Laura Boldrini ha annunciato, qualche giorno fa, tramite i suoi canali social di trovarsi a Varsavia con l’EPF (rete di parlamentari europei impegnati per la tutela della salute sessuale riproduttiva), poiché secondo lei la libertà delle donne e delle persone LGBT sarebbe sotto attacco in Polonia.
Ci sembra importante rilanciare l’articolo pubblicato dal prof. Alessandro Feo, ginecologo dell’AIGOC, scritto sul sito dell’Associazione a commento dell’insistenza dei radicali abortisti umbri che invocano la somministrazione della RU486 per far abortire le donne, a buon bisogno anche “comodamente a casa” come vorrebbe la circolare dell’agosto 2020 del ministro Speranza.
I sostenitori dell’aborto spesso affermano che la pillola abortiva – a cui possono accedere anche le minorenni – è sicura… così sicura che si sta spingendo affinché venga dispensata senza alcuna supervisione medica. In Italia, Speranza ha consentito l’uso della RU 486 fino a 9 settimane e anche in day hospital (cioè, l’aborto può avvenire “comodamente” a casa: è il primo passo. All’estero già si pratica l’aborto a distanza, per telefono o per videochiamata.
La Repubblicana Kathy Barnette, che si è concessa in una lunga intervista a ‘LifeSiteNews’, è in corsa per l’elezione nel prossimo 2022 al Senato degli Stati Uniti in Pennsylvania.
Da “serial killer” delle interruzioni di gravidanza a testimone delle bugie sull’aborto sicuro. La storia del medico Kathi Aultman che aiutava le donne a disfarsi dei bambini finché un giorno le scappò la parola “uccidere”