Burkina Faso, 35 cristiani uccisi solo negli ultimi 10 giorni

By 15 Ottobre 2019Libertà Religiosa

I jihadisti arrivano nei villaggi armati e minacciano i cristiani: «Convertitevi all’islam o andatevene entro tre giorni». Decine di migliaia in fuga.

I jihadisti continuano a seminare il terrore in Burkina Faso. Come riportato da Barnaba’s Fund, dal 21 settembre 35 cristiani sono stati uccisi nella provincia di Bam dai terroristi. Dieci di loro sono stati assassinati il 28 settembre nel villaggio di Komsilga, spingendo 19 mila persone a scappare dall’area della capitale provinciale, Koungoussi.

«CONVERTITEVI ALL’ISLAM O ANDATEVENE»

Gli attacchi da parte dei terroristi islamici ai cristiani del Burkina Faso sono cominciati il 28 aprile 2019 a Silgadji, quando i jihadisti hanno ucciso un pastore, suo figlio e altri quattro cristiani, offrendo di risparmiargli la vita in cambio della conversione all’islam, rifiutata da tutti. In tutto, i terroristi hanno già effettuato almeno sette attentati in cinque mesi.

Il modus operandi dei jihadisti ricalca una strategia precisa: prima inviano un manipolo di uomini a minacciare i cristiani di andarsene dalle loro case o di convertirsi all’islam, poi fanno irruzione nei villaggi uccidendo chi ha scelto di rimanere. È per questo che non ci sono più cristiani a Hitté e Rounga, due villaggi non lontani dalla frontiera con il Mali. Gli abitanti hanno infatti ricevuto un ultimatum dei terroristi islamici: convertitevi all’islam oppure andatevene. Jean-Paul, responsabile della comunità cristiana di Babo, ha dichiarato ad Aide à l’Église en détresse: «Fa tutto parte della strategia dei jihadisti di seminare il terrore».

LO STATO ABBANDONA I CRISTIANI

Anche il villaggio di Babo ha ricevuto lo stesso ultimatum e ora «la maggior parte dei cristiani se n’è andata. Chi è rimasto, ha visto i terroristi uccidere tre persone». L’ultimo ultimatum, in ordine di tempo, è arrivato alla città di Hitté: «Alla fine di settimana scorsa 16 uomini sono arrivati al villaggio, hanno intercettato degli abitanti che tornavano dal lavoro nei campi e li hanno fatti entrare in chiesa, minacciandoli di abbandonare il villaggio entro tre giorni. Ora a Hitté non ci sono più cristiani», spiega una fonte a Aed.

Circa duemila persone in tutto sono già fuggite e ora sono accolte in una scuola di Ouindigui, Altre settemila si trovano a Titao, accolte dalla Chiesa cattolica e dai musulmani della zona, «che rifiutano le idee estremiste dei terroristi». Le autorità locali, purtroppo, non aiutano i cristiani neanche a recuperare i corpi delle vittime: «Ci dicono che è pericoloso, le forze di sicurezza si rifiutano di aiutarci. Le figlie delle vittime sono state costrette ad affittare un carretto per caricare le vittime e seppellirle. Bisogna andare di notte, con i corpi già in decomposizione».

Leone Grotti

3 ottobre 2019

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