E’ nata Aurora la mamma ha portato avanti la gravidanza grazie a cure personalizzate a cui si è sottoposta all’Istituto Pascale di Napoli
Down Syndrome Free. L’espressione parrebbe incoraggiante: un mondo libero dalla sindrome di Down. Il problema sta nel fatto che qui, è proprio il caso di dirlo, si vuole buttare via l’acqua sporca con il bambino. Il bambino in questione è quello nella pancia della mamma e che è affetto da trisomia 21: in terra danese hanno deciso, ormai dal 2004, di debellare questa alterata condizione cromosomica non combattendo la patologia, bensì eliminando il paziente, ossia abortendo il bambino che deve ancora nascere.
Altro che progresso: con la modifica della legge l’aborto diventa una questione privata. I rischi per le donne.
Nel 2019 in Danimarca sono nati solo 18 bambini con sindrome di Down, lo 0,029% su 61mila nascite. E’ il frutto della politica che dal 2004 vuole sradicare l’anomalia genetica con aborti selettivi.
Il Copenhagen Post ha rivelato che nell’ultimo anno sono nati solo 18 bambini con la sindrome. “Eradichiamo una intera categoria di persone”
La sen. Isabella Rauti ha presentato l’interpellanza con procedimento abbreviato sulla recente circolare del ministero della Salute in materia di pillola abortiva.
Negli Stati Uniti l’allarme per la pillola abortiva in passato è stato altissimo, rilanciato anche da testate come il New York Times, giornale liberal che non è certo pro-life
«Da cinquant’anni siamo presi di mira dall’industria della “salute riproduttiva”». Oltre cento leader di colore denunciano i successori di Margaret Sanger .
Come convive la denuncia del genocidio femminile con le incessanti campagne per il diritto delle donne ad eseguire interruzioni di gravidanza più facili e accessibili?