Ennesimo caso gender in una scuola elementare. Ecco cosa è successo in Veneto

By 8 Maggio 2021Gender

Riceviamo e pubblichiamo la segnalazione, con relative testimonianze dirette, di quanto accaduto presso l’Istituto Comprensivo Statale del Comune di Albignasego, tra i più grossi comuni della Provincia di Padova, in Veneto.

Circa tre settimane fa una coppia di genitori (che chiedono l’anonimato) ha scoperto, guardando l’app in cui vengono indicate le materie e il programma delle singole giornate scolastiche, che durante l’ora di Educazione Civica è stato proposto un Laboratorio denominato Scelte Libere” in cui veniva spiegata l’attività con testuali parole: “attività di laboratorio sul superamento degli stereotipi e la parità di genere” in collaborazione con un’esperta (non viene indicato il nome ai genitori) dell’Associazione “Attivamente”.

Ai genitori non è stato fornito alcun avviso preliminare, quindi non è stato possibile fornire o meno il consenso per la partecipazione dei figli al Laboratorio. Non è stato nemmeno fornito preventivamente il nominativo dell’esperta esterna. Il tutto è emerso dalle parole dirette dei bambini, i quali hanno riferito testualmente: «La maestra nuova, che si chiama Giorgia, ha spiegato la storia di una bambina e delle scelte libere. Cioè, non è che le cose da maschi sono solo da maschi e quelle da femmine sono solo per le femmine. Perché questa bambina si è scelta lo zainetto di Spiderman e alcuni suoi amici la prendevano in giro dicendo: ‘Spideraman?? Sei una femmina, quello è una cosa da maschi!’. Così il papà poi le ha spiegato che ognuno può fare le sue scelte. Poi la maestra Giorgia ci ha fatto un altro esempio. Ha detto: le scelte libere, ad esempio, sono quando E**** va in un negozio e vede una bellissima felpa rosa e se la vuole prendere. Sa che è da femmine però a lui piace. Non bisogna ascoltare quello che dicono gli amici! Non bisogna ascoltare quello che dicono i compagni perché alcune cose possono essere importanti perché sono scelte libere».

I genitori hanno chiesto maggiori informazioni alla docente di Educazione Civica in merito ad Associazione, Laboratorio ed “esperta”. La maestra in questione ha risposto indicando una diversa associazione rispetto a quella indicata, nello specifico la “Gea Mater Onlus” (la quale sembrerebbe occuparsi di autismo, non di ideologia di genere) allegando una foto in cui si dichiara:

Obiettivi:

-Ogni incontro parte dall’ascolto del racconto, per proseguire con alcuni giochi-stimolo inerenti alla tematica proposta e all’attività laboratoriale, diverse a seconda dell’incontro”.

-Obiettivi: 1) rendere consapevoli i bambini degli stereotipi che li circondano – 2) implementare l’attenzione e la cura verso l’altro, dello stesso sesso o di quello opposto – 3) assumere un atteggiamento conoscitivo emancipato e creativo.

Attività:

-Tre racconti figureranno da filo conduttore per i laboratori:

1° incontro: Ettore, l’uomo straordinariamente forte di Magali Le Huche – Costruzione di un semplice telaio per sperimentare la tessitura;

2° incontro: C’è qualcosa di più che essere una principessa rosa? Di Raquel Diaz Reguera – Realizzazione di vestiti con carta colorata e stoffe per principi e principesse;

3° incontro: Mi piace Spiderman… e allora? Di Giorgia Vezzoli – Costruzione con cartoncini dello zainetto di Spiderman.

A tenere il Laboratorio è Giorgia Vezzoli, mentre il Progetto “Attivamente 2020/2021” viene finanziato dalla Fondazione Cariparo (cassa di Risparmio Padova e Rovigo).

I genitori, ovviamente, sono visibilmente scossi e molto indignati dalla mancanza di comunicazione da parte della scuola sulla scelta di condurre il Laboratorio, sui contenuti e sulla persona esterna all’istituto chiamata a tenere ben tre lezioni ai propri figli su questioni eticamente, antropologicamente e scientificamente discutibili. Sono inoltre terrorizzati dall’esporsi, per paura che il figlio venga discriminato o bullizzato in quanto la famiglia non condivide l’ideologia di genere e ritiene del tutto inopportuno l’insegnamento, per di più in orario scolastico ordinario. Senza considerare che il primo incontro ha avuto luogo dopo circa due giorni dalla riapertura della scuola, dopo quasi un mese di chiusure dovute a studenti positivi e alle successive festività pasquali. Quindi in un momento scolastico in cui, ovviamente, non vi era supervisione dei genitori.

Per quanto riguarda il secondo incontro, una testimonianza diretta riporta che in classe sarebbe stato “insegnato” che tutte le persone – anche in maschi – possono avere il seno. Inoltre, ai bambini sono state consegnate (o fatte costruire, questo punto non è ancora stato ben chiarito) delle bamboline alle quali i bambini hanno dovuto “interscambiare” i vestiti, quindi mettere i vestiti femminili alle bambole maschili e viceversa.

FONTE – https://www.provitaefamiglia.it/blog/ennesimo-caso-gender-in-una-scuola-elementare-ecco-cosa-e-successo-in-veneto