Il Ddl sul femminicidio licenziato dal Consiglio dei ministri apre a diverse criticità: sul lato probatorio, sull’indeterminatezza normativa e sul “valore sociale”. Oltre a configurare una discriminazione nei confronti dei maschi, che vìola l’articolo 3 della Costituzione.
Via libera con 136 voti favorevoli e 27 contrari: ecco cosa prevede la norma. Il monito di Bruxelles: “No a discriminazione di genere”.
Nel vietare la parola “extracomunitario” perché definita con connotazione negativa, la Asl 5 di Torino dice che non verrebbe usata coi francesi: come se i Transalpini non fossero cittadini comunitari.
Domande sulla sessualità e sull’identità di genere di bambini di pochi giorni: esplode – comprensibilmente – la polemica in rete.
Un nuovo studio dell’Università del Texas, basato su dati 2014-2024 dal database TriNetX e un campione di 107.583 pazienti, getta ombre inquietanti sulla narrazione che promuove gli interventi chirurgici di affermazione di genere come soluzione per la disforia.
L’Ordine delle Psicologhe e degli Psicologi della Puglia ha scelto di consentire ai propri iscritti l’uso di un’“identità Alias”, permettendo loro di adottare un nome di elezione basato su una percezione soggettiva della propria identità di genere, indipendentemente dal sesso biologico e senza rettifica anagrafica.
Questa decisione mina la credibilità della professione.
Lotta dura agli stereotipi di genere: in Francia va forte uno studio che invita ad «abbandonare il joystick e mettersi ai fornelli» per fermare il patriarcato. Ma a bambini e bambine continuano a piacere macchinine e bambole.
Assunzioni sospese, corsi cancellati, eventi annullati: nelle università americane spariscono tutti i programmi Dei, per paura di incorrere nella cancellazione dei fondi federali da parte dell’amministrazione Trump.
La rabbia degli interpreti sostituiti da “creature magiche” realizzate con la CGI: “La Disney si sta sforzando di essere troppo politicamente corretta, così ci rovina la carriera”. E aumentano i timori per il flop al botteghino.
Il conduttore radiofonico si scaglia contro l’ultima deriva politicamente corretta: “A Vienna hanno fatto i semafori inclusivi. Cos’altro dobbiamo vedere?