28 giugno 2025  

(Prossimo aggiornamento, il 204°, SABATO 5 luglio 2025)

CATTOLICI IN POLITICA GUARDANDO IL “FUTURO” E NON UNICAMENTE L’ “OGGI”

Domenica scorsa la Chiesa Cattolica ha celebrato il Giubileo dei Governanti e quindi la nostra riflessione ha evidenziato le caratteristiche del “buon politico”. Oggi vogliamo fare un passo in avanti chiedendoci la missione dei “cristiani cattolici in politica”.

Come punti di partenza voglio prendere don Luigi Sturzo che nel 1919 fondò il PPI (Partito Popolare Italiano) che colse l’importanza dell’ “arte” della politica così definita da papa Francesco nell’ Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudium”: “La politica, tanto denigrata, è una vocazione altissima, è una delle forme più preziose della carità perché cerca il bene comune” (205). Per questo don Sturzo, ammoniva i cattolici a non disertarla: “Spero che i cattolici riprendano coraggio”. Un’esortazione attuale anche dopo decenni.

Noi, vogliamo riflettere su questo argomento attingendo agli insegnamenti del Signore Gesù, l’unico che ha “parole di vita eterna”, poiché le Costituzioni passano ma il Vangelo resta. Un pensiero illuminante è il seguente: “Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio” (Mt 22,15). Il Cristo, pronunciò questa frase come risposta ad un interrogativo dei sadducei che volevano raggiarlo: “Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità e non hai soggezione di nessuno perché non guardi in faccia ad alcuno. Dicci dunque il tuo parere: È lecito o no pagare il tributo a Cesare?” (Mt. 22,12). Nella risposta di Gesù, “Rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”, si evince il rilievo dell’impegno socio-politico del cattolico che si concretizza sia partecipando in prima persona alla vita politica ma anche dei singoli cittadini tenuti al rispetto delle leggi, al pagamento delle tasse, alla partecipazione al voto, al sentirsi responsabili della conservazione dei beni della collettività. Ovviamente, ricordando che a Dio spetta una particolare obbedienza “a livello di coscienza”. Così, il cardinale G.F. Ravasi, riassume tutto ciò: “Il potere dello stato è reale e non può essere annullato nei vaneggiamenti di una teocrazia in cui l’altare diventi anche il trono. Ma il potere dello Stato ha dei limiti precisi e invalicabili che non possono estendersi fino ad assorbire totalmente I’uomo. Gesù afferma con vigore l’autonomia della coscienza e della dignità umana che non può essere conculcata da nessun potere politico prevaricante. Il cristiano deve rifiutare ogni identificazione di un partito o di un movimento politico col Regno di Dio. Deve escludere ogni tentazione integralista religioso-politica in cui si voglia far diventare il Vangelo una carta costituzionale. Il Cesare divinizzato e I’interferenza religiosa nella gestione dello Stato non sono proposte evangeliche”(Secondo le Scritture, Piemme, Casale Monferrato 1992, pp. 281-282).

Alcuni si domandano sul “diritto” della Chiesa, e di conseguenza del cristiano, ad occuparsi dei problemi politici, economici e sociali. Per taluni, questa Istituzione, dovrebbe limitare il proprio ambito di azione al “religioso-spirituale”, tralasciando interventi sugli aspetti organizzativi e gestionali della vita della collettività. E, giustificano la loro opinione interpretando “erroneamente” la citata frase di Gesù, concludendo che Cristo non si è mai lasciato coinvolgere in programmi politici. Ciò è vero se interpretiamo il vocabolo “politica” con un significato limitativo e riduttivo di “partitocrazia”; non è così se lo comprendiamo nel suo nobile e ampio significato. Infatti, “la politica, è l’attività mirante a determinare i criteri o i valori fondanti la vita globale di un popolo, le finalità primarie e intermedie da perseguire, gli strumenti per il loro conseguimento” (E. Chiavacci, voce “politica” in AA VV, Nuovo dizionario di Teologia Morale, Paoline, Milano 1990, pg. 952).

Ritornando “al coinvolgimento o meno” del Signore Gesù nell’ambito politico e quindi del cattolico, dobbiamo riferirci anche ad una altra frase pronunciata dal Cristo nella sinagoga di Cafarnao quando presentando la sua missione, affermò: “Il tempo è compiuto. Il Regno di Dio è vicino. Convertitevi e credete al Vangelo ” (Mc. 1,15). Nella locuzione è presente l’espressione “Regno di Dio” e l’azione da intraprendere per la sua costruzione: la “conversione”. Ciò significa che il Regno di Dio non è unicamente un “tempo escatologico” ma una realtà in divenire operante nella storia; un “già” e un “non ancora”. E il Messia non si pose all’esterno della storia degli uomini, ma l’assunse solidarizzando con essa. “A differenza della speranza ebraica che parlava di futuro, Gesù dice che l’ora messianica è arrivata, è qui nelle sue parole e nella sua azione: l’annuncio di Gesù ha un tono di gioia e insieme di urgenza ed è universale” (B. Maggioni, Il racconto di Marco, Cittadella 1981, pg 32). Dunque, se il Regno di Dio è presente nella storia, il Vangelo per il cattolico (anche in politica), è “la categoria di giudizio” che deve assumere per concretizzare gli atteggiamenti nuovi richiesti da Cristo. Il cristiano, rispettando “l’autonomia delle realtà terrene e delle norme che le regolano”, non può omettere nella sua azione politica i valori evangelici e la normativa etico-morale irrinunciabili in ogni settore societario, affinché il cittadino, realizzandosi, giunga al profondo benessere e all’autentica libertà.

Quella che alcuni definiscono “interferenza della Chiesa cattolica” nella vita societaria italiana, è dunque unicamente “il contributo” che questa Istituzione offre affinché lo sviluppo del nostro Paese sia fondato sui concetti di amore e di prossimità, di equità e di giustizia, ponendo l’accento sulla centralità della persona e della famiglia, proponendo come mezzi i principi etici, in particolare quelli del bene comune, della solidarietà e della sussidiarietà. Esortava san Giovanni Paolo II: “Singoli, famiglie, gruppi, realtà associative hanno, sia pure a titolo e in modi diversi, una responsabilità nell’animazione sociale e nell’elaborazione di progetti culturali, economici, politici e legislativi che, nel rispetto della convivenza democratica, contribuiscano a edificare una società nella quale la dignità di ogni persona sia riconosciuta e tutelata, e la vita di tutti sia difesa e promossa” (Evangelium vitae, n. 80).

Che cosa devono offrire i politici che si dichiarano cristiani e cosa dobbiamo attendere da loro?
Una partecipazione attiva per offrire “parole” esplicite ed evidenti di denuncia e di opposizione; “parole” che scuotono le coscienze e anche infastidiscono, “parole” autentiche e veraci, pronunciate senza nessun timore di perdere consensi e popolarità. La nostra società, politica compresa, necessita oggi più che mai di queste “parole chiare” che oltrepassino il “politically correct”, che si torni a nominare le cose con il loro nome, che si fugga come ricordava don Sturzo: “dall’infingimento, promettendo poco e mantenendo il poco che si è promesso”. Come pure uomini “trasparenti, integri e disinteressati” come lo furono Alcide De Gasperi, Giorgio La Pira, Aldo Moro, Vittorio Bachelet … e tanti altri portarono avanti questa convinzione.

Esorta un proverbio: “Una candela accesa può accenderne molte spente. Ma mille candele spente non possono accenderne una”. La convinzione di essere una “candela accesa” anche nell’impegno civile che coinvolge i vari settori societari, la conoscenza della Dottrina Sociale della Chiesa come punto di riferimento, accompagnati dalla competenza professionale, permetterà a chi intende presentarsi in politica di proporre progetti e idee non solo rispondenti al Vangelo ma “profetiche”. Difende che papa Benedetto XVI definiva “valori non negoziabili”: dalla vita custodita in ogni sua fase alla famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, alla libertà di educazione.
Quanto ne ha bisogno il nostro Paese che da anni è governato non da statisti ma da politicanti che non sanno progettare il futuro ma solo il domani, spesso condizionati dai sondaggi e dalla pancia degli elettori. E, se non invertiremo questo percorso dannoso, nei prossimi anni, dovremo fare i conti con questa nefasta “miopia”.
Da qui l’appello ai cristiani a non disertare la politica ma ad essere presenti nelle Istituzioni come “lievito che fermenta la massa”. E’, un’insegnamento di don Luigi Sturzo; ci guidi anche nei primi decenni del terzo millennio cristiano.

Don Gian Maria Comolli

LA PAROLA DI DIO DI DOMENICA 

29 giugno 2025 –  FESTA SANTI PIETRO E PAOLO

Chi era Pietro?
Un umile pescatore del lago di Galilea; era un uomo segnato dalla fatica. Gesù sceglie questo Pietro, perché Dio fa cose grandi con i piccoli.
Quando Gesù lo chiamò, Pietro non era un santo, ma un impulsivo: facile all’entusiasmo ma anche facile allo scoraggiamento. Eppure Cristo lo sceglie per farne la pietra fondamentale della Chiesa, cioè il primo Papa.

Chi era Paolo?
Paolo era un fanatico, un uomo portato all’intolleranza e alla durezza. Prima di convertirsi fece soffrire tanti cristiani. Poi venne l’ora della luce; Gesù andò incontro a Paolo sulla via di Damasco. Paolo rispose cambiando vita: un cambiamento che pagherà caro con il sangue! La fede nel Cristo lo condurrà a Roma, dove trovò il martirio sulla Via Ostiense.

Questa domenica siamo invita anche a pensare al Papa; ci esorta a ricordarci di lui con affetto e ammirazione ed aiutarlo con la nostra preghiera. Inoltre, dalle sue labbra, scaturisce la prima professione sintetica ed esauriente della fede che ancora oggi noi professiamo.
E dalle labbra di Gesù si ascolta, per la prima volta, il nome e il prodigio salvifico della Chiesa; di quella Chiesa, madre e maestra, che è la ragione e la garanzia della nostra vittoria sulle implacabili e soverchianti forze del male: “Le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”. Cioè: nulla potrà nella storia prevalere sulla Chiesa!

“La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?” chiede Gesù.
E’ curioso che il Signore inizi la sua inchiesta dagli “altri” dalla folla che lo conosce da lontano. Ma, forse, lo fa prevedendo che la risposta sarebbe stata discorde e deludente. In tal modo voleva, probabilmente, ammonirci che quando si tratta delle persuasioni fondamentali dell’esistenza, quando si tratta delle cose che contano per la salvezza eterna, quando si tratta degli inevitabili problemi religiosi, è aberrante e inutile mettersi alla scuola degli opinionisti mondani, dei raffinati cultori di ciò che è effimero e frivolo, dei magniloquenti profeti del nulla.
Essi parlano ossessivamente da mille cattedre ma senza l’autorità di un mandato ricevuto dall’alto e senza autorevolezza.

“Voi chi dite che io sia?”, incalza subito il Signore.
A nome di tutti risponde Pietro, e risponde bene, e questo mostra che tra i veri credenti in Cristo non si ammettono discordanze di pareri a proposito delle certezze fondamentali e necessarie.
Gesù, prosegue ancora oggi a parlare agli uomini per bocca di quel Pietro, che Gesù ha posto a fondamento insostituibile della sua Chiesa; cioè il Papa.

Buona domenica

 

IL “CONTATORE” DEGLI ABORTI

Controlla in tempo reale il numero degli aborti nel mondo dal 1 gennaio 2025

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LA “DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA”

L’obiettivo del libro non è solo quello di illustrare e attualizzare i temi e riflessioni intorno a molteplici argomenti, ma soprattutto quello di stimolare molti a “rimboccarsi le maniche” affinché ognuno possa offrire il proprio contributo alla costruzione di una società “alternativa”, dove Dio e la vita dell’uomo siano nuovamente rispettati, venerati e onorati.

Ha affermato Papa Leone XIV sabato 11 maggio incontrando i Cardinali e spiegando loro perchè il nome “Leone”. «Diverse sono le ragioni (…)  ma principalmente perché il Papa Leone XIII, con la storica Enciclica Rerum novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; E OGGI LA CHIESA OFFRE A TUTTI IL SUO PATRIMONIO DI DOTTRINA SOCIALE per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro».

CONOSCI IL TESTO

BREVI VIDEO RIGUARDANTI IL PRIMO CAPITOLO

 

BIOETICA

Le librerie espongono vari testi sui temi bioetici redatti da autorevoli studiosi. Abitualmente, però, si passa oltre valutandoli complessi e reputando gli argomenti rivolti agli “addetti ai lavori” (bioeticisti, ricercatori, scienziati…). Al contrario, il testo che vi presento, si propone di superare questo pregiudizio, narrando la bioetica con un linguaggio semplice e chiaro, pur conservando intatto il rigore scientifico.
Il libro, dopo aver posto le basi del discorso etico e bioetico, esaminerà i momenti fondamentali della vita, ponendo l’attenzione ad alcune problematiche esistenziali e sociali affinchè la vita umana sia rispettata in tutte le sue fasi dal concepimento alla morte naturale.

CONOSCI IL TESTO

ALCUNI VIDEO CON INTERVISTE A “TV PADRE PIO” SUGLI ARGOMENTI PRINCIPALI DELLA BIOETICA

UN LIBRO ALLA SETTIMANA

D.Von Hildebrandla, DETRONIZZAZIONE DELLA VERITÀ, Cantagalli, pp. 96, euro 15


Parlando di “detronizzazione della verità”, Dietrich von Hildebrand (1889-1977) si riferisce alla detronizzazione di Dio, del cristianesimo, della rivelazione, della norma assoluta. E gli effetti che egli vede e denuncia di questa detronizzazione sono gli stessi che si producono, come oggi sempre più si vede, allorché Dio sia espunto dal nostro orizzonte intellettuale, il messaggio cristiano sia cancellato o distorto, la rivelazione messa in dubbio, la norma assoluta negata. Scritto ieri, parla di oggi. (APPROFONDISCI).

LA NOSTRA BIBLIOTECA

https://www.gianmariacomolli.it/category/libri/

 

UN FILM ALLA SETTIMANA

A MAN FOR ALL SEASONS (1966) 


Nel film A Man for All Seasons si narra la vicenda del cancelliere d’Inghilterra Tommaso Moro, che si oppone, in silenzio e con tragica coerenza, alla volontà del re Enrico VIII di ottenere il divorzio e fondare la Chiesa anglicana. In un’epoca segnata da conflitti fra potere temporale e autorità spirituale, Moro sceglie di perdere tutto, tranne la propria integrità.  (APPROFONDISCI).

I NOSTRI FILM

https://www.gianmariacomolli.it/category/film/

 

LE DOMANDE AL DON (18)

Biobanche: utili, ma con le dovute precauzioni

Al termine di un intervento chirurgico mi fu chiesta l’autorizzazione a trattenere alcuni campioni biologici da consegnare ad una biobanca. Cos’è la biobanca? Pierluigi.

LA RISPOSTA DEL DON 

Le biobanche sono strutture no-profit che raccolgono, catalogano e conservano campioni biologici umani con strumenti volti a salvaguardarne le qualità organiche. I campioni biologici saranno disponibili per finalità diagnostico genetiche, per studi sulla biodiversità e per la ricerca clinica. E’ la condivisione dei tessuti umani a livello globale! Prosegui la lettura 

LE VARIE RISPOSTE DEL DON

 

VOLONTARIATO

Perchè non diventi volontario?

Un breve corso per comprendere chi è il volontario

 

Presentazione ASSOCIAZIONI VOLONTARIATO e TERZO SETTORE

Chi desidera far conoscere la propria associazione o ente può mandare una mail: gmcomolli@fatebenefratelli.eu oppure chiamare il 339.7674746.

ABIO – Associazione per il bambino in ospedale

CHI SIAMO

ABIO, acronimo di Associazione per il Bambino in Ospedale, è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale (onlus) fondata nel 1978 per promuovere l’umanizzazione dell’ambiente ospedaliero in favore dei bambini, per alleviare l’impatto del bambino e della sua famiglia con le strutture sanitarie, secondo i principi sanciti dalla Carta dei Diritti del Bambino in Ospedale.
L’ABIO opera mediante l’utilizzo esclusivo di volontari. Da maggio 2006 per incrementare e sostenere la diffusione delle associazioni ABIO sull’intero territorio nazionale si è costituita la Fondazione ABIO Italia onlus, il cui impegno è quello di favorire e coordinare l’attività secondo i principi dell’omogeneità e della qualità del servizio.
Le sedi Abio operative sono 63, più alcune sedi in tirocinio.

PROGETTI

-Accoglienza
L’ospedale rappresenta, per il bambino, il distacco dai propri punti di riferimento, dalle abitudini, oltre che il contatto – forse per la prima volta – con la malattia, con il dolore proprio e con quello degli altri. Particolarmente difficile, e potenzialmente rischioso per lo sviluppo psicologico del bambino, è il momento dell’ingresso in ospedale, dell’impatto con l’ambiente sconosciuto.
Cosa fa ABIO?
Negli anni abbiamo sviluppato molti progetti per favorire l’accoglienza: oltre a garantire l’indispensabile presenza dei volontari, in molti ospedali abbiamo rinnovato gli spazi esistenti o realizzato nuovi ambienti, oltre a mettere a disposizione di bambini, adolescenti e genitori numerosi materiali dedicati.
-Formazione
I volontari ABIO sono persone come tutti, che hanno i loro impegni personali, lavorativi, familiari, che hanno scelto di donare il loro tempo per essere al fianco dei bambini malati.
Ogni giorno i 5.000 volontari ABIO, in più di 200 reparti di pediatria, accolgono i bambini, li coinvolgono nei giochi e in tutte le attività che possano aiutarli a superare l’impatto con un ambiente sconosciuto, con il dolore proprio e con quello degli altri.
Fare volontariato, per ABIO, significa essere un sostegno anche per i genitori, perché la malattia di un bambino colpisce tutta la famiglia. Il volontario ABIO ascolta, offre informazioni pratiche sull’ospedale, si prende cura del bambino in caso di momentanea assenza dei genitori.

Corso di formazione di base
Per diventare volontari ABIO è necessario seguire un corso di formazione costituito da parti teoriche che pratiche. Segue un periodo di tirocinio della durata di circa 6 mesi, in affiancamento a volontari già attivi. A ciascun volontario è chiesta la disponibilità a garantire un turno fisso di mezza giornata ogni settimana.

Corso di formazione permanente
Offre un aggiornamento su varie tematiche.

CONTATTACI

Fondazione ABIO Italia Onlus, Via Don Gervasini, 33 – 20153 Milano
Telefono: 02 45497494 – Fax: 02 45497057 – E-mail: info@abio.org
Le ABIO in Italia

PER APPROFONDIRE

 

ALCUNE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO e DI TERZO SETTORE

 

SOSTIENI CHI “fa il bene” ANCHE A NOME TUO

Il Blog dell’ “Uomo pensante” vuole combattere stereotipi e pregiudizi, non sta dalla parte di nessuno ma si basa unicamente sulla verità dei fatti e si propone di essere il più inclusivo possibile. Come potete notare, nonostante i numeri soddisfacenti di entrate giornaliere, non vi è nessuna pubblicità per non essere manipolato dagli inserzionisti. Per questo, se presto un servizio che ritenete buono, chiedo la vostra generosità nei confronti di chi fa il bene anche a “nome vostro”.
Evidenzio due situazioni: i sacerdoti e un prete mio caro amico che gestisce una comunità di persone fragili.

SACERDOTI


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I sacerdoti sono un dono perché donano la loro vita agli altri. Dona anche tu. Il tuo bel gesto nei confronti dei sacerdoti è riconosciuto anche dal sistema fiscale. Una donazione, infatti, è deducibile dal reddito annuale se effettuata a favore dell’ICSC (Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero) attraverso: carta di credito, conto corrente postale, bonifico bancario.
Per le donazioni tramite conto corrente postale o bonifico bancario usare la causale “erogazione liberale art. 46 L.222/85”. Le donazioni per i sacerdoti sono deducibili dal reddito annuale fino a un massimo di euro 1.032,91.
Un sacerdote vive con molto meno di quello che si crede. E fa molto di più.
Dal 1984 è stata soppressa la retribuzione statale ai sacerdoti e il loro sostentamento è affidato esclusivamente alla tua generosità. In Italia esistono più di 35.000 sacerdoti che donano la propria vita agli altri. Con ogni tua offerta puoi garantire a queste persone una dignitosa sussistenza e contribuire alle loro missioni quotidiane, sempre rivolte ai più sofferenti. Basta un piccolo contributo per dare sostegno a tanti.
Mentre le offerte che fai direttamente in chiesa aiutano esclusivamente il sacerdote della parrocchia, le donazioni presenti in questo sito sono ripartite equamente tra tutti i sacerdoti per assicurare loro una vita decorosa.

 

DON MAURIZIO UDA

<Siamo saliti a Garzola, frazione di Como, attuale residenza di don Maurizio Uda. Con don Maurizio abbiamo visitato la sua casa su tre piani ascensore interno e stanze pregevolmente arricchire da stucchi sul soffitto e grandi finestre su un panorama stupendo. La villa è dotata di tante stanze che don Maurizio ha aperto a chi per molti motivi si trova in momenti particolari della propria vita. Don Maurizio ha sgombrato le stanze e le ha riadattate con letti a castello per gli ospiti. Eravamo in tredici ma con don Maurizio e i suoi ospiti ci siamo trovati in un attimo in una tavolata di venti persone. E così abbiamo conosciuto persone fragili che dopo aver perso il lavoro sono cadute nella dipendenza dell’alcool. Alla nostra tavola anche chi dopo un periodo di detenzione e sconto della pena ritrova la libertà ma non l’autonomia di una vita dignitosa trovando solo porte chiuse. Ad esempi, una giovane famiglia singalese e un africano che fuggono da situazioni difficili. Mario ha cucinato la pasta a cui don Maurizio ne ha aggiunta visto il numero dei commensali, poi secondo, frutta e dolce hanno concluso il pranzo domenicale. Questo è don Maurizio> (da https://www.masci-como.it/blog/2024/01/23/domenica-a-garzola/).

 

IL “PROTETTORE” DEL BLOG

Il Protettore di questo blog è il BEATO GIUDICE ROSARIO LIVATINO assassinato dalla mafia il 21 settembre 1990 che è stato non solo un “uomo pensante” ma anche un magistrato modello e una persona di grande e autentica fede: «Quando moriremo, nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti, ma credibili». Quindi. come affermò san Giovanni Paolo II un “martire della giustizia e indirettamente della fede”. Pur partecipando alla Messa ogni giorno, forse nessuno ha notato la sua azione religiosa ma l’effetto di quell’azione, cioè la testimonianza. Dunque una fede non da mostrare nelle forme ma da rendere leggibile nella testimonianza. E, ogni suo documento, al termine, era siglato con STD (SUB TUTELA DEI). Il mio auspicio è che anche i molti visitatori di questo blog, seguendo il suo esempio, si pongano “sub tutela Dei” e testimoni, anche con le argomentazioni da uomini pensanti, di principi e di valori fondamentali alla nostra società e alle future generazioni. GRAZIE.
Per conoscere il beato Livatino: 

-La vita

-«L’uomo che ho ucciso, Livatino, – ha affermato: oggi mi aiuta a coltivare la speranza»

-Un commento sul Giudice Livatino

 

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