Asp Fidenza. Dalle mamme agli anziani: la filiera solidale

By 24 Novembre 2018Testimoni

L’esperienza del distretto che raggruppa 11 Comuni e da dieci anni “tesse” una rete con volontari e familiari. Il presidente Franzoni: pubblico e privato collaborano.

Un distretto che dialoga con il territorio. Dove le strutture, dalle residenze per anziani ai centri di aggregazione per le neo-mamme, sono aperte a tutti. E dove capita spesso che i familiari degli assistiti, diventino volontari, che nascano amicizie e iniziative spontanee. Uno scambio continuo di esperienze e progetti che vede lavorare fianco a fianco il pubblico e il privato. A Fidenza, in provincia di Piacenza, e in altri dieci comuni della zona, tra i quali Busseto Fontanellato e Salsomaggiore Terme, da dieci anni opera l’Asp (azienda pubblica di servizi alla persona) nata nel 2008 dalla fusione e trasformazione delle vecchie Ipabb (istituzioni pubbliche di beneficenza e assistenza). La popolazione complessiva è di quasi 104 mila abitanti, il 12,8% sono over 75. Sono proprio i servizi agli anziani il fiore all’occhiello dell’Asp di Fidenza: quattro strutture residenziali (in gergo Cra, casa residenza anziani), tre centri diurni, alloggi residenziali, servizi di telecontrollo e taxi sociale.

«Le nostre Cra – spiega il presidente Massimiliano Franzoni – sono strutture aperte. Per filosofia abbiamo scelto di non avere telecamere interne. Il miglior modo per prevenire i maltrattamenti degli anziani è esserci: per questo chiediamo ai parenti di venire quando vogliono. Inoltre il nostro è un modello di welfare sussidiario dove accanto ad una mente pubblica c’è una gestione mista, in sinergia con le cooperative sociali». A Fidenza in una struttura di proprietà del Comune con un bellissimo giardino sono ospitate 97 persone di cui 30 in gestione convenzionata e il resto pubblica. «I nostri vicini di casa sono le scuole, le parrocchie, abbiamo continui scambi ed attività» sottolinea la coordinatrice Rita Peveri. Sono due le associazioni di volontariato attive: Vapa, che si occupa di affiancare il personale nei momenti del pasto e il gruppo sostegno Alzheimer che tra le altre cose organizza incontri con gli psicologi per sostenere i familiari e momenti di aggregazione. In piccoli gruppi gli ospiti della residenza vengono portati a fare merenda in un bar della zona oppure al mercato. Particolare attenzione viene posta nella formazione e nella motivazione del personale. «Abbiamo circa 220 dipendenti, ma il vero problema è l’elevato turnover degli operatori socio-sanitari. Una figura base che ha avuto complice la crisi economica e la carenza di lavoro in altri ambiti un vero e proprio boom» spiega il direttore dell’Asp Fidenza Elena Cagliari. Per questo si è deciso di avviare un corso di formazione regionale di mille ore sperando di ‘fidelizzare’ i futuri dipendenti, si investe molto anche nei tirocini, sono circa 140 quelli attivi.

Tra i servizi a 360 gradi rivolti alle famiglie molto richiesto lo sportello badanti che va nella direzione di una logica della domiciliarità e si sta facendo strada anche l’idea di offrire un supporto più leggero, un ‘presidio’ ad anziani che hanno bisogno di essere aiutati in alcune attività come comprare farmaci o fare altre commissioni. «Qui in provincia gli anziani fanno spesso fatica a chiedere, si rivolgono ai servizi sociali quando sono allo stremo» dice Franzoni. In quest’ottica va anche la proposta di intercettare una serie di bisogni diversi come ricoveri estivi e l’istituzione di un tutor per le badanti che possano fornire indicazioni precise su sicurezza, alimentazione e altre problematiche. Per quanto riguarda la Cra di Fidenza in arrivo ci sono grandi novità come la realizzazione di una nuova palazzina dedicata alle disabilità gravi, la predisposizione di cinque posti di cura intermerdia dopo le dimissioni e un hospice territoriale per la continuità socio-sanitaria. L’età media degli assistiti è molto elevata e la maggior parte dei utenti si trova su sedia a rotelle. La lista d’attesa è lunga: in media 40 donne e 20 uomini. «Abbiamo poi in mente un progetto innovativo – spiega ancora Franzoni – quello di creare degli appartamenti per le coppie, spesso infatti quando un anziano viene ricoverato l’altro resta a casa da solo, oppure entrambi accedono a strutture socio-sanitarie ma vengono divisi.Vogliamo colmare questo gap».

L’Asp si occupa anche di molte altre tematiche che riguardano le disabilità con un approccio anticonvenzionale che punta ad esempio anche a corsi di teatro d’improvvisazione. Particolamente attivo lo spazio mamme che è ‘ospitato’ in un appartamento con cucina, divani e tappeti per far giocare i piccoli. «È un servizio alla genitorialità a 360 gradi e in particolare ai primi 1000 giorni di vita del bambino, da quando è in pancia – spiega Sabrina Stecconi, responsabile del sostegno alla genitorialità – Tra gli appuntamenti molto gradito quello con gli esperti ad esempio una vigilessa ha spiegato tutto sulla sicurezza stradale. Abbiamo poi ricevuto dalle mamme la richiesta di avere a disposizione lo spazio per socializzare e così abbiamo istituito un momento conviviale il martedì pomeriggio ». I servizi insomma partono dal basso. E sono in rete nel senso che si cerca di individuare il bisogno prima che si trasformi in problema. Ad esempio coinvolgendo le mamme straniere che sono le più sole e possono sviluppare maggiormente la depressione post-partum. «La famiglia è una risorsa nei confronti delle altre famiglie, noi vogliamo essere al servizio dei cittadini di zero ai 99 anni. Il nostro è un modello inclusivo per creare una città amica» collaborando come le parrocchie, le associazioni, le società sportive» dice ancora Franzoni. Ma è anche un modello economicamente sostenibile visto che negli ultimi due anni l’Aps ha chiuso il bilancio con circa 400mila euro di utili che vengono ‘reinvestiti’ in nuovi mattoni di questa casa comune.

Cinzia Arena

6 novembre 2018

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