è una notizia che si accoglie con favore. Il mio cuore è vicino a questo buon sacerdote per le prove che ha sopportato durante questo processo decennale in cui si è indagato su accuse risalenti a 46 anni fa. È raro che i sacerdoti vengano scagionati”.

Padre MacRae ha detto che monsignor Loomis, “come la maggior parte dei sacerdoti accusati, è stato posto in stato di sospensione amministrativa, presumendo che fosse colpevole, e gli è stato impedito di presentarsi pubblicamente come sacerdote. Come risultato, gli è stato impedito di presentarsi pubblicamente tout court, e di offrire una difesa pubblica contro queste accuse. C’è qualcuno che crede davvero che un sacerdote accusato possa difendersi se viene costretto a fingere che le accuse non hanno legami con il fatto che è un sacerdote?”.

Se si fosse chiesto a Maher prima che iniziasse un lavoro del genere se è in atto una “guerra spirituale”, avrebbe risposto con un sì poco entusiasta. Ora, dopo aver seguito questi casi per dodici anni, vede chiaramente all’opera le forze del male, “il dissenso, la falsità, le bugie”.

E a causa di questo, ha detto, la situazione non cambierà molto presto.

di Thomas A. Szyszkiewicz

Aleteia, 21 novembre 2017

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