DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA – COMUNITA’ POLITICA (6) – Il sistema della democrazia

By 19 Settembre 2025Pillole di saggezza

Il Compendio intraprende la riflessione sulla positività della democrazia con una citazione dell’enciclica Centesimus Annus. «La Chiesa apprezza il sistema della democrazia, in quanto assicura la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche e garantisce ai governati la possibilità sia di eleggere e controllare i propri governanti, sia di sostituirli in modo pacifico, ove ciò risulti opportuno» (46).

Valori e democrazia

«Un’autentica democrazia non è solo il risultato di un rispetto formale di regole, ma è il frutto della convinta accettazione dei valori che ispirano le procedure democratiche: la dignità di ogni persona umana, il rispetto dei diritti dell’uomo, l’assunzione del “bene comune” come fine e criterio regolativo della vita politica. Se non vi è un consenso generale su tali valori, si smarrisce il significato della democrazia e si compromette la sua stabilità» (Compendio 407).

Accanto ai rischi generali che corre una democrazia evidenziati dalla definizione del Compendio ne troviamo altri due demagogici: il populismo e il relativismo etico.

Il “populismo” ricerca l’interesse immediato «senza progredire in un impegno arduo e costante che offra alle persone le risorse per il loro sviluppo, per poter sostenere la vita con i loro sforzi e la loro creatività»(Papa Francesco,  Fratelli tutti (2020), 165). Il “relativismo etico”, invece, è una concezione filosofica, secondo la quale, i principi e i giudizi morali e etici sono relativi a determinate epoche o culture, quindi non universali e perenni ma variabili in funzione dei mutamenti sociali, politici ed economici che si verificano all’interno di una società. E’ questa l’anticamera del totalitarismo aperto o subdolo, come dimostra la storia, poiché come richiamava alla memoria Benedetto XVI, i diritti fondamentali non vengono creati dal legislatore o conferiti dai cittadini, «ma piuttosto esistono per diritto proprio, quindi sono sempre da rispettare da parte del legislatore, sono a lui previamente dati come valori di ordine superiore»( Senza radici, op. cit., 21).

Ebbene, la democrazia è fondamentalmente in un “ordinamento”; quindi uno strumento a volte anche imperfetto ma irrinunciabile, però la caratteristica “morale” non è automatica «ma dipende dalla conformità alla legge morale a cui, come ogni altro comportamento umano, deve sottostare: dipende cioè dalla moralità dei fini che persegue e dei mezzi di cui si serve» (Compendio 407).

 Istituzioni e democrazia

Il Compendio, rispetto alla strutturazione di una democrazia, riconosce la validità della divisione dei poteri di uno Stato teorizzata nel lontano 1748 dal filosofo e giurista francese Charles-Louis de Secondat, barone di La Brède e di Montesquieu, noto solamente come Montesquieu (1689-1755), il quale sosteneva che ogni funzione pubblica doveva essere esercitata da un potere distinto, per evitare l’instaurarsi di una tirannia determinata dalla concentrazione dei poteri in un unico soggetto. Dunque, «è preferibile che ogni potere sia bilanciato da altri poteri e da altre sfere di competenza, che lo mantengano nel suo giusto limite» (Compendio 408). Inoltre, l’autorità politica, come più volte accennato, è sempre responsabile di fronte al popolo che ha il dovere di un effettivo controllo, che esercita prevalentemente tramite libere elezioni nel rispetto delle scadenze stabilite. Però, l’obbligo dei governanti di rispondere al popolo, non compromette la libertà d’azione degli eletti che devono possedere la capacità di sintesi e di mediazione.

 Componenti morali della rappresentanza politica

Chi assume responsabilità politiche non s’ impegna nei riguardi dei cittadini unicamente a governare, ma deve personalizzare con i suoi comportamenti ed atteggiamenti la dimensione morale del ruolo assunto. Però, comportamenti e atteggiamenti personali sono insufficienti, vanno poi tradotti in coerenti linee politiche e di azione.

Dopo questa fondamentale premessa sul comportamento, il Compendio mette in risalto due fattori critici che influenzano negativamente il rapporto governanti e governati: la corruzione e la burocrazia.

La corruzione è uno dei principali ostacoli alla crescita civile ed economica delle nazioni e, purtroppo, nel nostro Paese, appare in costante crescita assumendo nuove caratteristiche. Pure la burocrazia è un gravoso problema; fa scordare che la finalità primaria delle Istituzioni pubbliche e private è il “benessere del cittadino” e, di conseguenza, il rispetto dei suoi “diritti fondamentali” bloccati a volte da alcune rigidità spesso disumane. Ma, purtroppo, è diffusa la convinzione, a volte trasformata in idolatria, che unicamente sofisticate riforme possano rispondere più efficientemente ed efficacemente alle esigenze della popolazione. Questo convincimento, invece, accresce l’aspetto burocratico: quello da “persona a struttura”, svantaggiando il rapporto “da soggetto a soggetto”, l’unico che offre alle istituzioni un volto umano.

 Strumenti di partecipazione politica, informazione e democrazia

Nuovamente il Compendio richiama i cittadini alla partecipazione responsabile alla vita politica. Qui lo fa esaminando il pregio del referendum «in cui si realizza una forma diretta di accesso alle scelte politiche. L’istituto della rappresentanza non esclude, infatti, che i cittadini possano essere interpellati direttamente per le scelte di maggiore rilievo della vita sociale»(413).

Nell’ottica della partecipazione, rilevanti sono pure i mass media poichè «la società ha diritto ad un’informazione fondata sulla verità, la libertà, la giustizia e la solidarietà» (Compendio 415). Ciò significa il non sottovalutare la potenza dei contenuti della comunicazione per il loro alto potere di stimolo e di persuasione, come pure va salvaguardato la possibilità di un reale accesso all’informazione, difendendo il pluralismo e scongiurando concentrazioni editoriali e televisive.

Don Gian Maria Comolli (sesta continua)