Da Rolling Stone alla Mostra di Venezia si alza il coro dei pro-choice dell’era Amazon. Non ci si pone nemmeno più il “problema” del bambino ma di come rendere legale, sicuro e alla portata di tutti farlo fuori con un click
Uno dei dati che più colpisce della débâcle pro-life avvenuta a San Marino in occasione del referendum sull’aborto è la percentuale degli astenuti: 59%. Sono loro ad avere vinto il referendum. Un nota bene di natura tecnica: nel microstato, dal 2016, non è più previsto il quorum e quindi tale percentuale non ha inficiato l’esito referendario.
Per l’Alta Corte di Londra la legge che autorizza l’aborto fino alla nascita dei disabili, come Heidi Crowter o il piccolo Aiden, non li discrimina. Impedire alle donne di scartarli fino all’ultimo sì Leggi
Chi paga comanda: vale anche nel rapporto tra Amministrazione Biden e abortisti, e anche se si tratta di omicidio dei bimbi concepiti. Più di un fatto degli ultimi giorni conferma che le multinazionali dell’aborto stanno incassando e rafforza i sospetti che l’Amministrazione Usa si stia sdebitando con esse. Sarà per i finanziamentimultimilionari e gli applausi ricevuti in campagna elettorale?
Il ministro della salute francese Olivier Véran ha reso noto che dal primo di gennaio del prossimo anno tutti i metodi contraccettivi – compresi alcuni che possono avere anche effetti abortivi – saranno gratuiti per le donne fino ai 25 anni. Non solo la contraccezione, ma anche i test di gravidanza e le visite mediche. Il tutto in modo anonimo: in tal modo mamma e papà non potranno sapere nulla. Il World Economic Forum sul suo profilo Twitter ha elogiato l’iniziativa.
A San Marino ha vinto la retorica del diritto all’aborto e della “liberazione” della donna. Domenica nella piccola e antica Repubblica che prende il nome dal Santo che l’ha fondata il referendum per legalizzare l’interruzione di gravidanza è passato con una maggioranza molto larga di 77,3% Sì contro un 22,7% di contrari. L’affluenza alle urne è stata di circa il 41% degli aventi diritto al voto, il che è indice di un popolo perplesso e lontano da una questione che ormai sembra uscita dal dibattito pubblico.
L’industria dell’aborto vuole che non debba esserci spazio per la vergogna. I «bambini non nati e uccisi nel ventre materno» – scriveva Giuliano Ferrara lo scorso 17 settembre – vengono innalzati «come trofei di una cultura sociale che si nasconde dietro il dramma delle donne con untuosità insopportabile». Eppure le donne che hanno abortito, inclusa Thurman, ammettono di provare vergogna, anche quando nessun altro sa del loro gesto. «C’è così tanto dolore in questa storia», ha messo nero su bianco l’attrice.
Arrivano i “primi bambini Gattaca”. Selezione genetica per creare una prole “migliore”. Si sceglie anche l’intelligenza
Un triennio di presidenza che si compie, un appuntamento elettivo che si celebra: l’occasione per mettere in fila fatti, idee, sogni, e dove tutto ciò sta portando una realtà associativa piena di vita