Integrazione a senso unico, quei libri di storia che ignorano il cristianesimo

By 3 Marzo 2018Cultura

Un intero capitolo dedicato alla religione islamica, un’intera pagina dedicata ai precetti dell’Islam riguardanti il pellegrinaggio alla Mecca, i lavaggi rituali e il digiuno riprendendo per intero le Sure del Corano che riguardano questi temi, furbescamente pubblicate sotto il termine “fonti”. È il libro di storia di prima media “di tempo in tempo”: edito da Zanichelli attualmente adottato in molte scuole italiane.

E poi ancora le varie interpretazioni del termine jihad, della poligamia, della legge del taglione e del divieto di raffigurazione “di Allah e del suo Profeta”. Il tutto, naturalmente, con una spiegazione assolutoria. Come nel caso della legge del taglione sulla quale viene scritto che “questa legge, comune a tutti i popoli nomadi, ha lo scopo di stabilire una vendetta proporzionata e non superiore all’offesa subita”. Non una parola sulla sharia e sul fatto che la giustizia e la vendetta non sono concetti equiparabili in un moderno stato di diritto. Si dice che la poligamia è ammessa “purché le donne siano trattate allo stesso modo e con uguale rispetto”. Non un accenno alla condizione femminile e alla “regola del guardiano” che impone alle saudite di dover sottostare al volere di un uomo, fosse anche il loro figlio, per poter svolgere i compiti di ogni giorno come viaggiare o lavorare.

Malgrado queste pecche è interessante, viene da pensare, un libro di storia che approfondisce almeno le tre grandi religioni monoteiste alle scuole medie. La conoscenza reciproca è la prima strada per l’integrazione. Allora si sfoglia il libro, in cerca del capitolo sul cristianesimo in cui si spiega cosa sono Quaresima o Avvento o il Natale, magari con citazioni del Vangelo. Nulla. Si trova il monachesimo dal punto di vista storico, un accenno di storia della chiesa dal punto di vista politico (il potere temporale dei Papi, per fare un esempio), ma di precetti o passi del Vangelo non una riga. Neanche una comparazione sul fatto che il digiuno è comune all’Islam. Allora si cerca un capitolo sull’ebraismo: ci sarà spiegato cosa è hanukkah, cosa è Rosh Hashanah o cosa significa kosher con citazioni dalla Torah. Nulla. Non una riga. I “vecchi italiani” devono conoscere la religione dei “nuovi italiani”, ma il libro non prevede di insegnare ai giovani islamici in Italia i fondamenti delle altre grandi religioni monoteiste dei loro compagni di scuola. Per non parlare di induismo e buddismo.

È un concetto di integrazione a senso unico quello secondo il quale ai bambini di altre religioni vengono insegnati i precetti della religione islamica, ma ai bambini musulmani non vengono spiegati i precetti cristiani, ebraici, induisti e buddisti. Viene infine da chiedere dove sono, in questo caso, i laicisti, pasdaran della scuola assolutamente laica. Se ci fosse stata un’intera pagina sui passi del Vangelo sarebbe sicuramente emerso un campione della libera scuola dalle religioni. Su questa religione, invece, nessuno ha nulla da dire?

Alberto Cornali

L’Occidentale, 7 febbraio 2018