Banche, nella legge di bilancio solo briciole per i risparmiatori truffati

Banche, nella legge di bilancio solo briciole per i risparmiatori truffati

Che Renzi e il Pd volessero usare il tema sulle banche, magari grazie proprio alla commissione d’inchiesta, come cavallo di battaglia per provare a ricostruire un’immagine a dir poco compromessa, lo avevamo capito. E la prova che la “genialata” renziana altro non è se non l’ennesima trovata “spot” per gettare un po’ di fumo negli occhi prima del voto, è data dal fatto che nell’ultima legge di bilancio le risorse destinate al risarcimento dei risparmiatori truffati sono misere.

Per i risparmiatori delle banche venete in liquidazione coatta amministrativa (Popolare di Vicenza e Veneto Banca) e delle quattro banche in risoluzione (Etruria, Carife, Carichieti e Banca Marche) infatti è stato destinato un fondo di soli 50 milioni di euro per gli anni 2018-2019 a fronte dei quasi 300 milioni di cui si parlava e che le associazioni di consumatori consideravano “una base di partenza” per quanto riguarda le banche venete. C’è chi dice che servirebbe almeno un miliardo di euro per garantire un rimborso equo ai diversi risparmiatori. Di fronte a ciò, si capisce bene che i 50 milioncini del governo sono pochi spiccioli. Ovviamente è stato precisato che verranno ristorati i risparmiatori “che hanno subito un danno ingiusto riconosciuto con sentenza passata in giudicato” relativamente agli “obblighi di informazione, diligenza, correttezza e trasparenza” nel collocamento degli strumenti finanziari. Il sottosegretario all’economia Baretta, intervenendo a Radio Anch’io, ha subito messo le mani avanti precisando che il fondo “è destinato certamente a crescere”. Come dire: è vero che le risorse sono poche ma almeno ci sono.

E già, perché stando alla prima formulazione della legge di bilancio, i fondi destinati al rimborso dei risparmiatori truffati dovevano essere pari a zero. Eppure il Senato, a fine settembre, su iniziativa del gruppo Federazione della Libertà – Idea, presieduto dal senatore Gaetano Quagliariello, aveva votato a maggioranza una mozione che impegnava il governo a prevedere tempestivamente il diritto al rimborso anche per i risparmiatori rimasti esclusi dal decreto salvabanche, in particolare quelli delle banche venete. Mozione, in un primo momento, completamente ignorata da Baretta che ai senatori Quagliariello e Bonfrisco che chiedevano spiegazioni in merito, ad inizio novembre rispondeva così: “Se i risparmiatori hanno subito danni e perdite lo devono all’insipiente gestione delle banche e ai problemi che, anche in queste ore, si stanno discutendo nella Commissione d’ inchiesta”. Tradotto: le responsabilità in materia non sono politiche e tutto si risolve con la Commissione d’inchiesta. Peccato però che, oltre alle responsabilità manageriali (che ci sono eccome), quelle politiche non mancano: chi ha approvato il decreto salvabanche che ha prosciugato i conti a centinaia di risparmiatori è stato il governo Renzi. Non Bankitalia o Consob.

Ecco perché ora, forse per salvare il salvabile, qualche risorsa è stata destinata. Ma non basta: “Sui risarcimenti ai risparmiatori truffati, per i quali abbiamo costretto il governo quantomeno a porsi il problema di estendere la platea agli obbligazionisti fin qui esclusi, il sottosegretario Baretta ha avuto il pudore di dire che è soltanto l’inizio. Rispetto all’entità del problema, infatti, le cifre stanziate superano di poco la soglia del ridicolo” dichiarano i senatori Gaetano Quagliariello, Andrea Augello e Cinzia Bonfrisco del gruppo Federazione della Libertà –Idea. Quindi, niente da fare: se il Pd renziano sperava di diventare dall’oggi al domani “paladino dei risparmiatori”, i fatti continuano a dire l’esatto contrario.

Carlo Mascio

L’Occidentale, 29 novembre 2017

 

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