QUARESIMA 2023: Un cammino verso la santità (1)

By 1 Marzo 2023Attualità

Introduzione

E’ iniziata anche quest’anno la Quaresima; quaranta giorni di preparazione alla Pasqua nei quali la Chiesa invita il cristiano non solo e tanto ad alcune rinunce ma soprattutto a ripensare alla sua vita per comprendere quanto è il comunione con il Signore Gesù e con il Vangelo.

Anche questo blog farà la sua parte, proponendo degli editoriali “spirituali”, prendendo come riferimento una Esortazione Apostolica di Papa Francesco «Gaudete et exultate» pubblicata il 9 aprile 2018 ma che ha avuto scarsa risonanza nonostante la ricchezza di contenuti.

Papa Francesco ha subito chiarito che non era un “trattato sulla santità”, ma si prefiggeva lo scopo di «far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità» (2). In altre parole, il Papa, donò alla Chiesa uno strumento per educarsi alla santità, richiamando che questo stile di vita è rivolto a tutti i cristiani e va realizzato nella quotidianità. Sono esempio la moltitudine di santi che la Chiesa ha proclamato in due millenni di storia, come pure quelli che il Pontefice definisce i “santi della porta accanto” e che onoriamo il 1 novembre. Sono queste, persone, che abbiamo incontrato e che ci hanno ammirato per la loro esistenza guidata dall’amore a Dio e ai fratelli. Sono mamme che non hanno badano ai sacrifici per la crescita umana e cristiana dei figli, o uomini miti ed eroici che hanno operato per il bene comune, oppure giovani leali, generosi e entusiasti, o anziani umili, sereni e ricchi di speranza e di bontà… Ebbene, la santità, è l’aspettativa che Dio ha su ogni uomo poiché «il Signore ha scelto ciascuno di noi “per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità” (Ef. 1,4)» (2). «Il Signore chiede tutto – afferma il Papa – ma ci dona anche il “tutto”, offre la vera vita e la felicità per la quale siamo stati creati» (1).

Introducendo il discorso poniamoci alcune domande che ci accompagneranno nelle varie riflessioni.

Sono consapevole che la santità deve essere il mio traguardo? Sono convinto che la santità potrebbe valorizzare, potenziare e perfezionare la mia esistenza? Come concretizzo questa convinzione nella quotidianità? Ecco allora l’auspicio del Papa: «spero che queste pagine siano utili perché tutta la Chiesa si dedichi a promuovere il desiderio della santità. Chiediamo che lo Spirito Santo infonda in noi un intenso desiderio di essere santi per la maggior gloria di Dio e incoraggiamoci a vicenda in questo proposito. Così condivideremo una felicità che il mondo non ci potrà togliere» (177).

Il primo capitolo è intitolato: CHIAMATI ALLA SANTITÀ (3-34)

I santi che ci incoraggiano e ci accompagnano

La nostra vita è circondata e accompagnata “da una moltitudine di testimoni” che pur essendo «già giunti alla presenza di Dio mantengono con noi legami d’amore e di comunione» (5) e, soprattutto, «ci spronano a non fermarci lungo la strada, ci stimolano a continuare a camminare verso la meta» (3). Una verità consolante che mostra che non siamo soli nella lotta quotidiana per giungere anche noi a questo traguardo.

I santi della porta accanto

Il Pontefice, prima di riferirci dei santi “della porta accanto”, pone una premessa. «Nessuno si salva da solo, come individuo isolato, ma Dio ci attrae tenendo conto della complessa trama di relazioni interpersonali che si stabiliscono nella comunità umana: Dio ha voluto entrare in una dinamica popolare, nella dinamica di un popolo» (6). Di conseguenza l’essenzialità di percepirci appartenenti al “Popolo di Dio” che si manifesta nella Chiesa, dal momento che la santità è la visita di Dio al suo popolo e dono dello Spirito. Anche se, specifica papa Francesco, questa possibilità (cioè la santità) è presente pure «fuori della Chiesa Cattolica e in ambiti molto differenti» (9).

Il Signore chiama

Di fronte all’ampiezza della proposta e ai «modelli di santità che appaiono irraggiungibili» (11), pur consci dei nostri limiti non dobbiamo scoraggiarci poiché questa (la santità) è la «via unica e specifica che il Signore ha in serbo per noi» (11). Il Papa indica poi gli «stili femminili di santità» (12): da santa Ildegarda a santa Brigida, da santa Caterina da Siena a santa Teresa d’Avila, oppure santa Teresa di Lisieux, senza scordare «tante donne sconosciute o dimenticate le quali, ciascuna a modo suo, hanno sostenuto e trasformato famiglie e comunità con la forza della loro testimonianza» (12).

Ebbene, per divenire santi «non è necessario essere vescovi, sacerdoti, religiose o religiosi. Molte volte abbiamo la tentazione di pensare che la santità sia riservata a coloro che hanno la possibilità di mantenere le distanze dalle occupazioni ordinarie, per dedicare molto tempo alla preghiera. Non è così» (14). Tutti possiamo realizzare la santità!

Anche per te 

Come approdare alla santità? Il suggerimento di Francesco: con gesti piccoli, semplici e sobri ma significativi e eloquenti e soprattutto con la testimonianza. «Sei una consacrata o un consacrato? Sii santo vivendo con gioia la tua donazione. Sei sposato? Sii santo amando e prendendoti cura di tuo marito o di tua moglie, come Cristo ha fatto con la Chiesa. Sei un lavoratore? Sii santo compiendo con onestà e competenza il tuo lavoro al servizio dei fratelli. Sei genitore o nonna o nonno? Sii santo insegnando con pazienza ai bambini a seguire Gesù. Hai autorità? Sii santo lottando a favore del bene comune e rinunciando ai tuoi interessi personali» (14). E, per concretizzare gli esempi, il Papa, narra un episodio inquadrato nella quotidianità. «Una signora va al mercato a fare la spesa, incontra una vicina e inizia a parlare, e vengono le critiche. Ma questa donna dice dentro di sé: “No, non parlerò male di nessuno”. Questo è un passo verso la santità. Poi, a casa, suo figlio le chiede di parlare delle sue fantasie e, anche se è stanca, si siede accanto a lui e ascolta con pazienza e affetto. Ecco un’altra offerta che santifica. Quindi sperimenta un momento di angoscia, ma ricorda l’amore della Vergine Maria, prende il rosario e prega con fede. Questa è un’altra via di santità. Poi esce per strada, incontra un povero e si ferma a conversare con lui con affetto» (16).

La tua missione in Cristo

Altra modalità per giungere alla santità è osservare il Signore Gesù e ricopiare la sua vita terrena, cioè «la vita nascosta, la vita comunitaria, la vicinanza agli ultimi, la povertà e altre manifestazioni del suo donarsi per amore» (20). Pertanto «la misura della santità è data dalla statura che Cristo raggiunge in noi, da quanto, con la forza dello Spirito Santo, modelliamo tutta la nostra vita sulla sua» (21). Segue poi un auspicio: «voglia il Cielo che tu possa riconoscere qual è quella parola, quel messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo con la tua vita. Lasciati trasformare, lasciati rinnovare dallo Spirito e così la tua preziosa missione non andrà perduta» (24).

L’attività che santifica

Al termine del primo capitolo il Papa precisa che azione e contemplazione devono procedere parallelamente. «La tua identificazione con Cristo e i suoi desideri implica l’impegno a costruire, con Lui, questo Regno di amore, di giustizia e di pace per tutti» (25). Dunque, «non è sano amare il silenzio ed evitare l’incontro con l’altro (…), ricercare la preghiera e sottovalutare il servizio» (26). A volte «abbiamo la tentazione di relegare la dedizione pastorale e l’impegno nel mondo a un posto secondario, come se fossero “distrazioni” nel cammino della santificazione» (27). Ebbene, richiama Francesco: «siamo chiamati a vivere la contemplazione anche in mezzo all’azione» (26) ma con un’attenzione: «le continue novità degli strumenti tecnologici, l’attrattiva dei viaggi, le innumerevoli offerte di consumo, a volte non lasciano spazi vuoti in cui risuoni la voce di Dio. Tutto si riempie di parole, di piaceri epidermici e di rumori ad una velocità sempre crescente» (29). È il grande rischio da superare!

Più vivi, più umani 

L’invito finale del primo capitolo: «non avere paura della santità. Non ti toglierà forze, vita e gioia» (32). Concetto ribadito con forza nelle ultime righe. «Non avere paura di puntare più in alto, di lasciarti amare e liberare da Dio. Non avere paura di lasciarti guidare dallo Spirito Santo. La santità non ti rende meno umano, perché è l’incontro della tua debolezza con la forza della grazia. In fondo, come diceva León Bloy, nella vita “non c’è che una tristezza, (…) quella di non essere santi”» (34).

Buona Quaresima

Don Gian Maria Comolli

(prima continua)