L’app Immuni potrebbe comportare il rischio di nascondere la nostra paura di incontrare l’altro con tutti i rischi che ciò comporta.
Oggi sono disponibili mezzi etici altrettanto efficaci nello sviluppo di vaccini: cellule ombelicali, placentari, cellule staminali adulte, e cellule di insetti e di animali.
Sarebbe lecito produrre e usare, al fine di debellare la presente pandemia, vaccini ricavati da aborti volontari? La domanda non è oziosa perché, tra le moltissime aziende farmaceutiche che si stanno spendendo per trovare un vaccino, ve ne sono due, la Moderna e la Johnson & Johnson, che stanno studiando un vaccino a partire da linee cellulari ricavate da feti abortiti.
Pur trattandosi di pochi aborti e avvenuti molti anni fa, il problema morale comunque si pone.
Walter Veltroni si pone una domanda molto importante in questa fase di ripartenza dopo la quarantena da Coronavirus: “Chi decide il ritorno alla normalità?“. In un intervento sul Corriere della Sera, infatti, Veltroni ricorda che la normalità della vita umana “non può essere considerata un’anomalia o un pericolo ma, semplicemente, il primo obiettivo da riconquistare“.
Le parole del professor Zangrillo sul “virus che dal punto di vista clinico non esiste più” sono state confutate con una classica operazione di “character assassination”.
Contrordine compagni: l’idrossiclorochina non è pericolosa. L’Oms ha comunicato che il farmaco che tanta speranza aveva suscitato nella lotta al Covid può ancora essere utilizzato e testato. Le sperimentazioni sul farmaco erano state interrotte dopo la pubblicazione di uno studio apparso lo scorso 22 maggio sul Lancet, una delle più prestigiose riviste mediche al mondo, in cui uno studio retrospettivo condotto da una società di analisi di dati arrivava alla conclusione che la Clorochina non serve contro il Covid e che anzi i suoi effetti collaterali sono gravi e pericolosi.
Trecentoventitré chat denunciate, 325 cartelle compresse .RAR, 8.489 link, 992.300 video (in calo rispetto all’anno precedente, quando erano 1.123.793) e addirittura oltre sette milioni di foto pedopornografiche. Per l’esattezza 7.074.194, più del doppio rispetto al dato del 2018 (3.053.317). Sono alcuni dei dati contenuti nelle 150 pagine del “Report annuale 2019 – Pedofilia e pedopornografia” presentato il 3 giugno da Meter, l’associazione fondata nel 1989 da don Fortunato Di Noto e che da allora è impegnata quotidianamente nella salvaguardia dei bambini.