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Secondo una ricerca del Censis però siamo con la Germania il paese col più basso tasso di natalità. E le nostre mamme sono «attempate» .

Eterologa? No grazie. Nonostante il gran battage mediatico e le “illuminanti” (si fa per dire) opinioni del presidente della Corte Costituzionale Giuseppe Tesauro, la maggioranza degli italiani si proclama contrario all’eterologa. Lo dice oggi il Censis che ha presentato alla Biblioteca del Senato a Roma la ricerca “Diventare genitori oggi”, realizzata in collaborazione con la Fondazione Ibsa.

Secondo i dati del Censis, sebbene ben l’85 per cento sia favorevole alla inseminazione omologa in vivo e il 73 per cento alla omologa in vitro, sull’eterologa il 60 per cento si dice contrario (70 per cento tra i cattolici). Il 65 per cento si proclama contrario alla diagnosi pre-impianto (71 tra i cattolici) e ben l’86 per cento è in disaccordo con la pratica dell’utero in affitto. Il 90,5 per cento degli italiani, poi, non è favorevole alla possibilità di scegliere in anticipo il sesso del nascituro.

POCHISSIMI BAMBINI. Beninteso, c’è poco da esultare. Soprattutto alla luce di altri dati che lo stesso Censis ha presentato nello studio e che certificano come ormai la questione della natalità abbia raggiunto nel nostro paese livelli da record. Siamo, infatti, dopo la Germania, il paese in cui nascono meno bambini. Nel 2012 in Italia ne sono nati 8,5 ogni mille abitanti. In generale, questo è un problema di tutto il Vecchio Continente che dal 2008 al 2012 ha visto calare il tasso di natalità dai 10,9 nati per mille abitanti ai 10,4 nel 2012.

MAMME ATTEMPATE. E se certamente alla base del trend vi sono anche ragioni economiche, al tempo stesso non si posso non imputare a questi cambiamenti anche ragioni culturali. Sta di fatto che le mamme italiane sono le più “vecchie” d’Europa (oltre i 31 anni contro i 29,8 della media europea) . «Un dato che tra l’altro – ha spiegato Ketty Vaccaro, responsabile settore Welfare e sanità del Censis – è tenuto più basso dalle molte mamme straniere. L’età elevata delle mamme è del resto entrata nell’immaginario collettivo: il 46% degli italiani considera che ci si debba preoccupare per la mancanza di figli non prima dei 35 anni, età in cui, in realtà, già parliamo di mamme attempate».

 È scarsa l’informazione sull’infertilità in Italia. Il 45% ammette di saperne poco e un ulteriore 15% afferma di non essere per nulla informato. Tra chi invece dichiara di conoscere il problema (40%), il 16% è stato coinvolto in maniera diretta, perché la questione ha riguardato una persona vicina (9%) oppure direttamente lui o il partner (7%). Forti incertezze si registrano sulle possibili cause dell’infertilità.

Insufficienza di politiche pubbliche. Il 61% degli italiani è convinto che le coppie sarebbero più propense ad avere figli se migliorassero gli interventi pubblici. Sgravi fiscali e aiuti economici diretti sono le principali richieste (71%), il 67% segnala l’esigenza di potenziare gli asili nido, il 56% fa riferimento ad aiuti pubblici per sostenere i costi per l’educazione dei figli (rette scolastiche, servizi di mensa o di trasporto).

Eterologa: 60% contrari.

Tempi. it, 1 ottobre 2014

 

 

4 ottobre 2014

LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI E’ CONTRARIA ALL’ETEROLOGA, ALLA DIAGNOSI PRE-IMPIANTO E ALL’UTERO IN AFFITTO

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