La Toscana è la prima a decidere: per semplificare gli aborti si esce dagli ospedali. Le Regioni riducono i ricoveri. E le donne restano da sole..
Nuove linee guida del Royal College of obstetricians and gynaecologists per favorire l’aborto in tempo di pandemia. Per le donne alle prese con il Covid, si suggerisce l’escamotage di uccidere il bambino prima del limite delle 24 settimane e solo in seguito, a condizioni stabilizzate, espellerne il corpicino. È la conferma che gli abortisti non hanno a cuore né i bambini né la salute delle donne.
Quando sembra che il punto più basso sia già stato raggiunto, si è costretti a constatare poco dopo che l’abisso del Male è un mistero senza fondo. Si veda, per esempio, l’ultima trovata nel Regno Unito. Qui, il 3 giugno scorso, il Royal College of obstetricians and gynaecologists (Collegio Reale delle ostetriche e dei ginecologi) ha pubblicato nuove linee guida per gli operatori sanitari al fine di assicurare che le donne affette da Covid-19, o sospettate di esserlo, possano comunque abortire.
C’è una campagna di sterilizzazione di massa nella regione dello Xinjiang, ma Pechino nega sempre tutto sugli uiguri, anche i campi di rieducazione. Le politiche “draconiane” contro i diversi, non solo per il virus.
Alcune osservazioni sull’annuale Relazione sull’attuazione della legge n. 194/ 1978
Per quaranta lunghi anni, nella civilissima Danimarca, l’uomo giocò a fare Dio. Sprogø è uno spicchio di terra in mezzo al Grande Belt, lo stretto che collega il mare del Nord al mar Baltico. L’isolotto oggi è meta di tour organizzati nella riserva naturale, ma fino agli anni Sessanta fu teatro di drammatiche sofferenze psichiche ed anche fisiche operate con il consenso statale.
Da Est ad Ovest si alzano voci ed avanzano proposte a tutela e per la promozione della vita umana, i recentissimi avvenimenti in Slovacchia, Italia, Romania e Portogallo ci mostrano il volto di una Europa che vuol respirare e accetta sempre meno lo
strangolamento delle nuove ideologie totalitarie. Leggi
I nuovi regimi social-populisti dell’America Latina fanno un salto nel baratro. In Costarica si vuole l’introduzione dello Stato ateo e l’eliminazione della fede popolare, in Argentina l’esproprio della proprietà privata e il ritorno allo statalismo sovietico sulla produzione. Dopo le decisioni inumane e incivili a favore di aborto e “nozze gay”, le conseguenze sociali non potevano attendere.