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110 e lode in Discipline dello spettacolo e della comunicazione a Pisa, con una tesi sul film “La viaccia” di Mauro Bolognini: così il 30 giugno Luca Razzauti, 27 anni, originario di Livorno, ha coronato con successo la sua carriera universitaria. Il fatto, in sé, non sarebbe una notizia se non che Luca soffre della “sindrome dell’X fragile”, che conferisce tratti autistici e crea difficoltà, tra l’altro,proprio sul fronte della comunicazione. Aiutato da un tutor dell’Università, sostenuto da compagni, famiglia e amici, Luca è riuscito a esporre il suo pensiero grazie anche al sistema della Comunicazione facilitata alfabetica, un sistema “intelligente” che utilizza una tastiera per “tradurre” i pensieri dell’utente.

 La notizia della laurea di Luca è stata riportata con grande enfasi sul sito dell’Università d Pisa, in un articolo in cui compaiono le parole dello stesso neodottore: “La bellezza di essere accettato con le mie caratteristiche, belle e meno belle, non ha prezzo, come del resto riuscire ad ottenere tante soddisfazioni. Proprio grazie a questo percorso intrapreso sentendomi alla pari, sono riuscito a dare il 1meglio di me, fino ad arrivare a laurearmi. E il giorno della mia laurea mi sono sentito finalmente in grado di poter mettere alla prova le mie capacità di controllo delle emozioni e le mie competenze sociali, più ancora di quelle culturali. È stata dura ma ce l’ho fatta, la mia autostima ha perforato i sette cieli, ma ciò nonostante mi rendo conto che non potrei essere qui a parlarvi di tutto questo se non avessi avuto alle spalle una magnifica squadra formata da familiari, amici vecchi e nuovi, giovani e adulti, insegnanti che mi hanno concesso un credito senza lasciarsi condizionare dalle sfavorevoli apparenze, persone che in ambito universitario lavorano per creare i presupposti culturali e logistici che permettano l’inclusione. Una squadra in cui esistono solo titolari, dove tutti sono necessari, nella quale non sono previste le panchine per le riserve. Grazie a tutti, sentivo la vostra partecipazione come una mano che mi sospingeva, mi manteneva in equilibrio e, alla fine, mi portava in trionfo”.

 La tesi di Luca è stata ascoltata con grande attenzione dal professor Paolo Mancarella, delegato per la disabilità e pro rettore per la didattica dell’Università di Pisa. Ma tutti i presenti ascoltavano la relazione con grande interesse, attenti non alle parole bensì a quanto Luca scriveva via via sul suo computer.

 A sottolineare il traguardo raggiunto è anche Fabio Sesti, presidente dell’associazione “Vi comunico che penso” impegnata a far conoscere le tecniche della Comunicazione facilitata alfabetica (CFA), facendo di tutto “per rompere il muro di silenzio e di isolamento che grava su tante persone affette da sindromi tali che rendono loro impossibile la normale interazione sociale fondata sulla comunicazione vocale”.

Avvenire, 11 luglio 2014

14 luglio 2014

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