Ogni giorno ha la sua follia gender

By 9 Aprile 2018Gender

I due mammi al gate, il nido impegnato, lo scherzetto transfobico di mezza età, Sergio che fa Sergia e i bagni di Google.

«Una frase omofoba, sgradevole, pronunciata con disprezzo. Scriveremo al direttore dello scalo», annuncia Stefano Petroli che tornava in Spagna con il marito e il loro figlio di 17 mesi. «Mai successa una cosa del genere da quando siamo stati riconosciuti genitori, sempre in Spagna». (Gate D8 di Fiumicino, dove i passeggeri erano pronti ad imbarcarsi sul volo Ryanair per Malaga, Corriere della sera, 26 marzo)

ANVEDI I DUE MAMMI. «Solo un malinteso, parlavo con una collega della madre scomparsa da poco. L’ho spiegato anche al passeggero», spiega la hostess difesa anche dalla società di handling per cui lavora, al centro della bufera per avere pronunciato (dicono) la seguente frase omofoba, retriva, da denuncia: «Hai visto i due mammi!». I passeggeri hanno ragione: infatti non si dice “mammi”, o qualcuno potrebbe pensare che quei due sono gay.
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«Stiamo assistendo all’avanzare all’interno delle scuole della teoria gender, con l’alibi che non bisogna escludere le diversità, mentre si sta creando una intolleranza verso l’educazione tradizionale, mal vista e mal sopportata: presenterò un’interrogazione all’assessora del Comune di Torino, Federica Patti». Così il capogruppo della Lega Nord a Palazzo Civico Fabrizio Ricca sull’asilo nido progettato dall’Università di Torino per i suoi dipendenti in cui faranno pratica gli studenti di Scienze della formazione. Dove l’educazione alle differenze sarà una regola e nulla sarà orientato a imporre modelli di genere, dai grembiuli ai giocattoli. (la Repubblica Torino, 26 marzo).

PANNOLINI MILITANTI. Niente grembiulini rosa o azzurri, niente macchinine per i bambini, niente cucine per le femmine. A pensare questo nuovo modello educativo sono state le ragazze di Studenti Indipendenti, che su Facebook si lamentano per il titolo improvvido di Repubblica “L’università di Torino lancia l’asilo senza bambino e bambina”: «Questo titolo fuorviante e clickbait sembra alludere alla teoria gender, un feticcio complottista delle frange più reazionarie dell’ideologia cattolica». In realtà, spiegano, verranno coinvolte associazioni del territorio «che mirano a un’educazione basata sui valori della cura dell’ambiente, sul rispetto dell’altro, sulla decostruzione degli stereotipi e sulla partecipazione attiva». Perché il gender non esiste ma i bambini impegnati dagli 0 ai 3 anni sì.
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«Così JK Rowling ha scritto libri in cui i personaggi possono letteralmente trasformarsi in gatti e defunti ma i trans sono al di fuori di ogni comprensione?», twitta l’attivista transgender Jack Monroe a proposito dell’autrice di Harry Potter, «“Travestiti” da una che ha letteralmente fatto fortuna scrivendo di travestiti… che schifo». La Rowling è stata etichettata subito come una Terf (trans-exclusionary radical femminist) per avere schiacciato un cuoricino al tweet di una laburista che si lamentava della troppa solidarietà del partito ai «travestiti». (Daily Mail, 25 marzo 2018)
HA STATO LA MENOPAUSA. «È stato un errore, non è la prima volta che apprezza qualcosa maneggiando il telefono maldestramente. Temo che sia stato solo un goffo momento di mezza età», si è affrettato a spiegare il portavoce della Rowling ai giornali che ricordano come la scrittrice abbia sempre mostrato simpatia per le questioni gay e transgender: «I thriller polizieschi Cormoran Strike che ha scritto con lo pseudonimo Robert Galbraith hanno un personaggio transgender e nel 2008 ha rivelato che il mago di Harry Potter Silente è gay», ricorda il Daily Mail. Tutto a posto, dunque, pensavamo fosse una transfobica transmisogina e invece è solo una tardona.
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«Da Sergio a Sergia per andare prima in pensione». Protagonista della vicenda raccontata dal quotidiano argentino La Nacion è il funzionario delle imposte 60enne Sergio Lazarovich: grazie alla legge che consente di cambiare sesso anche nei registri di stato civile, senza essere costretti a dimostrare di aver subito un intervento o di aver seguito una terapia ormonale ad hoc, Sergia, regolarmente registrata come transgender al comune di Salta ha potuto godere della possibilità di pensione anticipata offerta a tutte le donne del Paese al compimento dei sessant’anni» (Adnkronos, 23 marzo).
FANCAZZIST*. «Come interpretare la cosa legalmente … sono problemi che iniziano a spuntare fuori ora», ha sottolineato il direttore del Registro Civil di Salta, ma «se qualcuno se ne sta approfittando e non vuole seriamente il cambiamento di genere, siamo di fronte ad un abuso del diritto». Solo che le prove non ci sono, la procedura è regolare e Sergia può godersi la pensione. Infatti, come ci ha insegnato Boldrini, «non c’è un ruolo che non si possa declinare al femminile». Manco il fancazzista.
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Google installerà i servizi igienici nella sua nuova sede da 1 miliardo di sterline a Kings Cross a Londra, diventando una delle prime grandi aziende a farlo. E da Stonewall, charity Lgbt, ringraziano: «Sappiamo che le persone hanno prestazioni migliori quando si sentono in grado di essere se stesse. Siamo lieti che Google abbia introdotto servizi gender neutral per garantire che tutti i dipendenti e i visitatori siano accettati e in grado di svolgere la loro vita quotidiana» (Financial news, 26 marzo)

I PERFORM BETTER. «Sappiamo che le persone hanno prestazioni migliori quando si sentono in grado di essere se stesse». E niente, parlando di toilette fa già ridere così.

Rachele Schirle
Tempi.it, 27 marzo 2018