Sulla polemica nata dopo la decisione della Regione Umbria di cancellare il day hospital per l’aborto farmacologico interviene l’autrice del provvedimento ministeriale che nel 2010 dispose il ricovero.
Questo ci dice che sarebbe veramente necessaria una riforma dei consultori familiari per sganciarli dalle procedure abortive: se lo Stato rinuncia alla sanzione penale non deve rinunciare a difendere il diritto a nascere…
Alcuni giorni fa, il Policlinico Sant’Orsola di Bologna ha preannunciato il via libera all’aborto farmacologico in regime di Day Hospital. Lo ha affermato il direttore Renato Seracchioli che, evidentemente considera gli aborti farmacologici e chirurgici una priorità. Seracchioli infatti, ha dichiarato che da settembre inizierà l’attività ambulatoriale dell’utilizzo della Ru486 e l’aborto chirurgico nel primo trimestre, “attività” entrambe sospese a causa del Covid. Leggi
Nessuna incidenza dell’obiezione, incremento dell’aborto farmacologico, abbandono delle gestanti straniere.
Non esistono valori etici genericamente intesi e che non considerino l’uomo come una realtà complessa: corporea, spirituale e bisognosa della comunità.
Dietro alla pandemia da Coronavirus dilaga, ma ben nascosta agli occhi dei più, la pandemia da aborto. Contrariamente alla prima pandemia, questa seconda, se dà segni di rallentare la sua diffusione, provoca reazioni allarmate e scomposte.
È il caso, alquanto significativo, della Giunta della Regione Umbria che il 10 giugno scorso ha approvato una delibera in cui sono contenute delle Linee di indirizzo per le attività sanitarie nella fase 3. In esse si decide di superare quanto previsto dalla delibera della Giunta regionale n. 1417 del 4 dicembre 2018 relativamente al protocollo di somministrazione della RU486, la famigerata pillola abortiva. Non più ricovero in day hospital, bensì ricovero ordinario di tre giorni, almeno fino all’espulsione del feto. I filo-abortisti ovviamente hanno mal digerito questa delibera.
Un nuovo Rapporto del Gruppo bioetico costituito dall’Istituto superiore di sanità chiarisce i criteri di giudizio indispensabili nelle sperimentazioni in corso nei laboratori di tutto il mondo.
Aborto in day hospital vietato in Umbria. Ma il vero dilemma non è tra aborto chirurgico e aborto farmacologico, ma tra aborto e accoglienza della vita.