L’Italia si piega alla dittatura arcobaleno: accetta le raccomandazioni Onu sui diritti Lgbt

By 12 Marzo 2020Gender

Il 4 novembre scorso si è tenuta la 34esima sessione del Gruppo di Lavoro della Revisione Periodica Universale (Universal Periodic Review – UPR) che ha esaminato lo stato dei diritti umani in Italia, in seguito alla quale la nostra nazione ha ricevuto ben 306 raccomandazioni (nel 2014 erano state solo 186).

Oltre alle raccomandazioni sui diritti umani dei richiedenti asilo, ne sono stata avanzate 41 per la creazione di un’Istituzione nazionale per i diritti umani indipendente e 17 sui diritti delle persone LGBTI. Non potevano mancare, tra queste, l’approvazione della legge contro l’omotransfobia e, andando di bene in meglio, anche il potenziamento della strategia nazionale UNAR sull’orientamento sessuale e identità di genere, il riconoscimento dell’omogenitorialità e, persino, il divieto di interventi chirurgici cosmetici su bambini intersex.

L’Italia, come hanno comunicato le Nazioni Unite, ha aderito a 292 raccomandazioni sulle complessive 306, ma soprattutto, delle 17, riguardanti le persone Lgbti, il Governo ne ha accettate ben 16. Tra esse quelle riguardanti la temibile legge contro l’omotransfobia, persino il divieto di interventi chirurgici cosmetici su bambini intersex e la protezione dei rifugiati Lgbti.

Fortunatamente, almeno sul riconoscimento dell’omogenitorialità, promossa dall’Islanda, il Governo si è limitato a prenderne nota.  In proposito, Yuri Guaiana, presidente dell’Associazione Radicale Certi Diritti e coordinatore di una coalizione composta da Arcigay, Associazione Radicale Certi Diritti, Centro Risorse Lgbti, Gaycs e OII-Italia, si è dichiarato piuttosto soddisfatto e ha affermato: «L’accettazione di 16 raccomandazioni sui diritti umani delle persone Lgbti è uno straordinario successo del nostro lavoro. Ora occorre subito una Road Map per l’implementazione delle raccomandazioni accolte con il pieno coinvolgimento della società civile, come richiesto anche dalle Nazioni Unite».

Nonostante l’atteggiamento remissivo della nostra nazione, di fronte a quasi tutte le richieste sulla comunità LGBT, Guaiana ha avuto l’ardire di dire anche di sentirsi deluso dalla «scelta dell’Italia di limitarsi a prender nota della raccomandazione dell’Islanda sulle adozioni e la genitorialità arcobaleno». Perché, come ha sottolineato, «sul diritto all’uguaglianza e dei figli dei genitori dello stesso sesso ad avere entrambi i genitori riconosciuti non si transige e continueremo a batterci per ottenerlo». Dichiarazioni simili sono state rilasciate da Gianfranco Goretti, presidente di Famiglie Arcobaleno. Insomma, come al solito “diritti per tutti”, tranne che per i più deboli e indifesi: I bambini.

di Manuela Antonacci

12 marzo 2020

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