In queste settimane, ormai lo sappiamo, il tema del consenso informato dei genitori nelle scuole è arrivato in Parlamento, grazie a una proposta di legge avanzata dalle forze di centrodestra, ma anche grazie al lavoro instancabile che come Pro Vita & Famiglia onlus abbiamo portato avanti negli ultimi mesi.
Il caso di Päivi Räsänen, parlamentare finlandese dei Suomen Kristillisdemokraatit (Cristiano Democratici di Finlandia) ed ex ministro degli Interni, risponde alla solita domanda “i diritti Lgbt a te cosa tolgono?”. La Räsänen, di fede luterana, è da tre anni al centro di un processo per istigazione all’odio per via di alcune sue dichiarazioni sul tema dell’omosessualità, tra cui un tweet con dei versetti della Lettera ai Romani (1, 24-27) e un opuscolo, da lei scritto nel 2004, intitolato “Maschio e femmina li creò – le relazioni omosessuali sfidano il concetto cristiano di umanità”.
L’Unità Locale Socio Sanitaria 3 Serenissima in Veneto sdogana in via amministrativa il suicidio assistito come “pratica medica”.
Con circa 4.000 morti l’anno in Italia per suicidio, è assurdo che la politica voglia legiferare sulla morte medicalmente assistita, ignorando questa drammatica piaga e incentivando la morte di Stato.
Luca Volontè ha pubblicato sulla Nuova Bussola Quotidiana un interessante e tragico articolo che riporta i dati statistici di Eurofund secondo cui il suicidio è la prima causa di morte fra i giovani europei (più degli incidenti stradali). Sono inoltre in aumento i suicidi anche tra le donne sotto i 20 anni e tra gli uomini sopra gli 85.
Pacchetti per ogni categorie ai persone, rate mensili e scelta su catalogo: ecco la maternità surrogata.
L’aborto non è soltanto un dramma personale, sociale e morale, ma anche un vero e proprio business. Lo è da sempre e ovunque – multinazionali come Planned Parenthood lo insegnano – ma lo è diventato di recente anche in Irlanda, dove secondo dei nuovi dati resi pubblici dal Parlamento irlandese, i medici che praticano aborti ricevono in media 21.029 euro all’anno in più di soldi dei contribuenti solo per le consultazioni legate all’interruzione di gravidanza.
Aveva solo 19 anni Rheanna Laderoute, la giovane canadese che ha perso la vita dopo un aborto chimico.
La Commissione Ue esaminerà la petizione europea per promuovere le interruzioni di gravidanza “accessibili e sicure”. Nel 2014 l’iniziativa per l’embrione (oltre 600mila adesioni in più) fu bocciata.