NO alla prologa dello “stato d’emergenza”

By 16 Luglio 2020Attualità

Non è mia abitudine adeguarmi acriticamente, magari in nome del “politicamente corretto” ad alcune decisioni riguardanti il “bene comune”. Pertanto m’informo, approfondisco, sento varie opinioni per giungere ad approvare o disapprovare alcune decisioni e poi, delle volte, “turandomi il naso”, mi adeguo. Questa introduzione giustifica l’argomento che in sintesi tratterrò, cioè l’ipotesi del Presidente del Consiglio di prolungare lo “stato di emergenza” nel nostro Paese fino al 31 dicembre 2020. Un atto che condiziona il presente e il futuro della nostra Nazione, infatti “stato di emergenza” significa anche autorizzare il capo del governo a intervenire mediante atti unilaterali su libertà fondamentali delle persone e delle imprese mediante restrizione magari arbitrarie, ritenendo di possedere una delega incondizionata e incontrollata nell’esercizio del potere.

Perché sono, o meglio, in tanti siamo contrari?

1.E’assente il presupposto basilare per l’emergenza, cioè l’emergenza stessa! E’ il parere manifestato dal professor Sabino Cassese costituzionalista e giudice emerito della Corte Costituzionale sulla prima pagina del Corriere della Sera dell’11 luglio. “Manca il presupposto della proroga: non basta che vi sia il timore o la previsione di un evento calamitoso. Occorre che vi sia una condizione attuale di emergenza”. Ebbene, siamo tutti consapevoli che l’emergenza sanitaria, motivazione di questa richiesta, non sia conclusa ma si è molto attenuata rispetto ai primi mesi dell’anno  quando il panorama epidemiologico si prospettava drammatico, inoltre possiamo maggiormente tutelarci a livello preventivo. Più che sull’emergenza si dovrebbe intervenire con una maggiore vigilanza sulla scarsa prudenza di molti che trascurano precauzioni fondamentali: dall’indossare la mascherina all’evitare gli assembramenti, al non rispetto delle distanze…

Dunque, per ri-proclamarlo, la situazione di emergenza deve esistere e non solo ipotizzarla, ad esempio presumendo una seconda ondata pandemica poiché, se purtroppo ci fosse, il Governo può intervenire velocemente con più strumenti: dalle ordinanze del singolo ministro ai decreti legge che hanno un’immediata efficacia esecutiva, prima di essere approvati dal Parlamento. E qui mi permetto un inciso. Ma siamo sicuri che le autorità deputate al bene comune abbiano sfruttato questi ultimi mesi per prepararsi a fronteggiare un eventuale “seconda ondata”, probabilmente in concomitanza con l’influenza stagionale, senza dover assistere al doloroso caos dei mesi di marzo e di aprile? Qui non servono “stati d’emergenza” ma la capacità di rispondere con celerità in base a progettazioni, pianificazioni e adeguati coordinamenti a tutte le situazioni, anche le più agghiaccianti.

2.Prosegue Cassese: il diritto eccezionale non può diventare la regola, […] non è fisiologico governare con mezzi eccezionali. Questi possono produrre conseguenze negative non solo per la società e per l’economia, creando tensioni nella prima e bloccando la seconda, ma anche per l’equilibrio dei poteri, mettendo tra le quinte (ancor più di quanto non accada già oggi) il Parlamento e oscurando il Presidente della Repubblica e la Corte costituzionale, al cui controllo sono sottratti gli atti dettati dall’emergenza”.

Ebbene, un prolungato stato d’emergenza, mette a rischio la tenuta democratica del nostro Paese. La figura del Presidente della Repubblica è adombrata e oscurata, il Parlamento come affermato dal presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, la seconda carica dello stato, diventa “l’invisibile della Costituzione” poiché i DPCM del Presidente del Consiglio esonerano totalmente il Parlamento da ogni decisione e non richiedono la controfirma del Capo dello Stato. Insomma, il capo del governo, si attribuisce un potere assoluto.

3.Il dannoso impatto sull’opinione pubblica. Si ha l’impressione che “la paura”, a volte alimentata anche strumentalmente, sia stata la “grande protagonista” di questi mesi. E tutti sappiamo che il panico e la viva apprensione sono strumenti formidabili di dominio. Ora che questi stati psicologici stanno riducendosi sembra che si vorrebbero nuovamente alimentarli pur consapevoli dei danni che provocano. In primo luogo un diffuso senso di precarietà e di timore nei cittadini, nel contesto societario, sull’economia che stenta a riprendersi. Ma come possiamo sperare in una ripresa dei consumi se le persone temono il futuro? Molti pur avendo discreti risparmi, i dati ci dicono che la maggioranza ha risparmiato negli ultimi mesi circa 36 miliardi in più del solito, per paura spende poco o nulla. Afferma il professore Carlo Pelanda: “Un Governo professionale metterebbe in priorità la produzione di fiducia per trasferire tale liquidità ai consumi stessi, accelerando notevolmente il ciclo di ripresa” (Il Sussidiario, 15.7.2020). Concludiamo con una riflessione di Ezio Mauro: “Oggi sappiamo che la paura crea l’emergenza. Il potere ha la perenne tentazione di usarla per deformare i suoi confini. Quando succede, è l’infezione della democrazia” (Libro:“Liberi dal male. Il virus e l’infezione della democrazia”).

4.Saremmo l’unica nazione dell’Unione Europea ad avere in vigore lo “stato d’emergenza” poiché nella maggioranza dei Pesi si è concluso a fine giugno e in Francia terminerà il 24 luglio. Questo è un dignitoso “biglietto da visita” per l’Italia, oppure l’immagine di un Paese in affanno incapace di gestirsi con strumenti legislativi ordinari?

Pertanto NO alla proroga dello “stato d’emergenza” essendo inutile, anzi deleterio per l’Italia, e per non provocare abusi del potere esecutivo su quello legislativo, situazioni sempre imprudenti.

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