Avvenire.it, 21 ottobre 2017

Milano. Fratel Ettore beato, parte il processo

L’arcivescovo di Milano, Delpini ha dato il via libera alla pubblicazione dell’editto con il quale avvia l’iter che potrebbe portare il camilliano Ettore Boschini agli onori degli altari.

Passo importante nel processo di beatificazione per fratel Ettore Boschini, il camilliano molto noto a Milano che ha speso la sua vita accanto agli ultimi nella metropoli lombarda. L’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha infatti incaricato la Curia di pubblicare l’Editto per l’apertura del processo di beatificazione e canonizzazione del servo di Dio fratel Ettore Boschini.

Un’infanzia povera

Fratel Ettore, era nato nella frazione Belvedere del comune di Roverbella (Mantova) il 25 marzo 1928 da una famiglia di agricoltori, trascorse la fanciullezza in ristrettezze economiche familiari e giunto all’adolescenza dovette lasciare la scuola, per andare a lavorare nei campi e nelle stalle, alle dipendenze di piccoli proprietari terrieri. Giunto ai 24 anni, la vocazione allo stato religioso che avvertiva in sé, si fece più insistente, per cui scelse di entrare nell’Ordine dei Camilliani, venendo accolto il 6 gennaio 1952 e pronunciando i voti temporanei come Fratello, il 2 ottobre del 1953.

L’approdo a Milano

Nei primi anni Settanta fu destinato a Milano, alla clinica camilliana “San Pio X”, dove mentre lavorava, riuscì a conseguire la licenza media e il diploma d’infermiere professionale. Nel capoluogo lombardo, scoprì le miserie che si nascondono nella vita metropolitana delle grandi città. Desideroso di stare vicino ai più diseredati, senza tetto, immigrati, persone sole senza affetti, prese ad istituire dei “Rifugi” – notissimo quello che creò nelle vicinanze della stazione ferroviaria centrale -, luoghi ospitali organizzati per soccorrerli al meglio, prima da solo, poi con l’aiuto di volontari attratti dal suo carisma camilliano.

La sua missione tra i diseredati

I milanesi lo ricordano con la sua veste talare nera sdrucita, con la grossa croce rossa sul petto, abito tipico del suo Ordine, percorreva in lungo e in largo Milano, alla ricerca dei bisognosi, offrendo aiuto concreto e spirituale. Giro per la città che spesso compiva con una vecchia utilitaria di colore bianco, sul cui tetto aveva posto una grande statua della Madonna, a cui fratel Ettore era molto devoto.

Una passione e uno stile pastorale non sempre compreso e apprezzato. Ma nonostante fatiche, incomprensioni e maltrattamenti è diventato per moltissimi milanesi, e non solo, il “simbolo di una vera e difficile solidarietà“, come lo definisce anche il comunicato ufficiale dell’arcidiocesi ambrosiana che da l’annuncio dell’avvio delle procedure a livello diocesano.

Fratel Ettore morì il 20 agosto 2004 a 76 anni, nella clinica camilliana “San Pio X” a Milano, dove aveva iniziato la sua missione pastorale.

Enrico Lenzi

 

 

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