Il discorso di Jd Vance questa notte (ora italiana) alla March for Life è stato emozionante. Il suo discorso in cui chiede di tutelare la vita del concepito e la maternità dalla folle cultura turboindividualista di sinistra definita “abortion on demand” addirittura spinto fino al nono mese, andrebbe fatto ascoltare a Giorgia Meloni e pure al ministro Roccella che non avrebbero mai il coraggio di pronunciarlo con questa nettezza.
In Francia negli ultimi si è registrato un boom di aborti che porta le associazioni pro-vita a chiedere di non banalizzare una pratica pericolosa.
Oggi a Washington si terrà la Marcia per la vita e, proprio alla vigilia dell’evento che ebbe la sua prima edizione 51 anni fa, il presidente Trump ha firmato un decreto per concedere la grazia a 23 attivisti pro life, come aveva dichiarato in campagna elettorale.
Dopo l’ok in Commissione, va al voto in Consiglio regionale la proposta di legge che norma la morte assistita a cura del Servizio sanitario. “Ditelo sui tetti”: lo scarto dei fragili diventa un “bene”
Otto anni fa l’amministrazione Trump aveva pubblicamente identificato Cina, Corea del Nord e Iran come veri e propri antagonisti degli Usa. Ecco che cosa potrebbe succedere adesso.
La politica economica si intreccia con gli obiettivi di sicurezza nazionale e geopolitica
Trattare con Donald Trump e confrontarsi con il trumpismo non è né giusto né sbagliato. È semplicemente necessario.
Occorre, pertanto, evitare le drammatizzazioni e sforzarsi di interpretare la nuova realtà che ci è dato vivere in una chiave il più possibile positiva. Il commento di Andrea Cangini.
L’Unione Europea risponde alla sfida dell’America di Trump replicando tutti i suoi peggiori errori: più centralismo, più regolamentazione, più censura sui social. Un rifiuto di guardare in faccia alla realtà che affonda le sue radici in un’idea di Europa ormai anacronistica.
Li dissemina da trent’anni l’Agentur C, un’organizzazione cristiana fondata da un imprenditore che voleva riportare la fede nelle strade del paese.