Enzo Bianchi invita ad accogliere la vecchiaia senza nulla concedere a una malinconica nostalgia del futuro, ma anzi trovando qui l’occasione preziosa di un generoso atto di fiducia verso le nuove generazioni.
“È un’ipertrofia dei diritti ciò che spiega il declino italiano”: questa la lucida diagnosi di Alessandro Barbano, direttore del “Mattino”. Si tratta di un virus che ha infiltrato il discorso pubblico e da decenni blocca ogni tentativo della politica e della società di riscattarsi.
Il libro racconta la forza e il coraggio di un bambino che all’età di due anni ha scoperto di essere affetto da una grave malattia.
Nel dialogo con Thomas Leoncini, papa Francesco, affrontano con forza, saggezza e passione i grandi temi dell’oggi mescolando ricordi personali, annotazioni teologiche e considerazioni puntuali e profetiche, senza sottrarsi a nessuna sfida della contemporaneità.
Cosa accomuna Dante e Oriana Fallaci, Walter Benjamin e Yukio Mishima, Julius Evola e Umberto Eco? Ripensando alle voci che più lo hanno influenzato, Marcello Veneziani ha costruito un affascinante itinerario attraverso idee, opere e autori.
L’uomo si sta lentamente riducendo a consumo, merce, numero, massa. Eppure, gli esseri umani sono straordinari, fantasiosi, creativi, con grande successo nel campo della tecnologia.
Ecco un libro che si legge volentieri. Con mons. Mario Delpini si va sul sicuro. La sua è un’intelligenza che non disdegna di coniugarsi col linguaggio dei semplici;
Il rapporto con la malattia – che sia la propria o quella di una persona vicina – rappresenta sempre una grande sfida, soprattutto quando si ha a che fare con infermità croniche o con patologie di cui non si intravede ad oggi una cura.
Maternità surrogata, eutanasia, suicidio assistito sono alcuni dei temi che sembrano sfidare non solo la dignità del nascere e del morire, ma del vivere stesso, sempre più minacciato dall’irrompere della postmodernità, che si caratterizza per la supremazia del desiderio che diventa diritto
“Deve essere veramente grande – e giustificata – l’ammirazione che Aurelio Porfiri ha per Vittorio Messori, per scrivere un libro su di lui; per ringraziarlo di essere stato lo strumento geniale di un percorso spirituale che non si è più fermato.