Lo scorso 12 maggio è stata proposta al Consiglio Regionale della Toscana una Risoluzione riguardante l’applicazione della legge n. 194/1978 sulla interruzione volontaria della gravidanza (IVG). I firmatari sono cinque esponenti di diversi gruppi regionali, riconducibili alla maggioranza di governo, eletti in liste di sinistra e del Movimento cinque stelle. Si tratta di una proposta che vorrebbe risolvere il problema del numero eccessivo di obiettori di coscienza rispetto alle IVG, che impedirebbe la regione la corretta applicazione della legge sull’aborto. Il condizionale è d’obbligo, perché il problema, semplicemente, non esiste né in Italia né tantomeno in Toscana.
I cittadini sono diventati tutti buoni e donatori per decreto: chi non vuole “migliorare o salvare la vita di qualcuno” deve denunciarlo. Agli altri verranno espiantati gli organi.
Chi tace acconsente. In buona sintesi questo è il principio della neo legge inglese del 20 maggio scorso che ha modificato la disciplina normativa sul trapianto di organi. E dunque il maggiorenne che espressamente non rifiuta di essere donatore lo diventa, magari suo malgrado. I parenti non potranno opporsi. In tal modo tutti coloro che formalmente non hanno dichiarato che non vogliono essere donatori di organi diventano potenziali magazzini di organi per il trapianto.
La neuroscienza della polarizzazione dice che se siamo indisponibili al compromesso è colpa della genetica. La scomparsa della libertà.
L’algoritmo che seleziona gli embrioni “giusti” mette a tacere anche le ultime domande sulla vita.
Con queste parole ha inizio l’articolo 1 della Legge 194 del 1978 – di cui il 22 maggio è ricorso l’anniversario -, che ha introdutto in Italia l’aborto legale: «Lo Stato […] tutela la vita umana dal suo inizio». Mai vista una contraddizione così eclatante.
Tutti gli anni, come ogni buon pro-life sa bene, si tiene a Roma nel mese di maggio la Marcia per la Vita. Quest’anno l’evento è stato sospeso a causa dell’emergenza da Covid e gli organizzatori hanno dato appuntamento a tutti al 22 maggio del 2021.
Però i medesimi organizzatori si sono inventati una Marcia virtuale. Sabato 23 maggio si terrà #Connessiperlavita.
era prevedibile che la legge 194 in vigore esattamente da 42 anni (22 maggio 1978) portasse ai risultati che sono oggi sotto gli occhi di tutti, almeno di coloro che non vogliono chiuderli. La spinta per la banalizzazione sociale e culturale dell’aborto, addirittura pretendendone la qualifica di “diritto umano fondamentale” parte da lì.
“La surrogata più economica in Europa è in Ucraina, il Paese più povero d’Europa”. Il sito web della clinica BioTexCom, specializzata in Gravidanza per altri (Gpa), commette un clamoroso autogol, certificando che utero in affitto e povertà sono strettamente connessi. Laddove c’è più miseria, un numero maggiore di donne è disposto a prestarsi per un “servizio” che solo per ipocrisia alcuni chiamano “solidale”.