Finalmente qualcuno “pensa” alle donne

Dopo la decisione assunta in fretta e furia qualche settimana fa da parte dell’AIFA (l’agenzia italiana del farmaco) di voler rendere “gratis” la pillola anticoncezionale, nonostante i gravi rischi per la salute di ragazze e donne, l’ AIFA ha deciso uno stop a tale decisione, o meglio uno slittamento dei tempi, comunicando che «non sussistono gli elementi essenziali per deliberare» sulla gratuità della pillola anticoncezionale e pertanto ha chiesto ulteriori «approfondimenti”». Da notare, inoltre, che l’erogazione gratuita della pillola anticoncezionale, per le donne di tutte le fasce d’età, comporterebbe un costo di circa 140 milioni di euro l’anno per le tasche dei contribuenti.

Questa presa di posizione dell’AIFA ci invita a riflettere sia sulla pericolosità di questa metodologia a sfavore della vita e contemporaneamente dannosa, come pure sulle sue possibili alternative.

Dai contraccettivi

Nel mondo 100 milioni di donne si avvalgono della contraccezione con molteplici modalità: dal coito interrotto agli strumenti di barriera, dai mezzi ormonali alle pillole. In minima parte però, le persone, sono consapevoli che queste metodologie potrebbero provocare devastanti effetti collaterali. Tra i molteplici dati scientifici che giustificano la nostra affermazione, soffermiamoci su quelli pubblicati dal «British Medical Journal» del maggio 2016. La rivista riportò i risultati di una ricerca clinica condotta dall’Università di Nottingham su un campione di 10.000 donne, di età compresa fra i 15 e i 49 anni, che usufruiscono sistematicamente dei contraccettivi. Lo studio evidenziò che l’assunzione di questi, soprattutto quelli orali di “terza generazione” (esempio: Etinelastradiolo + Desogestrel; Etinelastradiolo + Gestodene) accresce di quattro volte la possibilità di sviluppare coaguli di sangue (Fonte: SaPeRiDoc – Centro di documentazione sulla salute perinatale e riproduttiva). Anche le donne che fanno uso di quelli definiti di “seconda generazione” (esempio: Estradiolo + Levonorgestrel) presentano un rischio di 2,5 volte superiore di rimanere vittime di trombosi venose rispetto alla popolazione che non ne utilizza. (Fonte: SaPeRiDoc – Centro di documentazione sulla salute perinatale e riproduttiva).

La ricerca puntò l’attenzione sull’aspetto ematico, ma tutti i metodi anticoncezionali implicano rischi collaterali che possono causare danni permanenti e anche la morte. Ne sono completamente consapevoli le aziende farmaceutiche obbligate a risarcimenti milionari. Ad esempio la Bayer AG ha erogato in dieci anni 1.6 miliardi di dollari a 6.800 persone gravemente lese (emboli, ictus, infarti…) e alle famiglie di 100 donne decedute dopo l’assunzione delle pillole anticoncezionali Yaz e Yasmin, le più usate negli Stati Uniti, comprendenti l’ormone sintetico “Drospinerolo”. Pure la Merck & Co sborsò 100 milioni di dollari nel 2016 per risarcire 3.800 donne lese e 83 famigliari di defunti vittime dell’anello vaginale NuvaRing.

Vanno infine considerate le implicazioni per l’ambiente. Lo smaltimento dei contenuti dei contraccettivi – e ovviamente anche in altri prodotti (pesticidi, cosmetici…) – inquinano aria e acqua, due dei più importanti beni ambientali, con conseguenze sui “sistemi ormonali umani” (o sistemi endocrini), vitali per l’equilibrio fisiologico del corpo umano, per la regolamentazione della crescita, per il metabolismo e per lo sviluppo e la funzione sessuale. Ad esempio alcuni composti chimici rinvenuti nelle riserve idriche, stanno mutando il sesso dei pesci (i cosiddetti pesci “intersessuali”) e modificando la fauna con conseguenze anche sulla sessualità umana (sviluppo sessuale prematuro o irregolare) e sulle gravidanze. Varie ipotesi, abbinano, inoltre, la presenza degli ormoni sintetici nelle acque con le questioni di genere e di omosessualità (Cfr. Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, Terra e Cibo, Roma 2015, p. 50). Da qui, l’invito di papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ a un «dibattito serio e onesto fra gli scienziati» sulla questione per evitare l’irreversibile (cfr. n. 61).

Ai Metodi Naturali della Procreazione.

Eppure, nonostante tutti siano consapevoli, l’ecatombe prosegue! Per questo, dedicheremo alcune riflessioni ai Metodi Naturali della Procreazione, che non provocano reazioni negative alla donna.

I Metodi Naturali della Procreazione o della fertilità sono valutati con pregiudizi e riputati da molti – pure medici – “inaffidabili”, ma soprattutto riduttivi della libertà in una società assai erotizzata, dove di frequente la sessualità non è più il linguaggio dell’amore ma semplicemente uno stimolo di godimento. In realtà si tratta di metodiche scarsamente e insufficientemente conosciute che meritano attenzione per comprenderle e, di conseguenza, testarle.

Così sono presentati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: «I Metodi Naturali della Procreazione si basano sulla conoscenza dei processi biologici per cui una gravidanza può essere ricercata o evitata grazie all’osservazione dei segni e dei sintomi della fase fertile del ciclo mestruale. Quando si vuole evitare la gravidanza ci si deve astenere dai rapporti sessuali durante la fase fertile del ciclo, quando si ricerca si possono utilizzare con precisione i giorni fecondi» (World Health Organization, Guide to provision of services, Genève 1988, p. 88).

Questi metodi consentono alla donna di acquisire dimestichezza con il proprio corpo e le sue leggi tramite l’osservazione per realizzare l’atto sessuale consapevolmente. Concedono, inoltre alla coppia, una responsabile pianificazione famigliare, assumendosi la consapevolezza di ogni decisione, pur esigendo un’astinenza periodica. Costituiscono, infine, lo strumento privilegiato per riscoprire il valore della fertilità, realizzando gesti fondati sul dialogo, sul confronto, sulla condivisione, sul rispetto reciproco e sull’amore per la vita.

Anche «la rinuncia al rapporto coniugale, motivata dall’esigenza di rinviare il concepimento, può essere vissuta come occasione importante per sviluppare una molteplicità di altre espressioni di amore, gesti di tenerezza, attenzioni reciproche». Questi del resto «hanno la potenzialità di arricchire di creatività e di novità nella relazione di coppia, e di far crescere l’amore nella dimensione del dono di sé e dell’accoglienza totale reciproca» (E. Giacchi, Comporre l’amore e la trasmissione della vita (htpps://famiglia.chiesa cattolica.it/comporrelamore-e-la-trasmissione-della-vita/). Contrariamente ai contraccettivi, i metodi naturali non provocano effetti collaterali sulla salute della donna, permettendo di salvaguardare integro il ciclo ovulatorio. Alcune donne testimoniano di piacevoli sorprese avendo previsto la propria fertilità e osservato gli eventi del proprio corpo, evitando il supporto sanitario o strumenti tecnologici. Di conseguenza, il desiderio di approfondimento dei Metodi Naturali della Procreazione – che potremmo definire anche “ecologici” – dovrebbe oltrepassare gli orientamenti etici-religiosi o ideologici abbracciando quelli psico-pedagogici e sanitari.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità valuta nel 98% la loro efficacia [Cfr. («Adv. Contracept» 10 (1994), p. 195; «Contraception» 53 (1996), pp. 69-74; «Advances in contraception» 15 (1999), pp. 69-83)] I dati furono pubblicati in autorevoli studi statistici [Cfr. «Studies in Family Planning» 7 (1987), pp. 52-57; «Family Planning Perspectives» 9 (1990), pp. 192-196; «Obstetrics and Gynecology» 3 (1990), pp. 231-329; «American Journal of Obstetrics & Gynecology» 2 (1991), pp. 79-84; «Statistics in Medicine» 5 (1991), pp. 198-205)], ma ebbero carente risonanza mediatica essendo questa metodologia esente da business di mercato. Anche la Chiesa cattolica li apprezza nelle finalità e nell’efficacia.

Tra i vari Metodi, noi rivolgeremo l’attenzione sul “Metodo dell’Ovulazione Billing” e sul “Metodo Sintotermico”, che si fondano sulle indicazioni e sui sintomi di fertilità correlati all’aspetto ormonale di ogni ciclo mestruale.

Il “Metodo dell’Ovulazione Billing”, osserva le caratteristiche del muco prodotto dal collo dell’utero per effetto della stimolazione degli ormoni ovarici – che si modifica prima, nel corso e dopo l’ovulazione – per scoprire il tempo fertile o infecondo di ogni ciclo mestruale. Inoltre, questo metodo contribuisce all’identificazione precoce di eventuali anomalie del ciclo della donna dovute a patologie disendocrine o cervico-vaginali che potrebbero comportare anche l’infertilità.

Il “Metodo Sintotermico”, invece, ponendo attenzione alla combinazione di vari elementi derivanti dall’ovulazione – temperatura, tempo, muco… – individua il periodo fertile del ciclo mestruale. È il metodo che presenta maggiori elementi per identificare le due fasi.

Don Gian Maria Comolli

P.S.

Essendo fondamentale la conoscenza di sé, l’uso dei Metodi Naturali della Procreazione, si apprende unicamente rivolgendosi a qualificati Centri di Consulenza (Cfr. www confederazionemetodinaturali it.).