La Bibbia
La prima “colonna portante” della Dottrina Sociale della Chiesa è la Bibbia; la radice, la linfa e il punto di riferimento per il credente. Anche se non propone dottrine politiche o economiche e non suggerisce soluzioni concrete ai problemi delle società, o suggerimenti operativi, o norme giuridiche ma unicamente consigli e suggerimenti a volte generali e universali, la Bibbia essendo un annuncio di salvezza è un faro per la DSC.
Dalla Scrittura va anzitutto colto che esclusivamente il rapporto con la divinità permette all’uomo e alle società di svilupparsi e di realizzarsi. Da qui l’appello di san Giovanni Paolo II nell’omelia della Messa per l’inizio del suo Pontificato. «Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo! Alla sua salvatrice potestà aprite i confini degli Stati, i sistemi economici come quelli politici, i vasti campi di cultura, di civiltà, di sviluppo. Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa! Oggi così spesso l’uomo non sa cosa si porta dentro, nel profondo del suo animo, del suo cuore. Così spesso è incerto del senso della sua vita su questa terra. È invaso dal dubbio che si tramuta in disperazione. Permettete, quindi – vi prego, vi imploro con umiltà e con fiducia – permettete a Cristo di parlare all’uomo. Solo lui ha parole di vita, sì! di vita eterna» (22 ottobre 1978).
La Storia
La seconda “colonna portante” della Dottrina Sociale della Chiesa è la storia, costituita dall’evolversi degli avvenimenti determinati dalla libera volontà degli uomini, senza mai scordarsi che il susseguirsi delle epoche, degli eventi, delle guerre, delle dittature e dei grandi personaggi…, e anche l’oggi è esclusivamente una cornice, poiché nella storia è presente, “qui” e “ora”, Dio.
Discutendo della storia qualcuno la definisce “laica” o “profana”; in realtà la storia è impregnata e invasa da un ampio e profondo “significato teologico”. Interessante è il capitolo terzo del Vangelo di San Luca che narra l’avvio della predicazione di Giovanni Battista. «Nell’anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell’Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell’Abilène, sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa…» (vv.1-2). Il menzionare in poche righe molti personaggi stupisce e interroga sull’avvenimento che sta per compiersi. Ma la risposta è semplice: «La Parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto».
“Tutto qui”, afferma qualcuno. Tutto qui! Ma un “tutto qui” denso di significati poiché rammenta che la Parola si è incarnata nella storia e anche oggi si rivolge a ogni uomo, ed è la Parola che indirizza il mondo alla salvezza indicando che “nel tempo” non tutto è fugace, temporaneo e precario poiché in esso si è inserito l’Onnipotente.
Don Gian Maria Comolli (fine seconda parte)