Addio Mario Paolo Rocchi, il difensore della vita

By 15 Gennaio 2019Testimoni

Mario Paolo Rocchi è morto la sera del 21 dicembre, dopo una vita trascorsa nel segno dell’impegno e della lotta a favore della dignità e della vita  dei bambini concepiti. A lui si deve il lancio del Progetto Gemma che ha permesso di salvare migliaia di bambini, sostenendone le madri. 

Mario Paolo Rocchi è morto la sera del 21 dicembre nella sua casa di Firenze, dopo una vita trascorsa nel segno dell’impegno e della lotta a favore della dignità e della vita  dei bambini concepiti. Lascia un gran vuoto e una folla di ricordi in chi lo ha conosciuto ed ha avuto il dono della sua amicizia.

Pro life della prima ora, fu tra coloro che negli anni ’70 mentre le forze radicali e il femminismo premevano con ogni mezzo per introdurre l’aborto legale nel nostro Paese, videro con chiarezza la profonda ingiustizia dell’aborto e la gravità del vulnus  che con la  sua legalizzazione sarebbe stato inferto  allo Stato di diritto e all’umana convivenza.

Nella sua Firenze, dove Emma Bonino praticava aborti a migliaia con la pompa da bicicletta sotto  la sigla del CISA, Mario Paolo Rocchi fu tra i fondatori, nel 1975, del primo Centro di Aiuto alla vita, nella convinzione profonda  che la vita non si uccide neppure di fronte alle avversità  più gravi. Il sorgere del Movimento per la Vita lo vide tra i protagonisti di quella stagione gloriosa che, sotto la presidenza di Francesco Migliori, attivò iniziative  volte a contrastare l’iter parlamentare della legge abortista  e a promuovere, con la nascita dei Centri di aiuto alla vita, la consapevolezza che occorreva non disarmare, neppure in caso di vittoria abortista, ma restare sulla breccia per ricostruire la civiltà della vita.

A Mario Paolo Rocchi e al suo radicato e pertinace rispetto per il concepito, unito alla sua capacità di dar forma e architettura ad un’idea, si deve l’invenzione di Progetto Gemma – adozione prenatale a distanza, che ha permesso di vedere la luce a migliaia di bambini  sostenendone economicamente le  mamme che avrebbero altrimenti abortito. Gemma, perché così si chiamano le cose preziose al pari dei teneri virgulti, ugualmente preziosi, come puntualizzò Mario Paolo. Presentato nel corso di una conferenza stampa, a Milano, venne poi portato a Mesero, alla tomba di Gianna Beretta Molla, da poco proclamata Beata e a lei affidato.

Non solo a forze e iniziative umane, ma anche e soprattutto alla preghiera si affidava Mario Paolo, tanto che fu tra coloro che  pensarono di  sostenere  i concepiti, oltre che con l’aiuto  economico del Progetto Gemma, anche con la preghiera, dando vita  all’associazione privata di fedeli “Progetto Gemma”, per la contemplazione e l’adorazione di Gesù concepito,  della quale fu fin dall’inizio vice presidente.

Vennero poi i giorni della divisione quando, durante il lungo e travagliato iter  della legge 40  sulla fecondazione artificiale, il Movimento per la vita rinunciò a difendere la vita dei concepiti scegliendo il male minore, facendosi  cioè promotore e  sostenitore di un progetto di legge che consentiva la fecondazione in vitro purchè omologa. Furono anni di duro confronto in seno al Movimento per la vita tra la maggioranza che sosteneva la linea compromissoria della presidenza e una minoranza in cui Mario Paolo Rocchi si collocava con il rigore, la coerenza di sempre e la forza della verità. Furono anni di ostracismo e censure dai quali si uscì infine con la  fondazione del Comitato Verità e Vita, un luogo  dove poter proclamare la verità tutta intera, senza equilibrismi politici e  senza tema di scomuniche. Per dieci anni Rocchi ne fu vice presidente.Oggi noi che  rimaniamo qui a combattere la buona battaglia, con le nostre piccole forze e le nostre povere armi, contro una cultura sempre più agguerrita e pervasiva, perdiamo indubbiamente  con Mario Paolo un punto di riferimento e un aiuto. Abbiamo  però la gioiosa speranza che lui e quanti ci hanno già lasciato, sono ancora al nostro fianco.

Marisa Orecchia

24 dicembre 2018

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